Bahrain, oltre al petrolio c’è di più

Oltre all’Oil&Gas, alle infrastrutture, il design, la moda, l’arredamento e la logistica, vi sono delle opportunità anche nel settore dell’energia da fonti rinnovabili, nel farmaceutico-sanitario e nella produzione agroalimentare.

Il Regno del Bahrain è un piccolo Stato composto da un arcipelago di 33 isole nel Golfo Persico, tra l’Arabia Saudita ad ovest, e il Qatar a sud-est. L’isola più grande, estesa circa 700 chilometri quadrati, dona il nome al paese, Bahrain, che in arabo significa “tra due mari”. È proprio la posizione geografica strategica tra Medio ed Estremo Oriente che rende il Regno un importante hub logistico, che mette a disposizione la sue moderne ed efficienti infrastrutture alle società che hanno relazioni commerciali con il lontano Oriente (Cina, Giappone, Sud-Est asiatico), ma anche a quelle che già commerciano con i paesi dell’area (Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Kuwait) nell’ambito del Consiglio di Cooperazione del Golfo. Dal gennaio 2003, infatti, è in vigore un’unione doganale fra i Paesi membri del GCC che prevede una tariffa unica all’importazione pari al 5%. È in previsione, inoltre, un accordo di libero scambio fra il GCC e l’UE, da anni in fase di negoziazione, che consentirebbe l’eliminazione delle tariffe comunitarie sull’importazione di prodotti petrolchimici.

Leggi l'articolo per scoprire le potenzialità del Regno del Bahrain.

 

 


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Oltre all’Oil&Gas, alle infrastrutture, il design, la moda, l’arredamento e la logistica, vi sono delle opportunità anche nel settore dell’energia da fonti rinnovabili, nel farmaceutico-sanitario e nella produzione agroalimentare.

Il Regno del Bahrain è un piccolo Stato composto da un arcipelago di 33 isole nel Golfo Persico, tra l’Arabia Saudita ad ovest, e il Qatar a sud-est. L’isola più grande, estesa circa 700 chilometri quadrati, dona il nome al paese, Bahrain, che in arabo significa “tra due mari”. È proprio la posizione geografica strategica tra Medio ed Estremo Oriente che rende il Regno un importante hub logistico, che mette a disposizione la sue moderne ed efficienti infrastrutture alle società che hanno relazioni commerciali con il lontano Oriente (Cina, Giappone, Sud-Est asiatico), ma anche a quelle che già commerciano con i paesi dell’area (Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Kuwait) nell’ambito del Consiglio di Cooperazione del Golfo. Dal gennaio 2003, infatti, è in vigore un’unione doganale fra i Paesi membri del GCC che prevede una tariffa unica all’importazione pari al 5%. È in previsione, inoltre, un accordo di libero scambio fra il GCC e l’UE, da anni in fase di negoziazione, che consentirebbe l’eliminazione delle tariffe comunitarie sull’importazione di prodotti petrolchimici.

Le imprese che arrivano in Bahrain si trovano ad operare in un ambiente regolatore attraente, in cui gli standard di governance forniscono agli attori economici un eccezionale grado di stabilità, grazie alla chiarezza, alla semplicità e alla trasparenza della regolamentazione. Il Bahrain, infatti, ha ridotto i requisiti minimi di capitale, mossa che ha reso i costi operativi del 30% inferiori rispetto a quelli dei Paesi vicini della regione (fonte: Bahrain Economic Development Board), rendendo così più favorevole l’ambiente imprenditoriale, e consente la proprietà straniera del 100% di imprese (con alcune limitazioni settoriali) e di immobili, nonché l'apertura di uffici di rappresentanza senza l'ausilio di uno sponsor locale.

Qualche mese fa, è stata introdotta anche una nuova “licenza d’oro” che offre vantaggi alle aziende con progetti di investimento su larga scala. La licenza, che sarà concessa alle aziende con importanti investimenti e progetti strategici che creeranno più di 500 posti di lavoro in Bahrain, o quelle con un valore di investimento superiore a 50 milioni di dollari, prevede l’assegnazione prioritaria di terreni, infrastrutture e servizi, un accesso più facile ai servizi governativi e il sostegno dei fondi di sviluppo del governo.

Tradizionalmente dedito agli scambi, in generale, il paese vanta quindi una grande apertura sotto il profilo commerciale, oltre ad essere stato uno tra i primi stati del Golfo ad aver diversificato la propria economia puntando sull’industrializzazione, con un’attenzione particolare alla transizione verde. La vendita e la raffinazione del petrolio, scoperto nel 1932 (prima la principale attività era la raccolta delle perle), infatti, rimangono tuttora la principale fonte di reddito per il paese, ma la limitatezza delle sue risorse (le stime indicano una vita residua dei giacimenti petroliferi di 10-15 anni), rispetto ad altri paesi limitrofi, ha costretto il Governo, già a partire dagli anni ’80, a diversificare ed ampliare la base economica ad altre aree quali: progetti infrastrutturali, il settore finanziario con i servizi bancari (sono circa 380 le istituzioni finanziarie che operano nella capitale Manama), il settore non-oil (dominato dall’industria dell’alluminio che rappresenta il 20-25% dell’economia) ed il settore turistico che contribuisce ad oltre il 5% del PIL.

Le opportunità per le aziende italiane, quindi, non sono più soltanto legate all’Oil&Gas, ma oggi il Bahrain offre occasioni anche in tanti altri settori.

Le principali opportunità che si presentano per le imprese italiane riguardano il settore infrastrutturale. Tra quelli di maggiore di interesse, si segnala il progetto della Metro Bahrain, in cui le opportunità per le aziende italiane sono molteplici sotto ogni profilo: dalla progettazione alla realizzazione dell’opera, ma anche alla fornitura dei beni e servizi di tutte le numerose componenti che completeranno questo ambizioso progetto, che punta ai più elevati standard ecosostenibili. I progetti infrastrutturali annunciati, complessivamente, valgono più di 30 miliardi di dollari. Tra questi, lo sviluppo di cinque città – Fisht El-Garm, Suhaila Island, Fasht AlAzem, Gulf of Bahrain e l’area delle Hawar Islands. Nel settore delle comunicazioni e dei trasporti, completano il quadro l’ampliamento della King Fahad Causeway, ponte di 25 chilometri tra il Bahrain e l’Arabia Saudita per rafforzare le relazioni regionali e ridurre la congestione del traffico - il progetto per l’installazione della Future International Marine Fibre e altri progetti per la viabilità del Paese.

Parzialmente connesso al settore infrastrutturale è quello immobiliare. Durante il 2021, il settore ha fatto registrare una crescita pari al 46,2% e la realizzazione di nuovi edifici, residenziali e non, può fornire interessanti opportunità alle aziende italiane attive nei settori dei materiali da costruzione e dell’arredo, specie nel contract di lusso.

Il settore turistico, allo stesso modo, merita di essere monitorato dalle nostre aziende. Tra i progetti di maggiore rilievo si annoverano lo sviluppo del lungomare di Bilaj Al-Jazayer, il progetto del Jumeirah Bahrain Bay Resort, il nuovo Bahrain International and Convention Centre, il progetto per l’ampliamento delle zone residenziali del governatorato del Sud, il completamento dell’Hotel Address Marassi Al Bahrain, delle Residenze Marassi, delle Residenze Vida e della Galleria Marassi. La presenza, inoltre, del tracciato internazionale di Formula 1 del Sakhir, che dal 2004 attrae turisti regionali ed internazionali, svolge un ruolo particolarmente importante nell’economia del paese. In generale, grande impulso viene riservato allo sport, come prova il progetto di una Sport City, che prevede l’edificazione di arene e stadi sportivi, incluse un’area polivalente, campi da calcio e piste di atletica.

Un altro dei settori che risulta particolarmente vivace è quello delle rinnovabili, in cui con base settimanale vengono pubblicate gare d’appalto. La Sustainable Energy Authority (SEA) sta attuando diverse politiche al fine di incrementare la produzione di energia attraverso le rinnovabili. Tra gli obiettivi della SEA vi è quello di raggiungere una produzione nazionale di energia proveniente da fonte rinnovabili pari al 5% entro il 2025 e del 10% entro il 2030, quindi questo ambito offre valide opportunità per gli imprenditori italiani. Le Autorità locali hanno avviato un’importante campagna che mira ad installare pannelli solari su tutti gli edifici governativi, nonché su tutte le nuove pensiline dei parcheggi e in tutti gli edifici, anche residenziali, di nuova costruzione. Tale approccio vale anche nel caso dei nuovi progetti infrastrutturali, come quello dell’ampliamento della King Fahd Causeway, sulla quale verranno installati pannelli solari per tutta la lunghezza del ponte, o di quelli ancora da avviare (Signature Bridge, Metro Bahrain).

Anche il settore della sanità e della farmaceutica può offrire opportunità interessanti per le aziende italiane, non solo in termini di esportazioni di prodotti farmaceutici, in costante crescita negli ultimi anni, ma anche in relazione al comparto educativo connesso al settore della salute, considerati gli ingenti investimenti del Regno nella realizzazione di ospedali, strutture sanitarie e campus medici.

Il settore dell’agroalimentare è sicuramente un altro dei comparti in cui l’Italia è più presente e dove la collaborazione con i distributori e gli operatori della Grande Distribuzione Organizzata risulta maggiormente attiva e solida.

Il quadro non sarebbe completo senza un cenno all’importanza del settore bancario, che è uno dei comparti che maggiormente ha contribuito allo sviluppo economico non-oil del Regno ed ha fornito importanti impulsi per la diversificazione economica del Bahrain, permettendogli di mantenere lo status di centro finanziario regionale nonostante l’accresciuta competitività degli altri mercati finanziari del GCC. Il settore bancario è di dimensioni considerevoli, può contare su un’elevata varietà d’offerta e costituisce la principale fonte di entrate del Regno tra i settori non-oil (17,9% del PIL). Uno degli obiettivi delle banche bahreinite è quello di incentivare la trasformazione del settore di modo da divenire un leader del comparto fintech. Il Bahrain conta di raggiungere tale scopo grazie all’aumento e al miglioramento delle regolamentazioni e delle iniziative nei settori emergenti, quali ad esempio open banking, crowfunding.

L’Italia ad oggi si posiziona come quarto partner europeo del Bahrain (dopo Germania, Francia e Regno Unito) e dodicesima a livello mondiale. Nel 2022, le esportazioni dall’Italia verso il Bahrain hanno raggiunto l’ammontare di 296 milioni di euro, mentre le importazioni hanno toccato quota 291 milioni di euro, portando il saldo quasi in pareggio (soli 5 milioni di euro di avanzo per l’Italia). Le principali importazioni del Bahrain dal nostro paese riguardano soprattutto macchinari di vario tipo (15,9%), prodotti chimici e materie plastiche (11,6%), autoveicoli (8,2%) e mobili (7%). Dal Bahrain, invece, importiamo prevalentemente metalli (66,7%), macchine per impieghi speciali (8,4%) e prodotti petroliferi (7,9%) (fonte: Osservatorio Economico MAECI).

Le relazioni, dunque, già ottime ed in costante crescita, promettono di rafforzarsi ulteriormente negli ultimi anni e di assicurare importanti vantaggi a chi saprà cogliere le peculiarità di questo mercato piccolo ma dall’enorme potenziale. 

 

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