Certificazioni e Rating ESG

Nel quadro di una sempre maggiore integrazione delle logiche della sostenibilità nei provvedimenti legislativi e nelle logiche di mercato, il tema dell’etichettatura dei prodotti e dei processi come “ESG” emerge come uno dei mezzi cruciali sui quali il regolatore e gli operatori economici, specialmente nel contesto dell’Unione Europea, hanno concentrato e diretto i propri impegni per la creazione di un modello economico-finanziario più sostenibile.  

Rispondendo al rispetto e al principio di “conformità” rispetto a determinati standard ambientali e sociali, le certificazioni e i rating ESG rivestono un'importanza cruciale nell'attuale panorama della sostenibilità e nelle decisioni strategiche di tantissimi investitori europei ed internazionali. Contestualmente, se da un lato le dinamiche economiche globali hanno subìto negli ultimi anni una trasformazione significativa, spingendo le aziende a considerare non solo l'aspetto finanziario, ma anche l'impatto sociale e ambientale delle proprie operazioni, dall’altro le imprese sono chiamate ad impegnarsi in modo più profondo e consapevole per la sostenibilità, superando il concetto di responsabilità sociale d’impresa. 

In questo contesto, certificazioni e rating ESG si collocano al centro del complesso meccanismo delle valutazioni di sostenibilità, assegnando punteggi a presidi e performance di sostenibilità e fotografando la situazione di un’azienda relativamente al proprio posizionamento ambientale, sociale e di governance, a beneficio di investitori, clienti e della propria pianificazione interna. 

Per quanto concerne le certificazioni, e in particolare con riferimento alle norme ISO, una prima necessaria premessa è che esse stabiliscono standard; quindi, non rappresentano in senso stretto una valutazione ESG ma uno strumento a disposizione dell’azienda per la definizione di strategie di sostenibilità e per il miglioramento delle proprie prestazioni in determinati settori e ambiti. 

In questo articolo scoprirai l'importanza delle certificazioni e Rating ESG
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1. Il contesto di riferimento 

Nel quadro di una sempre maggiore integrazione delle logiche della sostenibilità nei provvedimenti legislativi e nelle logiche di mercato, il tema dell’etichettatura dei prodotti e dei processi come “ESG” emerge come uno dei mezzi cruciali sui quali il regolatore e gli operatori economici, specialmente nel contesto dell’Unione Europea, hanno concentrato e diretto i propri impegni per la creazione di un modello economico-finanziario più sostenibile.  

Rispondendo al rispetto e al principio di “conformità” rispetto a determinati standard ambientali e sociali, le certificazioni e i rating ESG rivestono un'importanza cruciale nell'attuale panorama della sostenibilità e nelle decisioni strategiche di tantissimi investitori europei ed internazionali. Contestualmente, se da un lato le dinamiche economiche globali hanno subìto negli ultimi anni una trasformazione significativa, spingendo le aziende a considerare non solo l'aspetto finanziario, ma anche l'impatto sociale e ambientale delle proprie operazioni, dall’altro le imprese sono chiamate ad impegnarsi in modo più profondo e consapevole per la sostenibilità, superando il concetto di responsabilità sociale d’impresa. 

In questo contesto, certificazioni e rating ESG si collocano al centro del complesso meccanismo delle valutazioni di sostenibilità, assegnando punteggi a presidi e performance di sostenibilità e fotografando la situazione di un’azienda relativamente al proprio posizionamento ambientale, sociale e di governance, a beneficio di investitori, clienti e della propria pianificazione interna. 

Per quanto concerne le certificazioni, e in particolare con riferimento alle norme ISO, una prima necessaria premessa è che esse stabiliscono standard; quindi, non rappresentano in senso stretto una valutazione ESG ma uno strumento a disposizione dell’azienda per la definizione di strategie di sostenibilità e per il miglioramento delle proprie prestazioni in determinati settori e ambiti. 

In particolare, i grandi partner di business, sempre più consapevoli e orientati verso pratiche sostenibili, utilizzano i rating ESG come criterio fondamentale per valutare il merito di un'azienda mentre le certificazioni fungono da “faro di conformità”, con lo scopo di indicare alle imprese quali pratiche responsabili adottare e quali obiettivi conseguire andando oltre la mera redditività e promuovendo una cultura di trasparenza e governance etica nel contesto aziendale e finanziario globale.  

Lo scoring ESG, unitamente al Reporting di sostenibilità1 ha, in generale, il potenziale di divulgare sinteticamente ed efficacemente un'ampia quantità di informazioni riguardanti le pratiche gestionali e la capacità di resilienza delle aziende nell'ambito della creazione di valore a lungo termine. Questi strumenti sostanziano anche un meccanismo di riorientamento del mercato finanziario, assistendo gli investitori nell'allineare in modo più efficace i propri portafogli con criteri ambientali e sociali in linea con l'obiettivo di sviluppo sostenibile. Il crescente interesse nei confronti delle performance ambientali, sociali e di governance di un’azienda riflette la consapevolezza diffusa circa l'interconnessione tra le attività aziendali e il benessere globale.  

L'emergere di molteplici agenzie di rating certificate e specializzate in scoring ESG testimonia la crescente necessità di standardizzare le valutazioni in modo completo e confrontabile oltre le tradizionali metriche finanziarie. Tuttavia, l'ampia varietà di metriche, metodologie e approcci contribuisce a risultati eterogenei, che lascia a margini di interpretazione e, nel peggiore dei casi, pratiche al limite del greenwashing2. Per questa ragione, il regolatore sta direzionando i propri sforzi sempre più verso una progressiva convergenza verso standard internazionali e verso l'armonizzazione delle pratiche ESG, creando un linguaggio comune che faciliti una valutazione più accurata e comparabile delle prestazioni aziendali sostenibili e portando quindi indirettamente i fornitori di rating a “parlare la stessa lingua”.  

Dal punto di vista normativo, in particolare, il 20 dicembre 2023 il Consiglio Europeo ha adottato un mandato negoziale sulla proposta di Regolamento dei rating ESG; il 5 febbraio 2024 il Consiglio e il Parlamento Europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio sulla proposta di Regolamento in materia di Rating ESG, con l'obiettivo di aumentare la fiducia degli investitori nei prodotti sostenibili3. Le nuove norme saranno «volte a rafforzare l’affidabilità e la comparabilità dei rating ESG attraverso il miglioramento della trasparenza e dell’integrità delle operazioni dei fornitori di rating ESG, rendendo i rating più comparabili e prevenendo potenziali conflitti di interesse». In base alle norme proposte, i fornitori di rating saranno vigilati e dovranno rispettare gli obblighi di trasparenza dell’European Securities and Markets Authority (ESMA)4, in particolare per quanto riguarda la metodologia utilizzata e le fonti delle informazioni, così da prevenire e gestire i conflitti di interesse. I fornitori di rating ESG che intendono operare nell'Unione Europea dovranno, così, conformarsi a specifici requisiti e ottenere l'approvazione dei regolatori. Nell'accordo, vengono delineati i casi in cui i rating ESG sono soggetti alle normative, con dettagli sulle possibili esenzioni, descritti all’interno dell’articolo 20 del mandato negoziale5: in questo contesto viene introdotto anche un regime di registrazione semplificato e facoltativo della durata di tre anni per i fornitori di rating ESG di dimensioni ridotte. Tuttavia, al termine di questo periodo transitorio, tali piccoli fornitori di rating ESG dovranno conformarsi integralmente a tutte le disposizioni del regolamento. 

Da questo quadro si comprende come l'adozione di standard ESG fornisca alle aziende un framework strutturato per integrare la sostenibilità nelle loro strategie operative, pratica che si estende a tutta la catena del valore delle varie società6, contribuendo a mitigare rischi reputazionali e finanziari e rispondendo efficacemente all'attenzione sempre maggiore delle istituzioni finanziarie e degli investitori verso prospettive a lungo termine.  

1.1 Outlook globale: un panorama variegato e complesso 

Il panorama della rendicontazione non finanziaria è considerato dalla letteratura una “alphabet soup”, per la significativa numerosità di riferimenti e la rapida evoluzione degli stessi. 

Diverse sono le organizzazioni internazionali in grado di misurare il posizionamento ESG delle imprese. Esiste, infatti, una moltitudine di emittenti e, di conseguenza, di approcci, strumenti e standard sviluppati per guidare e valutare le pratiche aziendali in quest'area. L’issuer di una certificazione7 o più frequentemente di un rating ESG, può avere varia natura. Uno scoring ESG può essere emesso, infatti, da istituti finanziari, agenzie di rating finanziario, index provider, società private, think tank o dal settore pubblico, nonché da organismi standard setter come le Nazioni Unite o l’OECD. Più in generale, questi framework forniscono linee guida dettagliate per la divulgazione di informazioni non finanziarie. Allo stesso modo, riferimenti come gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (SDG) offrono orientamenti specifici per l'integrazione dei criteri ESG nelle decisioni aziendali, fornendo piattaforme e strumenti per misurare e confrontare le prestazioni ESG tra le imprese. Inoltre, la materialità8, l'attendibilità, la comparabilità e la tempestività rappresentano i principi che guidano la produzione di informazioni ESG di qualità.  

Questa ricchezza di riferimenti riflette l'importanza crescente della rendicontazione ESG nell'affrontare le sfide globali e nel promuovere pratiche aziendali responsabili e sostenibili, così come la novità della materia e le difficoltà nell’adozione di approcci comuni. Le certificazioni e i rating, incastonati in un mare di metriche ed approcci, potrebbero talvolta sembrare simili ma racchiudono, in realtà, moltissime differenze sostanziali. Al fine di guidare il lettore ad una fruizione consapevole delle sezioni successive in questo Modulo, più squisitamente operative, si ricapitolano di seguito le principali differenze tra certificazioni e rating: 

 

Certificazioni 

Rating ESG 

Ente certificatore 

Ente certificatore indipendente o organizzazione non governativa. 

Agenzia di rating certificata, altri enti non certificati, società private di rating creditizio/ESG, etc.  

Carattere 

Principalmente qualitativa. 

Componente qualitative e quantitative.  

Documentazione 

La documentazione richiesta è interna della Società. 

La documentazione necessaria a supporto può essere sia interna che esterna. 

Validità 

Validità principalmente pluriennale. 

Validità annuale. 

Riferimento temporale 

N/A 

Retroattivo (anno fiscale precedente). 

Risultato 

Il soggetto è “coperto” dalla garanzia attestata dalla Certificazione.  

Il soggetto ottiene un punteggio quantitativo e un relativo posizionamento rispetto ad un bacino di peer. A garantire l’esito “positivo” è lo score ottenuto e non la partecipazione. 

Obbligatorietà 

Principalmente volontarie. 

Principalmente volontarie tranne che per alcune tipologie di operatori del settore banking. 

​​​​​​​​​Data input e sinergie 

  • Disclosure di sostenibilità 

 

  • Disclosure di sostenibilità 

  • Certificazioni 

  • Altre info pubblicamente disponibili 

  • Compilazione di survey specifichi  

 

1.1.2 Le certificazioni: principali standard e organismi certificatori 

Le certificazioni e le norme tecniche costituiscono un mezzo attraverso il quale le imprese possono tangibilmente attestare il loro impegno verso gli stakeholders, tra cui investitori, clienti, dipendenti e comunità locali9; si configurano come uno strumento distintivo di qualità che certifica la conformità dell'azienda rispetto a determinati principi, fondandosi su metriche specifiche e standard universalmente riconosciuti a livello internazionale. Il processo di acquisizione di una certificazione prende solitamente avvio con un'analisi approfondita delle pratiche e dei presidi aziendali (cosiddetto “as-is”), per identificare punti di forza e aree suscettibili di miglioramento e definire, di conseguenza, un piano d'azione mirato (“to be”). Le fasi successive comprendono la pianificazione, l’attuazione delle misure previste dal piano, un monitoraggio costante dei risultati ottenuti e la verifica del sistema di controlli e presidi da parte di un ente terzo indipendente. Quest'ultima costituisce la fase cruciale del processo, poiché solamente attraverso un rigoroso processo di audit esterno10 l'azienda può conseguire una certificazione valida e riconosciuta a livello internazionale. Va sottolineato che le certificazioni ESG non rappresentano un traguardo conclusivo, bensì un impegno continuativo: l'azienda è chiamata a sostanziare annualmente il mantenimento o l'ulteriore miglioramento degli standard ESG, perpetuando il proprio impegno verso la sostenibilità. 

In particolare, di grande rilievo risultano le UNI EN ISO, ossia delle certificazioni che attestano la conformità di sistemi di gestione e standard nazionali. Queste certificazioni sono rilasciate da enti di certificazione accreditati11, noti come Organismi di Certificazione (OC). Gli OC sono organizzazioni indipendenti che verificano se un'azienda soddisfa i requisiti di uno standard ISO specifico. 

Anche se le certificazioni non hanno, tranne in casi particolari, un carattere di “obbligatorietà” normativo, ottenere tali riconoscimenti indica che l'azienda ha superato con successo un audit da parte di un ente terzo, dimostrando il rispetto di parametri specifici secondo criteri di valutazione standardizzati e uniformi12.  

Ci sono numerose norme ISO rispetto alle quali le imprese possono decidere di certificarsi, e che vanno a coprire diverse aree tematiche. Tra le più note troviamo: 

  • ISO 9001 - Sistemi di Gestione per la Qualità (SGQ); 

  • ISO 14001 - Sistemi di gestione ambientale (SGA); 

  • ISO 14064 - Carbon footprint Organizzazione; 

  • ISO 26000 - Responsabilità sociale d’impresa; 

  • ISO 45001 - Sistemi di gestione per la salute e sicurezza sul lavoro (SGSSL);  

  • ISO 50001 - Sistemi di gestione dell'energia (SGE); 

  • ISO 27001 - Sistema di gestione della sicurezza delle informazioni (SGSI); 

  • ISO 37001 - Sistemi di gestione per la prevenzione della corruzione (SGPC). 

Nel contesto nazionale l’UNI (Ente Italiano di Normazione) è l’associazione privata senza scopo di lucro che partecipa in rappresentanza dell’Italia all’attività di normazione degli organismi internazionali di normazione ISO e CEN13. I principali compiti dell’UNI sono: 

  • elaborare nuove norme di collaborazione con tutti le parti interessate; 

  • rappresentare l'Italia nelle attività di normazione a livello mondiale (ISO) ed europeo (CEN) allo scopo di promuovere l'armonizzazione delle norme, recepire norme EN o EN ISO, occupandosi eventualmente della traduzione; 

  • pubblicare e diffondere le norme tecniche ed i prodotti editoriali correlati. 

Tra gli organismi più conosciuti in questo settore figurano anche i seguenti riportati in tabella, che nel corso del tempo hanno elaborato direttive e strumenti con l'obiettivo di assistere le imprese nel miglioramento delle loro performance ESG: 

Altri organismi “standard setter” 

Global Reporting Initiative - GRI Certified Sustainability Professional14 

Il programma di certificazione GRI Professional è progettato per migliorare le conoscenze, le competenze e le competenze dei professionisti della sostenibilità nell'implementazione dei GRI Standards per migliorare la qualità del reporting di sostenibilità. Accessibili tramite la GRI Academy o un Certified Training Partner, i professionisti completano quattro corsi che coprono i fondamenti del reporting GRI, in preparazione per un esame di certificazione finale. 

Value Reporting Foundation - FSA Credential15 (Sustainability Accounting Standards Board / International Integrated Reporting Council) 

Le credenziali FSA combinano due esami per valutare la conoscenza del candidato dei concetti e delle competenze necessarie per orientarsi nel panorama della divulgazione della sostenibilità e la capacità di analizzare le informazioni finanziarie relative alla sostenibilità. Dopo aver superato il Livello I, un candidato viene identificato come "Candidato FSA Credential Level II". Dopo aver superato il Livello II, un candidato diventa "titolare delle credenziali FSA". 

International Integrated Reporting Council - ACCA Certificate in Integrated Reporting16 

Il certificato ACCA Certificate in Integrated Reporting accreditato dalla Value Reporting Foundation (ex International Integrated Reporting Council, IIRC) si concentra su come implementare il Reporting Integrato all'interno dell'organizzazione, descrivendo ciò che è necessario per sviluppare un report integrato di successo e fornisce linee guida su come procedere.  

In conclusione, vale la pane dedicare un ultimo focus alle certificazioni di carattere prettamente sociale, che spesso integrano e affiancano i Sistemi di gestione. In questo contesto, la SA800017 emerge come uno standard chiave nel garantire che le organizzazioni adottino pratiche lavorative etiche e responsabili, promuovendo i diritti umani, il benessere dei lavoratori e la tutela delle comunità locali. Attraverso la conformità a questo standard, le aziende non solo dimostrano un impegno tangibile nei confronti della responsabilità sociale, ma contribuiscono anche a promuovere un ambiente di lavoro equo, sicuro e rispettoso dei diritti fondamentali. Proiettandosi verso il futuro, è plausibile che le certificazioni diventino uno standard piuttosto che una scelta opzionale, integrandosi in maniera organica nelle modalità operative e nell'organizzazione delle aziende. 

  ​​​​1.1.3 Tipologie di rating e metodologie di valutazione 

Se le certificazioni seguono un approccio più procedurale nell'analisi delle pratiche aziendali e afferiscono più direttamente alla gestione di un aspetto aziendale e al mantenimento di uno standard che fornisce all’azienda certificata una “garanzia” di fiducia spendibile con i propri interlocutori, i rating ESG si basano principalmente su dati quali-quantitativi e producono un risultato sotto forma di punteggio più direttamente legato ad una performance misurata nel tempo. I rating di sostenibilità forniscono in modo sintetico informazioni sulla solidità di un soggetto da un punto di vista delle proprie prestazioni ambientali, sociali e di governance. Si tratta di rating complementari a quelli tradizionali, atti a sintetizzare l’effettivo comportamento sostenibile delle imprese, segnalando agli investitori quelle più virtuose.  

È importante notare che i provider di rating ESG sono numerosi, dando luogo a una varietà di valutazioni e punteggi18. I rating possono pertanto prevedere procedimenti di verifica e valutazione differenti e gli score possono essere calcolati utilizzando metodologie diverse; tra queste, la più comune è la raccolta e l’analisi di informazioni pubblicamente disponibili dell’azienda target che si vuole accreditare rispetto alla propria gestione e performance di sostenibilità. Le informazioni sono spesso legate al patrimonio di policy e procedure dell’azienda, al Codice Etico, al Modello di Organizzazione e Controllo o Sistemi di Gestione; possono richiedere il possesso di certificazioni ESG e la presenza di una fonte di disclosure di sostenibilità ed un processo di reporting di sostenibilità (es. Dichiarazione Non Finanziaria, Report di Sostenibilità, Bilancio Integrato, etc.19). Una seconda opzione può prevedere la compilazione attiva e la sottomissione diretta di questionari da parte delle aziende con la possibilità di rispondere a tutte le domande previste sia con risposte multiple che con argomentazioni più estese, a corredo delle quali è spesso richiesto di allegare documentazione a supporto o evidenze specifiche.  

I rating ESG possono essere quindi di due principali tipologie, dal punto di vista della raccolta dati: 

  • solicited, emessi su richiesta della società oggetto di valutazione attraverso un rapporto bilaterale diretto e regolato dal provider; in questo caso, l’emittente coinvolge direttamente la società valutata, assegnando lo score in base alle risposte a questionari, checklist e/o interviste al management; 

  • unsolicited, basati soltanto su informazioni pubbliche sulla società target, data provider specifici e fonti pubblicamente disponibili (es. media o documentazione societaria). 

Di seguito si propone una tabella che espone in maniera sintetica il funzionamento di cinque tra i maggiori provider internazionali di rating ESG20. 

 

 

 

 

 

Provider 

Fonte dei dati 

 

Validazione dei dati o engagement aziendale 

Dati provenienti da azienda sottoposta a Rating 

Dati aziendali non strutturali 

Dati di terze parti 

Dati pubblici  

Questionari 

 

Non utilizzato  

SI 

Non utilizzato 

SI 

N/A 

 

Non utilizzato 

SI 

Non utilizzato 

SI 

N/A 

 

Pubblicazioni aziendali e documenti normativi. 

NO 

Notizie e altri media; rapporti di organizzazioni non governative (ONG) / siti web. 

SI 

Feedback aziendale 

 

Informazioni aziendali disponibili al pubblico. 

NO 

Fonti di informazione esterne tra qui ONG, media, istituzioni accademiche e autorità governative. 

Non utilizzato 

Informazioni aggiuntive fornite dall'azienda durante il processo di feedback formale. 

 

 

 

 

 

 

 

Informazioni societarie. 

NO 

Dati macro a livello geografico o di segmento provenienti da banche dati governative, da ONG e da altre fonti di stakeholder relative a specifiche aziende. 

Non utilizzato 

Le aziende sono invitate a partecipare a un processo formale di verifica dei dati prima della pubblicazione del loro ESG Rating Report. 

 

Generalmente richiedere la valutazione è una scelta dell’azienda che può decidere su base volontaria se accreditarsi ad uno specifico rating; tuttavia, possono esserci casi in cui enti finanziari come banche o società di investimento siano di fatto obbligate per la propria natura a sottoporsi annualmente a valutazioni ESG, considerate come elementi in grado di influenzare la stabilità finanziaria e la redditività nel lungo termine21. 

2. L'ESG "label" come driver di sostenibilità aziendale 

Se da un lato si moltiplicano i sistemi di classificazione nati per guidare le aziende e i loro investitori a distinguere quali attività e pratiche aziendali siano identificabili come “sostenibili”, dall’altro risulta evidente quanto per le imprese, specialmente le PMI, sia complesso saper autonomamente scegliere l’approccio o le metriche più adatte al proprio caso, se non saper discernere le metodologie solide ed affidabili da strumenti spuri, poco credibili e non comparabili. In questo contesto va inquadrato anche l’avvento del Regolamento sulla Tassonomia Europea22, atto a creare un sistema di classificazione per identificare le attività economiche sostenibili e stabilire con un linguaggio comune una chiara definizione di ciò che è “green” e “socially sustainable”, con l’obiettivo finale di indirizzare i capitali e gli investimenti verso progetti e attività sostenibili. La Tassonomia potrebbe, nei prossimi anni, integrare i rating di fronte a investitori, partner di business e prestatori di finanza, e la relativa disclosure deve quindi essere considerata nel cammino strategico di cui a questo Modulo. 

2.1 Tendenze generali e strategie di settore 

Appare via via più chiaro, dunque, come per le imprese sia cruciale l'ottenimento di una “label” ESG come strumento di analisi ed “etichettatura” di vera sostenibilità. Sono molteplici, d’altronde, i benefici di un solido processo di certificazione ESG o di ottenimento di un buon rating di sostenibilità, tra cui: 

  • Il label ESG rappresenta una garanzia di fiducia e credibilità, di gestione responsabile delle questioni legate alle tematiche ESG e, di conseguenza, un elemento di sicurezza e affidabilità per i propri investitori e per il mondo del credito di sostenibilità23 in generale. Un’azienda capace di ottenere un rating ESG elevato non solo ha maggiori opportunità di crescita futura, in linea con gli obiettivi dell’agenda economica internazionale, ma attirerà anche un maggior numero di investitori, poiché una buona performance ESG è indicatore di solidità sul lungo periodo. In Italia, in particolare, oltre che un accesso al credito privato il possesso di certificazioni o rating ESG per le medie e piccole imprese può determinare l’ammissione ad appalti riconducibili ai fondi PNRR24 e alle garanzie di Stato, ad esempio quelle legate ai temi “green”25; 

  • la compliance rispetto a standard internazionalmente riconosciuti significa garantire e comunicare una buona governance, attenta ai requisiti normativi, alle novità emergenti in materia ESG ed ottimo esempio di consapevolezza e conformità rispetto a strumenti strategici spesso internazionalmente accreditati;  

  • da una comunicazione responsabile deriva un'immagine di impresa attiva, che genera vantaggio competitivo nella misura in cui le attività “pro-sociali” o “pro-ambientali” d’impresa rispondono alle aspettative dei suoi utenti, in modo stabile e coerente con un conseguente miglioramento della reputazione; 

  • si sfruttano importanti sinergie con altri strumenti fondamentali come il reporting26: la disclosure di sostenibilità, infatti, si fonda sulla raccolta di dati ed informazioni afferente alla gestione delle tematiche ESG e alle relative performance. Qualunque processo di certificazione o di accreditamento a rating ESG implica una fase di accurata raccolta di documentazione che buon beneficiare del reporting, rendendo più produttivi i processi di data collection; 

  • infine, proprio in virtù dell'attività di analisi e valutazione alla base del processo di certificazione o rating, l’ESG label rappresenta un mezzo di misurazione delle performance e dell’andamento del business e dei suoi impatti su economia, ambiente, persone e diritti umani più o meno strutturato finalizzato ad essere quanto più accurato, quantificabile e comparabile possibile. 

Mentre queste imprese cercano di adottare pratiche di investimento socialmente responsabili, la diversità di criteri di valutazione può generare risultati disparati. Benché potenzialmente vantaggioso per le aziende, infatti, il panorama di “etichette” di sostenibilità può nascondere, al contempo, anche rischi per le PMI, diventando un mare magnum di varietà di metriche, metodologie e approcci dissimili tra loro, scarsamente comparabili e, nel caso di assessment offerti da player minori, addirittura poco affidabili. Questa tendenza può quindi di fatto determinare:  

  • un rischio di greenwashing laddove si certifichi la sostenibilità di processi o attività che non lo sono, in assenza di possibilità di verifica. Nella maggior parte dei casi, la comunicazione presenta le seguenti caratteristiche: non vi sono informazioni o dati puntuali che supportino quanto dichiarato; le informazioni e i dati vengono dichiarati come certificati senza esserlo; sono enfatizzate solo alcune singole caratteristiche di aspetti più ampi; le informazioni sono generiche al punto da creare confusione o sono utilizzate etichette false o contraffatte27; 

  • un rischio di “smarrimento” di medie e piccole imprese volenterose che investono nella direzione sbagliata i propri sforzi rischiando di vanificare il lavoro svolto sotto il peso dell’etichetta sbagliata, o perché poco accreditata e affidabile, o perché troppo complessa per le loro possibilità e dunque “bruciante”, o perché troppo costosa e poco sostenibile economicamente. 

D'altra parte, questa diversità di approcci offre alle PMI la flessibilità di adattarsi alle loro specifiche esigenze e valori aziendali. Affrontare e comprendere questa complessità è essenziale per gli operatori che mirano a integrare con successo le pratiche ESG nei loro modelli di business. In tal senso, una buona pratica preliminare per un’impresa può essere quella dell'autovalutazione. Interrogandosi sulle pratiche adottate, valutando il grado di allineamento rispetto agli standard di riferimento verso i quali ci si intende certificare o rispetto alle richieste del rating prescelto e identificando azioni migliorative da mettere in atto per tempo, ogni impresa può approcciare al processo di “labelling” attraverso una valutazione preliminare e personalizzata che tenga conto degli aspetti peculiari connessi sia alla dimensione operativa sia al settore di operatività. 

2.2 Relazioni con gli investitori e comunicazione ESG 

La comunicazione e la gestione delle relazioni con gli investitori rappresentano aspetti essenziali nell'ambito della sostenibilità aziendale. Instaurare un dialogo trasparente riguardo alle attività intraprese dall'organizzazione e coinvolgere attivamente gli stakeholder nella definizione e nell'implementazione delle strategie sostenibili possono infatti generare numerosi vantaggi da diverse prospettive. 

In particolare, una comunicazione chiara e aperta riguardo agli obiettivi e agli sforzi sostenibili dell'azienda contribuisce a instaurare fiducia e credibilità presso gli stakeholder, inclusi clienti, investitori, dipendenti e comunità locali. Tale trasparenza consolida l'immagine aziendale come attore responsabile e consapevole dei propri impatti ESG. Questo approccio favorisce inoltre la coerenza tra gli obiettivi aziendali e le aspettative della società, migliorando la reputazione dell’azienda sul mercato. Inoltre, una comunicazione trasparente può contribuire a mitigare i rischi reputazionali e legali associati a pratiche non sostenibili.  

Nell'ambito degli investimenti e azionariato, il binomio tra investimenti e sostenibilità sta registrando un’evidente espansione, a fronte del crescente interesse verso i temi ESG: gli investimenti green hanno la capacità di ridurre il livello di rischio di portafoglio, ovvero di subire in misura minore le nuove sfide, da quelle legate al clima alla perdita di reputazione per comportamenti socialmente sempre più rilevanti, come, ad esempio, il tema del gender gap e dell'inclusione. Ogni investitore opera con la logica del rapporto rischio vs. rendimento e considera prioritariamente l 'integrazione di logiche ESG. Per valutare e apprezzare queste dimensioni servono KPI appropriati e specifici che si sommano ai più tradizionali indicatori economico-finanziari28. 

Altrettanto importante è l’accesso alle linee di credito e alle risorse finanziarie. In questo contesto i criteri ESG giocano un ruolo fondamentale, come fattori premianti nella definizione delle condizioni di concessione creditizia. Contestualmente, si inserisce l’importanza della gestione dei rapporti con la Pubblica Amministrazione in cui l’aspetto inerente alla sostenibilità rientra sempre più nelle valutazioni delle stazioni appaltanti anche in sede di affidamento degli appalti pubblici e nei criteri di accesso agli strumenti di finanza agevolata. La predisposizione e la comunicazione di un’analisi di sostenibilità secondo criteri riconosciuti potrà dunque incidere positivamente nel processo di valutazione da parte della PA anche in materia di accesso a finanziamenti e/o forme di premialità. 

3. Suggerimenti per migliorare le performance ESG di PMI e Microimprese 

Con l'intento di fornire un supporto pratico e mirato, vengono di seguito presentati alcuni consigli operativi e suggerimenti per sottolineare l'importanza dell'adozione di certificazioni e rating ESG al fine di potenziare le performance di PMI e Microimprese. In questa sezione, l’obiettivo primario è di fornire informazioni dettagliate a interlocutori specifici, fornendo un quadro dettagliato degli strumenti disponibili e delle principali certificazioni presenti sul mercato, fornendo, altresì, una panoramica sulle sfide predominanti e sulle opportunità principali associate alla misurazione delle performance ESG all'interno dell'azienda29. 

3.1 Certificazioni e Rating ESG per le PMI Quotate 

Le certificazioni e i rating ESG per le PMI Quotate sono uno strumento ormai fondamentale per un buon posizionamento sul mercato. Consentono all’azienda di strutturare i propri processi, identificare i punti di forza e le aree di miglioramento, generare consapevolezza interna e accreditarsi all’esterno. 

 3.1.1 Gli strumenti a disposizione e le principali certificazioni 

In questo contesto si posizionano le certificazioni ISO, riferimenti globali che valutano la conformità dei sistemi di gestione aziendale a standard dedicati. Riprendendo l’elenco proposto in precedenza vale la pena fornire maggiori specifiche circa quelle che sono le principali certificazioni rilevanti in materia di sostenibilità: 

  • ISO 9001 - Sistemi di Gestione per la Qualità (SGQ): è una norma riconosciuta a livello globale, che definisce i requisiti dei sistemi di gestione della qualità nei processi e nei prodotti o servizi erogati. Essa è una normativa volta al miglioramento costante dell’azienda, con obiettivo l’ottimizzazione della struttura organizzativa; 

  • ISO 14001 – Sistemi di gestione ambientale (SGA): la norma specifica i requisiti di un sistema di gestione ambientale che un’organizzazione può adottare per gestire gli aspetti ambientali, soddisfare gli obblighi di conformità legislativa, affrontare e valutare i rischi e le opportunità; 

  • ISO 14064-1 - Carbon footprint Organizzazione: la norma definisce i principi ed i requisiti per progettare e rendicontare gli inventari di GHG (gas ad effetto serra) a livello di organizzazione e definire così una specifica politica di carbon management finalizzata alla riduzione delle emissioni e al raggiungimento della neutralità carbonica. La ISO 14064-1 permette di calcolare le proprie emissioni, che potranno essere validate in conformità alla ISO 14064-3; 

  •  ISO 26000 - Responsabilità sociale d’impresa: non è una norma di sistema di gestione e non è destinata a fini di certificazione, è da intendersi come guida atta a fornire una panoramica dei diversi principi e pratiche di responsabilità sociale. Si caratterizza inoltre come un mezzo efficace per raggiungere gli obiettivi fissati nell’Agenda 2030 dall’ONU; 

  • ISO 45001- Sistemi di gestione per la salute e sicurezza sul lavoro (SGSSL): è la norma internazionale che specifica i requisiti per un sistema di gestione per la salute e sicurezza sul lavoro (SSL). La norma fornisce una guida per consentire alle organizzazioni di identificare, gestire e migliorare in modo proattivo le prestazioni della salute e sicurezza sul lavoro; 

  • ISO 50001 – Sistemi di gestione dell'energia (SGE): è lo standard di riferimento che aiuta le organizzazioni a migliorare l'efficienza energetica, ridurre i costi e mitigare gli impatti ambientali legati all'energia; 

  • ISO 27001 - Sistema di gestione della sicurezza delle informazioni (SGSI): è la principale norma internazionale incentrata sulla sicurezza delle informazioni e fornisce un impianto per aiutare le organizzazioni, di qualsiasi dimensione o settore, a proteggere le proprie informazioni in modo sistematico ed economico; 

  • ISO 37001 - Sistemi di gestione per la prevenzione della corruzione (SGPC): è il primo standard internazionale per i sistemi di gestione creato, sulla base delle best practice internazionali, con lo scopo di ridurre i rischi e i costi legati a possibili fenomeni corruttivi. Il sistema di gestione per la prevenzione della corruzione può essere impostato come un sistema a sé stante, oppure può essere parte di un sistema integrato. 

Come primo passo fondamentale verso l’ottenimento di una certificazione ESG l’azienda può implementare un processo di self assessment in modo da: 

  • conoscere la propria performance in ambito ESG; 

  • comprendere l’andamento del settore e capire la propria collocazione; 

  • analizzare i rischi ESG di settore e aziendali; 

  • individuare i gap esistenti e gli interventi migliorativi da effettuare; 

  • comprendere se l’azienda è pronta per intraprendere un percorso di rendicontazione ESG e indirizzarla verso lo strumento più consono rispetto alla propria struttura. 

Nel contesto della preparazione e dell'implementazione di procedure aziendali efficaci, è imperativo considerare una serie di fasi e attività chiave al fine di garantire un adeguato allineamento con gli standard internazionali, come ad esempio le norme ISO. L'adozione di tali procedure non solo migliora l'efficienza operativa, ma prepara anche l'organizzazione per audit ispettivi da parte di enti certificatori esterni. In questo quadro, nella tabella seguente sono stati proposti gli step principali da seguire e dei suggerimenti operativi al fine di strutturare un robusto processo di preparazione alle certificazioni: 

STEP 

SUGGERIMENTI OPERATIVI PER PMI QUOTATE 

Analisi del contesto 

L’azienda dovrebbe svolgere un'analisi approfondita del contesto interno ed esterno dell'organizzazione per valutare dettagliatamente i fattori che influenzano le attività aziendali. 

Benchmarking 

Svolgere un’attività di benchmarking delle pratiche aziendali rispetto a standard e best practice del settore per identificare aree di miglioramento e adottare un approccio proattivo verso l'ottimizzazione dei processi aziendali. 

Analisi dei bisogni delle parti interessate 

L’impresa dovrebbe strutturare un processo volto all'identificazione e la valutazione delle aspettative e delle necessità delle diverse parti coinvolte nell'attività aziendale. 

Valutazione dei rischi e delle opportunità 

L’organizzazione nella valutazione dovrebbe includere anche quelli connessi all'ambiente di mercato e nell'ecosistema operativo per mitigare potenziali minacce e capitalizzare sulle possibilità di crescita e di sviluppo dell'organizzazione. Attraverso questa analisi, è possibile, inoltre, stabilire strategie adeguate a gestire i rischi e sfruttare le opportunità emergenti. 

 Definizione degli obiettivi 

L’azienda dovrebbe stabilire una pianificazione degli obiettivi per definire chiaramente gli obiettivi aziendali e di stabilire i relativi piani d'azione per il loro conseguimento. 

Aggiornamento delle policy e procedure aziendali 

Svolgere aggiornamento regolare delle policy/procedure aziendali sottostanti, in linea con le evoluzioni del contesto operativo e normativo al fine di verificare la coerenza e l'adeguatezza delle politiche aziendali rispetto agli standard e alle normative di riferimento, (es. rivedere le policy sulla qualità se si intende intraprendere il processo di certificazione ISO 9001). 

Mappatura delle interazioni e dei processi 

L’organizzazione dovrebbe identificare le interazioni e i processi per comprendere e ottimizzare il flusso delle attività all'interno dell'organizzazione al fine di identificare eventuali inefficienze e di implementare miglioramenti mirati per aumentare l'efficienza operativa. 

Formazione e informazione degli stakeholders  

L’Organizzazione ha il compito di formare ed informare i propri stakeholders, siano essi interni o esterni, di come viene implementato il sistema di gestione; quindi, le policy e le procedure a cui sono soggetti in modo tale da renderli parte attiva nel processo organizzativo. 

Audit interni 

L’Organizzazione ha il compito di effettuare periodicamente degli audit interni atti a valutare e monitorare l’applicazione del SG, rilevare ambiti di miglioramento e riportare i risultati all’alta direzione. 

Riesame periodico dell’Alta Direzione 

Periodicamente, con frequenza almeno annuale, svolgere un riesame dell’Alta Direzione per valutare l'efficacia delle procedure implementate e apportare eventuali aggiornamenti o correzioni necessarie30.  

 

In sintesi, la preparazione accurata e l'implementazione di procedure aziendali strutturate secondo i concetti sopra descritti costituiscono una solida base per affrontare audit ispettivi da parte di enti certificatori esterni e per promuovere una cultura organizzativa orientata alla sostenibilità e all'efficienza. 

 3.1.2 Sfide ed opportunità della misurazione delle performance ESG 

Il presente paragrafo è rivolto a tutte le PMI quotate che hanno un interesse e una familiarità in tema di rating ESG. È importante comprendere che quest’ultimi non sono tutti uguali: infatti, un passaggio precedente all’assessment per l’ottenimento del rating, è quello di selezionarne uno che si rivolge ad un settore specifico o prioritariamente ad una singola tematica E, S o G. Deve essere inoltre considerato l’aspetto dell’affidabilità dell’ente valutatore, in quanto i provider che forniscono servizi volti ad assegnare un punteggio ESG sono molteplici e non è inusuale trovare società non certificate che utilizzano metodologie non affidabili. In questa cornice, può essere pertanto utile effettuare un benchmark di settore e confrontare le metodologie utilizzate dai vari enti valutatori, al fine di comprendere al meglio quale sia il bacino selezionato e quali siano i criteri di valutazione utilizzati.  

Un aspetto cruciale è infine il processo di reporting31. Avere un primo sistema di reportistica che fornisca dati chiari e completi sulle pratiche ESG è di fondamentale importanza, sia come fonte chiave per le informazioni disponibili per i rating, sia in qualità di processo fondamentale da valorizzare nei rating stessi.  

3.2 Certificazioni e Rating ESG per le PMI Non Quotate e Microimprese 

Questa sezione del Modulo è dedicata alle aziende più piccole e quindi meno ricche di presidi normativi interni e processi formalizzati, come PMI non quotate e microimprese, con l’obiettivo di aiutarle a prendere coscienza e consapevolezza delle opportunità e  degli elementi  da tenere presente - in quanto piccole realtà imprenditoriali - quando si parla di etichettatura ESG, che sia essa derivante dalla scelta di intraprendere un percorso di certificazione, o di accreditamento presso un'agenzia di rating ESG. Al fine di fornire uno strumento operativo di navigazione sicura in un contesto piuttosto complesso, si forniscono dei suggerimenti volti a rafforzare la solidità della comunicazione esterna delle azioni intraprese da questi soggetti nel loro quotidiano, e, ancora di più, dei processi o delle scelte mirate di investimento sostenibile.  

3.2.1 Gli strumenti a disposizione e le principali certificazioni  

Come già segnalato, uno degli strumenti principali per attestare l’impegno dell’impresa in termini di sostenibilità è sicuramente il possesso di una certificazione. Infatti, a differenza dell’ottenimento di un rating ESG, la cui valenza è annuale e il cui risultato insiste sulle performance, la certificazione ha una valenza pluriennale e certifica la conformità dei processi interni dell’organizzazione rispetto a determinati standard, comunicando, di conseguenza, il rispetto di determinati requisiti. A titolo di esempio, nella seguente tabella vengono proposti dei suggerimenti pratici che una PMI non quotata o una microimpresa potrebbe attuare al fine di essere conforme e pronta a soddisfare i vari step propedeutici all’ottenimento di una certificazione32.  

 

STEP 

SUGGERIMENTI OPERATIVI PER PMI E MICROIMPRESE 

Istruzione e formazione 

Comprendere cosa sia un sistema di gestione certificato, cosa significa, cosa comporta la certificazione e come può aggiungere valore al proprio business. Il sistema migliore per farlo è quello di raccogliere materiale disponibile pubblicamente o frequentare uno dei numerosi corsi rigorosamente accreditati disponibili sul mercato. 

Pre-audit preliminare 

Condurre un audit preliminare utilizzando come linee guida una delle innumerevoli checklist disponibili online o in alternativa strutturarne una in autonomia. In questa fase, per essere certificati, dovrete cercare di capire come fa le cose la vostra organizzazione nella quotidianità e in cosa si discosta rispetto a come andrebbero fatte le cose secondo la richiesta della certificazione. Molte aziende, per esempio, utilizzano già processi o procedure per il tema della salute e sicurezza, materiali che possono essere utili, se opportunamente rivisti e adattati per l’ottenimento della ISO 9001. 

Confronto tra la situazione as-is e i requisiti della certificazione 

Questo lavoro viene svolto per identificare tutti i gap tra ciò che la vostra organizzazione è già in grado di svolgere e ciò che dovrà fare se vuole certificarsi. Uno dei metodi che potrete seguire è quello di fare stilare un elenco dei requisiti della certificazione e usarlo come promemoria. Non ci si deve limitare a leggere la norma e a selezionare quali elementi già presenti soddisfano i requisiti individuati; questo modo di fare, infatti, vi porterà a conseguire un risultato molto modesto. Una volta svolto questo confronto attraverso una analisi critica dovreste essere in grado di individuare i punti che coprono i requisiti della certificazione e le conseguenti lacune. 

Definire delle Policy interne 

Se non già presenti, è di fondamentale importanza ai fini dell’ottenimento della certificazione di stabilire delle policy interne (i.e. Policy di qualità etc.). 

Stabilire i ruoli, allocare risorse e pianificare 

In questa fase dovranno essere messe a disposizione tutte le risorse necessarie per portare avanti il processo di certificazione. devono essere stabiliti i ruoli e le ownership di ogni collaboratore in questo progetto: ad esempio chi condurrà le verifiche ispettive, chi avrà in carico la gestione dei documenti (owner). Contemporaneamente devono essere stabiliti tutti gli obiettivi necessari ed un processo strutturato e definito al fine di ottenere un buon risultato. 

Preparazione documentale 

Questa è la fase più onerosa e dispendiosa. In questa fase infatti si dovranno: 

  • Preparare le procedure richieste dalla norma; 

  • Preparare tutte le altre procedure, le istruzioni di lavoro e tutti gli altri documenti richiesti per svolgere al meglio il lavoro. 

Audit interno 

Gli audit interni saranno svolti da una persona all’interno dell’azienda, il ruolo di tale auditor sarà quello di verificare che l’azienda soddisfi i requisiti della norma esattamente come descritto nelle procedure e nelle policy preparate precedentemente.  

Gli audit sono uno strumento di vitale importanza e utili per individuare ulteriori azioni di miglioramento. 

Ente Certificatore 

In questo ultimo step l’organizzazione deve scegliere un ente certificatore, essendoci una moltitudine di organismi che offrono servizi di certificazione è consigliabile effettuare delle ricerche di mercato accurate confrontando le diverse offerte proposte ed avere in mente il requisito fondamentale ossia che l’ente in questione sia accreditato. 

 

3.2.2 Sfide ed opportunità della misurazione delle performance ESG 

Appare chiaro, a fronte di quanto affrontato, come per le imprese di piccola dimensione sia fondamentale approcciare ad una prima misurazione in-house della gestione delle tematiche di sostenibilità. Risulta, dunque, prioritario per soggetti di questa maturità prediligere la strutturazione di un processo di rafforzamento dei processi e delle policy sottostanti rispetto ad intraprendere un percorso di misurazione delle proprie performance ESG.  

Parlare di rating per imprese di queste dimensioni può, dunque, apparire prematuro sebbene esistano comunque approcci e metodologie di avvicinamento alternative per misurare l’impatto che esse hanno sull’ambiente e sulla comunità. Tuttavia, come già affrontato in questo Modulo, non sempre risulta immediato orientarsi e riconoscere enti certificatori o agenzie di rating affidabili da operatori mendaci: esistono, infatti, organismi, enti o agenzie di rating inaffidabili e non certificate che si promuovono come enti accreditati ed esperti mettendo invece in atto delle vere e proprie operazioni di falsificazione o raggiro di piccole imprese inesperte allo scopo di trarre profitto nel contesto della crescente moltiplicazione di “etichette” e la sempre più diffusa pratica di imitazione di metodologie certificate. Oltre a considerare, dunque, l‘opportunità di procedere ad un processo di certificazione ESG prima di valutare un rating, si consiglia di seguire le seguenti indicazioni: 

  • verificare, anche tramite richiesta diretta, che si tratti di un operatore certificato; 

  • chiedere o indagare la metodologia seguita dall’ente anche attraverso la richiesta di documentazione sottostante; 

  • richiedere che l’ente certifichi il bacino di riferimento selezionato per il rating;  

Attraverso queste semplici ma fondamentali indicazioni imprese di piccole dimensioni possono assicurarsi l‘interazione con un interlocutore affidabile e un investimento produttivo per la crescita e per il miglioramento delle prestazioni. 

 

4. Un caso studio 

Viene presentato il seguente case study al fine di illustrare come il processo di valutazione e l’ottenimento di uno scoring ESG possano rappresentare un driver di crescita per le PMI. Il focus del caso studio è una Media Impresa italiana non quotata a gestione familiare operante nel settore spedizioni e logistica di circa 50 dipendenti. La società serve un bacino globale di clienti, offrendo una varietà di soluzioni di spedizione, magazzinaggio, autotrasporti e intermediazione doganale. 

A partire dal 2020, è stato avviato un processo di miglioramento dei processi aziendali attraverso il supporto di professionisti specializzati con l’obiettivo di strutturare, razionalizzare ed integrare linee guida e procedure per l‘ottimizzazione dell'efficienza operativa. Questo processo, che ha interessato inizialmente l‘ambito della Qualità secondo i criteri stabiliti dalla norma ISO 9001, ha condotto l'azienda a intraprendere significativi sforzi per implementare un Sistema di Gestione della Qualità conforme allo Standard con l'obiettivo di ottenere la certificazione ISO 9001. Le prime azioni intraprese dall'organizzazione hanno riguardato la formalizzazione delle procedure interne e la definizione di ruoli e responsabilità all'interno dell'azienda con appositi Ordini di servizio. 

L'anno successivo l'impresa ha avviato un processo di integrazione dei criteri sulla gestione delle tematiche ambientali, manifestando l’ambizione di ottenere la certificazione ISO 14001 per l’implementazione di un Sistema di Gestione Ambientale con i presidi già esistenti. La stessa ambizione ha guidato i vertici aziendali ad intraprendere un processo di valutazione e certificazione in materia di Salute e Sicurezza sul lavoro, da un lato, con lo scopo di seguire la ISO 45001, formalizzare e rendere tangibile l'impegno e l'attenzione verso la gestione integrata di Salute, Sicurezza, Ambiente e Qualità, garantendo ai propri dipendenti un ambiente di lavoro salubre e sicuro e, dall’altro, per rendere ancora più solido e conforme il proprio presidio di gestione con un beneficio anche in termini reputazionali, commerciali e di rapporti con i propri stakeholder. 

Nel 2023 la società è stata pronta a coronare il proprio percorso di consolidamento e integrazione dei presidi scegliendo di accreditarsi presso uno dei rating di sostenibilità più riconosciuti nel panorama internazionale tra quelli con un focus ambientale, ottenendo un punteggio in linea con le tendenze di mercato della propria industry e i peer di settore. L’intero processo ha richiesto un coinvolgimento di tutti i livelli aziendali, promuovendo una consapevolezza degli impatti ESG delle attività e favorendo contestualmente la creazione di una cultura organizzativa orientata alla trasparenza e alla responsabilità aziendale, che migliora la reputazione e la fiducia di clienti e investitori. 

 

 


 

 

 

 

Link e riferimenti

  • Camera di Commercio di Trento, Prassi di riferimento UNI/PdR 134:2022 - Rating di sostenibilità per imprese di minori dimensioni - Modello di autovalutazione https://www.tn.camcom.it/sites/default/files/uploads/documents/PDR1342002Ratingdisostenibilita.pdf 

  • European Commission, Directorate-General for Financial Stability, Financial Services and Capital Markets Union, Study on sustainability-related ratings, data, and research.  
    https://data.europa.eu/doi/10.2874/14850 



 

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