Che cos’è l’EFTA?

L'EFTA rappresenta un'importante realtà nel panorama economico europeo. Un'organizzazione che, attraverso il libero scambio e la cooperazione, contribuisce alla prosperità dei suoi membri e al rafforzamento di un'economia globale più aperta, equa e sostenibile.

In questo articolo scoprirai l'EFTA

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I diritti doganali rappresentano un fattore determinante nel calcolo dei costi totali associati alle operazioni di import-export. Ignorare questa componente cruciale può tradursi in ritardi nelle spedizioni, costi imprevisti e persino sanzioni da parte delle autorità doganali, ostacolando il successo delle proprie attività commerciali. Comprenderne il funzionamento, le diverse tipologie e le modalità di applicazione è un requisito imprescindibile per ottimizzare i costi, evitare spiacevoli contrattempi e sfruttare al meglio le opportunità offerte dal mercato globale.

I diritti doganali sono costituiti da tutti quei tributi che le autorità doganali di un determinato Paese applicano e riscuotono sulle merci che entrano ed escono dal loro territorio doganale, in ottemperanza alle proprie normative.

Tra i diritti doganali assumono particolare rilievo i diritti di confine, che comprendono ad esempio i dazi all’esportazione e quelli all’importazione, i diritti di monopolio, le sovraimposte di confine, le imposte sul valore aggiunto, ecc. Si tratta, dunque, di un gruppo di entrate con diverse caratteristiche ma con una matrice comune: sono prelevate all'atto delle operazioni doganali.

Il presupposto per l'obbligazione tributaria doganale è dato:

  • per le merci estere, dalla loro destinazione al consumo nel territorio doganale di arrivo;
  • per le merci da esportare, dalla destinazione al consumo in uno Stato estero.

Poiché i diritti doganali possono incidere in modo significativo sui costi totali di spedizione, sia all’importazione che all’esportazione, è importante comprendere quali sono, come vengono calcolati dalle autorità e quali soggetti sono responsabili del loro pagamento.

I dazi doganali

Il dazio è un tributo che viene versato alla dogana in occasione dell’ingresso di una merce nel (o dell’uscita dal) territorio di un altro Stato. Pertanto, i dazi possono essere imposti anche alle esportazioni ma sono più frequenti quelli sulle importazioni. Il principale scopo dei dazi, infatti, è equiparare il costo dei beni importati a quello dei prodotti fabbricati localmente, per mantenere un’equa concorrenza, proteggere il gettito nazionale e salvaguardare l'industria locale.

Esistono diversi tipi di dazi all’importazione. Tra i più comuni ci sono:

  • i dazi  d’importazione standard o fiscali: sono dovuti "per tutti i Paesi" quando si introducono merci senza alcun trattamento preferenziale. Costituiscono fondamentalmente un’entrata erariale il cui unico scopo è quello di assicurare maggiori entrate alle casse dello Stato;
  • i dazi di origine preferenziale: si tratta di una riduzione o un'eliminazione dell'aliquota standard del dazio grazie a un accordo commerciale con il Paese di origine;
  • i dazi anti-dumping: il termine "dumping" si riferisce all'inondazione del mercato di un Paese straniero con merci di valore inferiore rispetto allo standard nazionale, con conseguenze negative per le imprese locali. Il dazio antidumping si riferisce a un dazio aggiuntivo, oltre al dazio d'importazione standard, che aumenta il costo delle merci provenienti da alcuni Paesi per scoraggiare la concorrenza sleale e proteggere l’economia nazionale;
  • i dazi compensativi: si basano sullo stesso principio dei dazi anti-dumping e vengono imposti sulle merci che sono state sovvenzionate nel Paese di origine;
  • i dazi di salvaguardia: vengono imposti come tassa aggiuntiva quando le merci vengono importate in quantità tali da danneggiare l'industria nazionale;
  • i contingenti: sono quantità stabilite di merci che possono essere importate con un'aliquota di dazio inferiore al normale. Il contingente non viene applicato automaticamente, ma deve essere richiesto. Molti contingenti funzionano in base al principio "primo arrivato, primo servito", ma in alcuni casi può essere richiesta una licenza. I contingenti possono essere utilizzati in combinazione con i dazi preferenziali o di salvaguardia, per consentire l'importazione di una certa quantità di merci in regime di preferenza o senza il dazio di salvaguardia. Una volta raggiunto il contingente, gli importatori sono tenuti a pagare un dazio maggiore sulle loro importazioni;
  • le accise: sono imposte indirette applicate a determinati tipi di merci quando vengono importate o rese disponibili per il consumo. Il loro scopo è quello di scoraggiare l'uso di tali prodotti, in modo che non vengano consumati o vengano consumati in quantità inferiori. Esempi di prodotti soggetti ad accisa sono l'alcol, il tabacco e gli idrocarburi.
  • Il dazio può essere di due tipi: ad valorem, quando il suo importo corrisponde a una percentuale del valore indicato in fattura, oppure specifico, quando viene calcolato in ragione del numero di unità che compongono la merce spedita, del suo peso o del suo volume.

L’aliquota dei dazi doganali è generalmente compresa tra lo 0 e il 20% viene calcolata tenendo conto del valore reale dell’articolo, delle spese di spedizione e dell’assicurazione.

Di solito il dazio viene pagato da chi importa la merce, ma compratore e venditore possono anche stabilire di comune accordo che sia quest’ultimo a dovere versare il tributo.

Le imposte doganali

 Le imposte doganali sono tributi statali sui consumi gravanti sui beni acquistati all'estero e importati nel proprio Paese. Il tributo resta infatti applicabile anche se l’acquisto avviene all’estero e viene riscosso dalle autorità doganali al momento dell’introduzione delle merci nel Paese. Generalmente sono applicati all'atto dell'importazione, per consentire lo svincolo delle merci.

 La differenza principale tra imposte e dazi è che questi ultimi sono applicati sulle merci che entrano o escono da un Paese, mentre le imposte sono applicate sugli acquisti. Sia i dazi che le imposte, comunque, contribuiscono a determinare il costo totale di importazione o esportazione del bene.

Una delle imposte più diffuse è l'imposta sul valore aggiunto, che prende nomi diversi a seconda del Paese: IVA o imposta sul valore aggiunto, appunto, in Italia, VAT o Value Added Tax nel Regno Unito, GST o Goods and Services Tax negli Stati Uniti, TVA o Taxe sur la valeur ajoutée in Francia, BTW o Belasting Toegevoegde Waarde nei Paesi Bassi e Umsatzsteuer o USt in Germania.

Anche le aliquote ovviamente, che vanno dallo 0 al 20% ed in certi casi anche oltre, variano a seconda del Paese e del prodotto. 

Le imposte sono generalmente a carico dell'importatore. 

Su cosa si basano i dazi e le imposte? 

I funzionari doganali stabiliscono l'importo dei diritti applicabili basandosi sulle informazioni contenute nella fattura commerciale e negli altri documenti allegati alla spedizione. Per questo motivo è estremamente importante riportare in fattura informazioni complete e puntuali, anche perché, nel caso in cui dovessero mancarne alcune, le autorità doganali potrebbero definirle in autonomia ed eventualmente addebitare un importo più alto del necessario.

Tra queste, bisogna opportunamente specificare: 

    • la descrizione dei beni sulla fattura commerciale, comprensiva di uso finale del prodotto e Paese di fabbricazione. Per consentire una corretta classificazione delle merci, il codice HS e la descrizione devono corrispondere;
    • il valore delle merci, comprensivo di costi di trasporto e dell'importo per l'eventuale aumento della responsabilità del vettore;
    • eventuali accordi di commercio internazionali, che potrebbero dare diritto ad esenzioni o agevolazioni fiscali;
    • gli Incoterms®, da riportare sulla fattura commerciale, che indicano quale accordo è stato preso tra il mittente e il destinatario in merito al pagamento dei costi di spedizione, inclusi i diritti doganali.

    Come calcolare i diritti doganali sulle importazioni?

    Per prima cosa, occorre appurare qual è l'aliquota imponibile per le merci da spedire, poiché questa varia a seconda del Paese di destinazione.  Per saperlo, si può consultare il sito web ufficiale delle autorità doganali o delle tariffe commerciali del Paese di destinazione. Generalmente, è possibile effettuare la ricerca partendo dal codice armonizzato o dalla descrizione del prodotto.

    Una volta individuata l'aliquota, si possono calcolare i diritti doganali applicabili alla spedizione sommando il valore delle merci, i costi di trasporto, l'assicurazione e gli altri eventuali costi e moltiplicando il totale ottenuto per l'aliquota applicabile. Il risultato sarà l'ammontare dei diritti doganali da versare in dogana per svincolare la spedizione.

    Perché è importante conoscere i diritti doganali?

    Investire tempo e risorse nella comprensione dei diritti doganali si traduce in un vantaggio competitivo inestimabile per le imprese che operano nel mercato globale poiché permette di:

    • pianificare con precisione i costi di import-export, evitando spiacevoli sorprese e garantendo margini di profitto ottimali;
    • sfruttare al meglio le agevolazioni e le esenzioni previste dalle normative doganali, ottimizzando l'incidenza fiscale sulle proprie operazioni;
    • ridurre i tempi di sdoganamento e velocizzare il flusso delle merci, incrementando l'efficienza della supply chain;
    • minimizzare il rischio di sanzioni e ritardi, derivanti da errori o imprecisioni nelle dichiarazioni doganali.

    Si tratta, in conclusione, di un investimento strategico che ripagherà ampiamente nel tempo, garantendo competitività, efficienza e successo nel mercato globale.

     

     

     

     

     



     

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