Brasile: Eldorado per le imprese italiane

Il Brasile, settimo Paese al mondo per popolazione e decimo per PIL, rappresenta un mercato ricco di opportunità per le imprese italiane. La crescita economica stabile, il clima favorevole agli investimenti e la domanda di tecnologie avanzate aprono la porta a possibilità di sviluppo in svariati settori strategici.

Con oltre 210 milioni di abitanti, il Brasile rappresenta un vero e proprio sub-continente, offrendo un mercato ricco di opportunità per le imprese italiane. La classe media brasiliana, che attualmente costituisce metà della popolazione, rappresenta una solida base di consumatori con un buon livello di benessere e propensione al consumo. Inoltre, il notevole fabbisogno tecnologico del Brasile in diversi settori strategici apre la porta a soluzioni innovative e competitive per l’Italia, che vanta un’esperienza comprovata e un know-how specializzato negli stessi comparti. La posizione strategica del Paese, la vastità e il livello di sviluppo economico lo rendono un hub fondamentale per l’ingresso in tutta l’America Latina, offrendo alle imprese italiane un trampolino di lancio per l’intera regione.

In questo articolo scoprirai le potenzialità del mercato brasiliano

 

 

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Il Brasile, settimo Paese al mondo per popolazione e decimo per PIL, rappresenta un mercato ricco di opportunità per le imprese italiane. La crescita economica stabile, il clima favorevole agli investimenti e la domanda di tecnologie avanzate aprono la porta a possibilità di sviluppo in svariati settori strategici.

Con oltre 210 milioni di abitanti, il Brasile rappresenta un vero e proprio sub-continente, offrendo un mercato ricco di opportunità per le imprese italiane. La classe media brasiliana, che attualmente costituisce metà della popolazione, rappresenta una solida base di consumatori con un buon livello di benessere e propensione al consumo. Inoltre, il notevole fabbisogno tecnologico del Brasile in diversi settori strategici apre la porta a soluzioni innovative e competitive per l’Italia, che vanta un’esperienza comprovata e un know-how specializzato negli stessi comparti. La posizione strategica del Paese, la vastità e il livello di sviluppo economico lo rendono un hub fondamentale per l’ingresso in tutta l’America Latina, offrendo alle imprese italiane un trampolino di lancio per l’intera regione.

Il Brasile vanta una dote naturale di inestimabile valore: il 12% delle risorse mondiali di acqua, una risorsa preziosa che alimenta lo sviluppo agricolo e industriale del paese. A questa ricchezza si aggiunge un sottosuolo ricco di materie prime e una fiorente produzione agricola: è il primo produttore mondiale di caffè, soia, etanolo, carne bovina e succo d’arancia; secondo per cellulosa, minerali di ferro, carne di pollo e zucchero; terzo per bauxite, frutta e mais; settimo per la chimica e la produzione di petrolio; nono per acciaio e automobili. Grazie a questa ricchezza di risorse, il Paese rappresenta una meta attraente per gli investimenti stranieri. Si posiziona, infatti, al 6° posto a livello mondiale per Investimenti Diretti Esteri (IDE) e al primo in America Latina.

Oltre alle sue immense risorse naturali e alla sua solida economia, il Brasile offre un clima favorevole agli investimenti grazie anche alle recenti politiche economiche adottate dal Governo: politiche monetarie meno restrittive, con un approccio della Banca Centrale più accomodante, che favorisce l’accesso al credito per le imprese e le famiglie; programmi governativi di sussidio al credito, favorendo la spesa e la crescita economica; nuovi investimenti pubblici, come il nuovo Piano di Accelerazione della Crescita (PAC) da $320 miliardi volto, in particolare, allo sviluppo infrastrutturale, all’inclusione sociale e digitale e alla rigenerazione urbana. La direttrice più importante è però quella relativa alla transizione e alla sicurezza energetica.

Secondo l’Osservatorio Economico MAECI, il PIL del Paese nel 2023 ha raggiunto i 1,99 miliardi di euro, confermandosi come la decima economia mondiale. L’economia brasiliana ha registrato una crescita di +2,9% nel 2023 (rispetto al 2022), trainata principalmente dal settore industriale e dei servizi (+0,6% su base trimestrale). L’agricoltura, invece, dopo un inizio positivo, ha sofferto una contrazione del -3,3% nell’ultimo trimestre. La domanda interna ha rappresentato il motore principale della crescita, con aumenti dei consumi delle famiglie (+1,1%), della spesa del Governo (+0,5%) e delle esportazioni (+3%). Gli investimenti fissi e le importazioni sono, invece, diminuiti. Le previsioni per il 2024 sono incoraggianti, con il Governo che stima una crescita del +2,2%.

In aggiunta, lo sviluppo dell’economia brasiliana ha determinato una diminuzione del tasso di disoccupazione, che, secondo l’Istituto Nazionale di Geografia e Statistica, nel trimestre che finisce ad ottobre è stata pari al 7,6%, in diminuzione dello -0,3% rispetto al trimestre precedente.

Tuttavia, il quadro non è privo di sfide. L’inflazione, seppur in calo rispetto al 2022, rimane alta, come i tassi di interesse, che pur se in discesa, potrebbero ostacolare la crescita. Inoltre, l’incertezza politica legata alle elezioni presidenziali del 2024 potrebbe creare un clima di instabilità. Affinché il Brasile realizzi il suo pieno potenziale, è necessario concentrarsi su tali priorità e continuare a investire nelle infrastrutture, istruzione e innovazione del Paese.

Rapporti con l’Italia

Le relazioni fra Italia e Brasile si trovano in una fase decisamente positiva, come dimostrano i dati del 2023. L’aumento del 5,5% delle esportazioni italiane in Brasile, pari a 5,4 miliardi di euro, e la contemporanea diminuzione del 18,7% delle importazioni, attestate a 4,6 miliardi di euro confermano un saldo commerciale positivo per il Belpaese di 817 milioni di euro. Questi dati consolidano la storica tendenza di un’Italia che esporta più di quanto importi dal Brasile, evidenziando la solidità e l’importanza del mercato brasiliano per le imprese nazionali. Il Brasile si conferma, infatti, un partner fondamentale per il nostro Paese, posizionandosi come 2° partner commerciale europeo del Brasile, dopo la Germania, e il 6° a livello mondiale, con una quota di mercato di 2,43% nel 2023.

Presenza Italiana in Brasile

Il Brasile sta diventando sempre più una destinazione attraente per i capitali stranieri: a ottobre 2023, i flussi di IDE in entrata hanno raggiunto 44,93 miliardi di dollari, confermando una tendenza positiva in atto da diversi anni. L’Italia è uno dei principali investitori stranieri nel Paese. Un recente studio condotto dall’Ambasciata d’Italia in Brasilia ha rilevato la presenza di 986 filiali e stabilimenti produttivi italiani nel paese verde oro, fino a gennaio 2023. La maggior parte di queste imprese (circa l’84%) si concentra nelle regioni meridionali e sud-orientali del paese, aree con un livello di sviluppo industriale consolidato. Lo Stato di San Paolo, in particolare, ospita il 52% delle imprese nazionali. Queste ultime operano in 16 macrosettori, con i macchinari e componenti industriali, i servizi, l’automotive, il chimico/petrolchimico e l’alimentare/agroalimentare che assumono un ruolo di primo piano. In settori strategici per l’economia brasiliana come l’energia, le telecomunicazioni, l’acciaio, le autostrade e l’automotive, le imprese italiane hanno acquisito una posizione di leadership. Enel, Pirelli e TIM sono solo alcuni esempi di imprese made in Italy che hanno avuto successo nel Paese latino-americano. Enel, ad esempio, si è posizionata come primo investitore privato, distributore e generatore di energia elettrica in Brasile, focalizzandosi sulle fonti rinnovabili. Pirelli ha inaugurato il più moderno circuito di “testing” dell’America Latina; TIM si è aggiudicata la licenza per circa un terzo dei progetti sul 5G in Brasile, raggiungendo quasi 70 milioni di utenti.

 

Cosa esportare

Il Brasile rappresenta un mercato promettente per le imprese italiane che desiderano esportare i propri prodotti sebbene gli alti dazi e le barriere non tariffarie ostacolano e limitano di molto i flussi commerciali. Le aree con maggiore potenziale di crescita sono:

  • Alimentari e Bevande: La crescente popolarità della cucina italiana in Brasile crea un’ampia base di consumatori interessati a prodotti autentici e di alta qualità. A ciò si aggiunge la crescita del reddito medio brasiliano che porta ad una maggiore propensione all’acquisto di prodotti alimentari e bevande di fascia alta. L’Italia è già un fornitore importante in questo settore, con un export tra gennaio e settembre 2023 di circa 8 miliardi di dollari. Con quota pari del 3,1% nei primi 9 mesi del 2023, l’Italia è il secondo principale fornitore dei brasiliani in Europa (dopo il Portogallo). Secondo i dati Eurostat elaborati dall’ICE Agenzia, il Brasile è, inoltre, il 4° principale mercato per il vino italiano nelle Americhe. La maggior parte della domanda di prodotti italiani è concentrata nelle regioni più dinamiche dal punto di vista economico, come San Paolo ed altri grandi centri urbani del Paese.
  • Macchine e Attrezzature Agricole: Il Brasile ha bisogno di tecnologie avanzate per modernizzare il suo parco industriale, in particolare nei settori dell’agricoltura, dell’alimentare, della siderurgia e dell’estrazione mineraria. L’Italia, già fornitrice di eccellenza in questo settore, ha grandi opportunità in relazione alla produzione di software di gestione, applicazioni mobili, sistemi di irrigazione intelligenti, sistemi di alimentazione animale basati sull’intelligenza artificiale e droni agricoli. Non meno importante è la domanda di tecnologie per la tracciabilità degli alimenti basate sulla blockchain e di sistemi che riducono le emissioni di carbonio e il costo dell’energia. Nel campo delle macchine agricole (comprese le parti e componenti per le stesse), con una quota del 3%, nei primi 11 mesi del 2023, l’Italia è stata il 9° principale fornitore del Brasile esportando macchinari per un valore di circa 43,8 milioni di dollari.
  • Macchinari e apparecchiature: L’Italia è il 4° fornitore di macchinari del Brasile, con un valore di importazione di oltre 1,6 miliardi di dollari nei primi 11 mesi del 2023. La meccanica domina la classifica dei prodotti italiani esportati in Brasile, con oltre 2 miliardi di dollari di vendite nello stesso periodo. C'è un’ampia opportunità per il rinnovo del parco industriale brasiliano, con almeno il 40% delle imprese che ha in dotazione macchinari da ammodernare o sostituire. Il Brasile è un importante produttore di materie prime e offre ottime prospettive per i macchinari impiegati nell’industria siderurgica ed estrattiva. Il Belpaese è, inoltre, il 3° fornitore di macchinari per la trasformazione alimentare in Brasile, con un export di circa 36,7 milioni di dollari nei primi 11 mesi del 2023. Vi sono opportunità anche per altri settori, come l'industria del packaging, dei macchinari per l'industria lapidea e ceramica, per la lavorazione di vetro, plastica, carta e cellulosa e l'automotive.
  • Prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici: Il Brasile rappresenta un mercato in forte crescita per l'industria farmaceutica italiana. Si stima che, entro il 2026, il Brasile possa diventare il 6° Paese al mondo per spesa farmaceutica, con un conseguente aumento del fabbisogno di farmaci, vaccini, apparecchiature biomedicali e tecnologie per il miglioramento dei processi produttivi. L’Italia è già un fornitore importante per il Brasile, con un export di prodotti farmaceutici pari a 567,6 milioni di dollari nei primi 11 mesi del 2023. Si posiziona al 6° posto tra i fornitori del Brasile, dopo Germania, Stati Uniti, Belgio, Svizzera e Irlanda. Il 62,5% dell'export italiano verso il Brasile è rappresentato da farmaci, mentre il 35% da vaccini, sieri e altri preparati a base di sangue umano e animale.

L’Italia è già un partner commerciale importante per il Brasile, con un saldo commerciale positivo. Le relazioni economiche tra i due paesi sono in crescita, con grandi imprese italiane che investono in Brasile e fungono da traino per le PMI. Il Brasile offre un terreno fertile per le esportazioni italiane in diversi settori, tra cui l’agroalimentare, i macchinari e la farmaceutica.

 

 



 

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