Cina: Evoluzione Economica e Opportunità di Investimento per le Imprese Italiane
Seconda economia al mondo per Prodotto Interno Lordo e prima per esportazioni totali, la Cina emerge come una potenza di rilievo su scala globale. Il gigante asiatico, con una crescita economica vigorosa, una vasta popolazione e rilevanti progressi tecnologici, si è trasformato rapidamente in un attore dominante e partner strategico nelle relazioni internazionali.
All’inizio del 2021, il Governo cinese ha presentato il suo programma per potenziare la competitività nell’economia digitale nel contesto del XIV Piano di Sviluppo Quinquennale (2021-2025).
in questo articolo scoprirai le potenzialità della seconda economia per PIL - la Cina.
Seconda economia al mondo per Prodotto Interno Lordo e prima per esportazioni totali, la Cina emerge come una potenza di rilievo su scala globale. Il gigante asiatico, con una crescita economica vigorosa, una vasta popolazione e rilevanti progressi tecnologici, si è trasformato rapidamente in un attore dominante e partner strategico nelle relazioni internazionali.
All’inizio del 2021, il Governo cinese ha presentato il suo programma per potenziare la competitività nell’economia digitale nel contesto del XIV Piano di Sviluppo Quinquennale (2021-2025). Il documento pone significativa enfasi sull’obiettivo di adottare un nuovo modello di sviluppo focalizzato su una crescita qualitativa e orientata all’innovazione e alla sostenibilità. Le Autorità cinesi si impegnano a sostenere lo sviluppo economico del Paese, estendendo i benefici a tutte le fasce della popolazione e stimolando il potenziale di consumo del mercato interno. Come ha sottolineato il presidente Xi Jinping, l’obiettivo principale è trasformare la Cina da una “società moderatamente prospera” a un “Paese socialista moderno” entro il prossimo centenario del Paese, quello della fondazione della Repubblica Popolare Cinese nel 2049.
Il nucleo del Piano quinquennale è rappresentato dalla strategia della “Dual Circulation”, introdotta per la prima volta dal presidente Xi Jinping nel 2020, evidenzia la volontà cinese di svincolarsi dalle altre potenze economiche straniere per concentrarsi maggiormente sulla crescita del mercato interno. Lo scopo principale della dual circulation è, quindi, di trasformare il Paese da un territorio fortemente orientato alla produzione ad un territorio in cui il consumo interno gioca un ruolo centrale. Per aumentare la domanda nazionale è necessario incentivare il flusso di capitale all’interno della società e permettere ai cittadini di partecipare attivamente all’economia del paese attraverso il consumo di beni nazionali.
Nonostante l’accento sulla crescita del mercato interno, la Cina non intende intraprendere un processo di de-globalizzazione, ma piuttosto un nuovo modello di sviluppo economico in cui circolazione interna ed esterna coesistono. Pechino, infatti, ha ampliato la possibilità di entrare nel mercato cinese agli investitori stranieri che possono beneficiare di maggiori opportunità di investimento, di politiche più aperte e di più ampia copertura degli strumenti finanziari. Tra le diverse iniziative, spicca la decisione della Cina di consentire l’ingresso senza visto, per un massimo di 15 giorni, ai titolari di passaporti ordinari provenienti da Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Spagna e Malesia. Tale disposizione è entrata in vigore il 1° dicembre 2023 e sarà valida fino al 30 novembre 2024.
Allo stesso tempo, la Cina si propone come modello guida e fonte di ispirazione per altri Paesi emergenti, sostenendo e finanziando diverse iniziative e progetti di sviluppo in Paesi terzi. Sul piano delle relazioni bilaterali, quindi, la Cina mira a potenziare le proprie relazioni economiche e commerciali con i Paesi industrializzati, i Paesi emergenti e, in particolare, con le principali nazioni dell’Unione Europea.
La Cina è il primo paese al mondo in termini di esportazioni totali con una quota mondiale del 14,6% nei primi nove mesi del 2023; è la seconda potenza per importazioni totali con una quota del 10,6% nei primi nove mesi del 2023; la 75° economia in termini di PIL pro capite e la 25° economia più complessa secondo l’Economic Complexity Index (ECI).
Diversi sono i punti di forza che hanno permesso a Pechino di affermarsi come una potenza economica globale in poco più di un ventennio. In primo luogo, la sua economia figura tra le più imponenti al mondo, contraddistinta da una crescita economica costante, un clima favorevole per gli investimenti in svariati settori e un ampio mercato interno caratterizzato da una classe media in espansione. Il paese sta, inoltre, compiendo progressi significativi nella ricerca e sviluppo tecnologico, diventando un leader in settori come la tecnologia delle comunicazioni e l'intelligenza artificiale. Infine, il colosso asiatico detiene considerevoli riserve valutarie, che le conferisce una posizione finanziaria solida.
Nonostante la sua rilevanza a livello globale, la Cina sta affrontando un calo demografico per il secondo anno consecutivo nel 2023, decremento attribuibile al ritorno del Covid-19 e alle sfide economiche affrontate dal paese. L'Ufficio nazionale di statistica riporta una popolazione di 1,396 miliardi di persone, registrando una diminuzione di oltre due milioni rispetto alla fine del 2022. Questa contrazione è la prima dal “Grande balzo in avanti”, il Secondo Piano Quinquennale cinese degli anni '60 promosso da Mao Zedong, ed è frutto dei cambiamenti di costume indotti dalla stessa crescita economica e dalle decisioni del Partito comunista cinese che alla fine degli anni ‘70, per rallentare l’aumento demografico, ha introdotto la politica del figlio unico. Il programma è stato un successo ed è terminato nel 2016. Ciò, tuttavia, ha condotto alle complessità demografiche ed economiche che la Cina sta affrontando.
Secondo l’Osservatorio Economico MAECI, nel 2023 il PIL cinese ha raggiunto i 16,5 miliardi di euro, registrando una crescita del +5,5% su base annua e andando oltre le previsioni del 5,3%. Sebbene questa cifra rappresenti un superamento degli obiettivi governativi del “circa 5%”, si tratta comunque di uno dei tassi di crescita più bassi degli ultimi decenni, escludendo il periodo della pandemia del Covid-19. Nonostante le sfide incontrate, la Cina mantiene saldamente la sua posizione di seconda economia mondiale in termini di PIL, riflesso della sua persistente influenza economica e della rilevanza nel contesto del commercio internazionale.
Perché investire in Cina?
A seguito della pandemia, la ripresa economica cinese è stata la più lenta dal 1976, tuttavia, se la si confronta con altre economie colpite dalle ondate di contagi, mostra una certa resilienza.
In secondo luogo, l’urbanizzazione e l’aumento del potere di acquisto della classe media giocano un ruolo significativo nella stimolazione dei consumi interni. Questo fenomeno non si limita solo alle città di prima fascia, come Pechino, Shanghai e Canton, ma anche quelle di seconda e terza fascia (20 metropoli, ciascuna con 7-10 milioni di abitanti), insieme ad altre aree urbane tra i 3 e i 5 milioni di abitanti. L'aumento dei redditi, la crescente urbanizzazione e la nascita di nuove tendenze nella cultura e nella moda influenzate dal modello occidentale, determinano nel mercato cinese nuovi modelli di consumo. A seconda dei settori, tali modelli possono essere ispirati da status symbol (lusso, vini, ecc., ad alta valenza di immagine), da forte attenzione al rapporto qualità/prezzo (razionalizzazione delle scelte d'acquisto tramite l'e-commerce) ovvero da fattori specifici di determinati settori particolarmente nei beni durevoli (qualità di processo/prodotto, assistenza post-vendita, ecc.).
Per sfruttare appieno le opportunità offerte da questo mercato asiatico, è necessario essere presenti in loco, in modo tale da comprendere meglio le tendenze emergenti, adattarsi alle peculiarità della domanda cinese e ridurre le distanze logistiche tra produttori e consumatori. Monitorare da vicino l'evoluzione normativa e le politiche amministrative a livello provinciale e municipale è fondamentale, data la vasta dimensione continentale del paese.
Il sistema produttivo cinese, con la sua ampia varietà di beni e tecnologie, sta attraversando attualmente una fase di trasformazione avanzata nel suo sistema industriale, con un concomitante potenziamento degli sforzi per attrarre investimenti stranieri. Questa evoluzione presenta nuovi spazi di mercato e opportunità per le imprese italiane.
Rapporti con l'Italia
L’Italia e la Cina vantano una profonda relazione culturale e storica, risalente a figure illustri come Marco Polo e Matteo Ricci e consolidatasi ulteriormente con l’istituzione della Repubblica Popolare Cinese nel 1949, grazie a figure politiche di spicco come Nenni, Fanfani, Giorgio La Pira e Mattei. Le relazioni diplomatiche tra i due Paesi sono iniziate nel 1970 con il riconoscimento della Repubblica Popolare Cinese da parte dell'Italia. Da quel momento, i rapporti bilaterali hanno registrato sviluppi significativi, con accordi di cooperazione culturale e scientifica, protocolli in campo spaziale, accordi di assistenza legale e agli affari civili, nonché accordi di cooperazione economica. Nel 2004 è stato istituito il Comitato intergovernativo Italia-Cina, e a coronamento della cooperazione, nel 2009, c’è stata la partecipazione della Cina al G8, stipula di nove accordi bilaterali di cooperazione e sviluppo con l’Italia.
In virtù di questi legami profondi, i rapporti Italia-Cina vengono delineati come un “partenariato strategico globale” sin da tempi remoti. Nel 2020, sono stati celebrati i 50 anni delle relazioni diplomatiche tra i due paesi, a conferma della duratura e proficua collaborazione di questi ultimi.
Interscambio commerciale Italia – Cina
Dal punto di vista macroeconomico, la Cina rappresenta una destinazione strategica per le esportazioni italiane, posizionandosi come primo mercato di destinazione dell’export italiano in Asia-Pacifico. Complessivamente, l'interscambio tra Italia e Cina nei primi 11 mesi del 2023 ammonta a 62,28 milioni di euro.
La Cina rappresenta il 2° fornitore dell’Italia, con una quota di mercato dell’8,1% nei primi dieci mesi del 2023 e un totale importazioni pari a 35,8 milioni di euro. È, inoltre, l’8° mercato di destinazione dell’export italiano, principale partner extra-Ue dopo gli Stati Uniti, con un peso del 3,1% nei primi dieci mesi 2023.
Le esportazioni italiane in Cina nei primi undici mesi del 2023 registrano un risultato pari a 17,70 milioni di euro, una crescita positiva con un aumento del +20,7% rispetto allo stesso periodo precedente. Secondo le elaborazioni dell’Osservatorio Economico MAECI, le regioni italiane più interessate dalle esportazioni sono Lombardia (26%), Emilia-Romagna (13,7%) e Veneto (13,1%).
A livello settoriale, tra i principali comparti per quota di export italiano in Cina, si evidenzia un incremento rispetto al periodo equivalente del 2022 nel settore farmaceutico (+368,4%), tessile e abbigliamento (+9%) e macchinari (+0,3%), mentre sono in flessione il settore delle sostanze e prodotti chimici (-12,7%) e dei mezzi di trasporto (-30,8%).
Gli Investimenti Diretti Esteri (IDE) in Cina ammontano a 15,5 miliardi di euro nel 2022, evidenziando uno squilibrio rispetto agli IDE cinesi in Italia, che si attestano a 2,3 miliardi di euro. Tuttavia, si delineano ampi spazi per attrarre investimenti cinesi produttivi in Italia, soprattutto nei settori legati alla mobilità sostenibile.
I settori chiave degli investimenti verso Pechino includono prodotti alimentari, energia (anche da fonti rinnovabili), sanità, assistenza sociale, fornitura di acqua, reti fognarie, trattamento dei rifiuti, risanamento, macchinari e apparecchiature.
Inoltre, recentemente la Cina ha aggiornato le linee guida in materia di politica fiscale per creare un ambiente più favorevole all’attrazione degli investimenti esteri. Le nuove misure includono, ad esempio, riduzioni sull’IVA per le attività imponibili transfrontaliere ed esenzioni fiscali sulle esportazioni.
Dove investireInizio modulo
Le categorie merceologiche di maggiore rilevanza per l’export italiano in Cina abbracciano una vasta gamma di settore. Gli articoli farmaceutici, chimico-medicinale e botanici costituiscono il 24,3% delle esportazioni totali, seguiti dai prodotti tessili e dell’abbigliamento (20,6%), macchinari di impiego generale (19,1%) e mezzi di trasporto (5,4%).
Nel settore dei macchinari e apparecchiature, l’export italiano è trainato dalle macchine utensili di fascia alta, in particolare per il settore dell’aviazione, con crescenti opportunità di vendita grazie al miglioramento degli standard qualitativi dei produttori cinesi; macchinari usati per progetti ambientali; macchinari e attrezzature specializzate per costruzioni e edilizia, con un focus su progetti ambiziosi come tunnel e infrastrutture.
Per quanto riguarda il settore sanitario, l’Italia eccelle nell’esportazione di farmaci e apparecchiature mediche, con una particolare enfasi su dispositivi chirurgici e robotici, oltre ai dispositivi medici impiantabili e servizi informatici per sistemi ospedalieri, telemedicina e gestione dei dati sanitari personali.
L'Italia si distingue anche come uno dei principali esportatori di prodotti agroalimentari in Cina tra i Paesi dell’Unione Europea. Attualmente, i consumatori cinesi mostrano un forte interesse per vino, cioccolato, snack e merendine, ispirati dal diffuso “Italian dream” legato alla cucina mediterranea e allo stile di vita italiano.
Infine, la Cina emerge come il futuro principale mercato globale del lusso entro il 2030, con una previsione del 25-27% degli acquisti mondiali nel settore tessile. L'influenza positiva del lifestyle italiano guida l'intero settore moda, portando benefici non solo ai grandi marchi di abbigliamento e calzature, ma anche a marchi di medie dimensioni che hanno successo attraverso distribuzioni online e canali commerciali tradizionali cinesi. Nonostante la crescente concorrenza da parte di produttori locali, soprattutto nelle fasce medio-alte del mercato, i consumatori cinesi mantengono una preferenza costante per i prodotti del settore Moda e Accessori con il marchio "Made in Italy". Questo è attribuibile agli sforzi di comunicazione e agli investimenti distributivi compiuti dalle grandi marche italiane nel corso dell'ultimo decennio.Inizio moduloInizio modulo
In un panorama contraddistinto da complesse dinamiche economiche e geopolitiche, i rapporti tra Italia e Cina continuano a evolversi, riflettendo un partenariato strategico ricco di sfaccettature e molteplici opportunità di investimento e sviluppo per entrambi gli attori economici.
Link utili
China-Economic-Update-Dec23-EN.pdf (worldbank.org)
Boom delle esportazioni italiane in Cina, e non è chiaro il perché - Il Sole 24 ORE
Info Mercati esteri CINA
Xi, centrato l'obiettivo di società moderatamente prospera - Asia - Ansa.it