Cos'è il capitale di rischio?

Il capitale di rischio è l'anima pulsante di ogni impresa. È la linfa vitale che alimenta la crescita, l'innovazione e il successo, fornendo le risorse finanziarie e il know-how necessari per avviare, far crescere e prosperare un progetto imprenditoriale. Ma cos'è esattamente? E come si differenzia da altri tipi di capitale? In questo articolo, approfondiremo la natura del capitale di rischio, esplorando le sue caratteristiche, le sue componenti e i diversi soggetti che concorrono alla sua formazione.

Il capitale di rischio, detto anche equity o capitale proprio o sociale (anche se, come vedremo in seguito, i vari termini non sono esattamente sinonimi), è l’insieme delle risorse di un'impresa conferite dai soci o dagli investitori. Essendo rappresentativo della partecipazione al progetto imprenditoriale, esso è pienamente soggetto al rischio d'impresa, il che significa che potrebbe andare perso o non distribuito in caso di una cattiva gestione o di un evento sfavorevole.

Per tale motivo al capitale di rischio non è associata una remunerazione minima. La remunerazione del capitale di rischio (ad esempio delle azioni) dipende infatti dal risultato di gestione raggiunto, mentre le obbligazioni danno diritto al rimborso del capitale e alla corresponsione di un interesse indipendentemente dal risultato di gestione dell'impresa. Inoltre, in caso di perdite rilevanti dell’impresa con conseguente avvio della procedura di liquidazione, prima si procede al rimborso dei creditori (ad esempio gli obbligazionisti) e poi, con i mezzi residui, si rimborsano i titolari del capitale di rischio (ad esempio gli azionisti). 

In questo articolo parleremo di: 

  • Cosa comprende il capitale di rischio;
  • Quali soggetti concorrono alla formazione del capitale di rischio;

 

Contenuto Premium
Per poter visualizzare il contenuto completo accedi o registrati sul portale.

Il capitale di rischio è l'anima pulsante di ogni impresa. È la linfa vitale che alimenta la crescita, l'innovazione e il successo, fornendo le risorse finanziarie e il know-how necessari per avviare, far crescere e prosperare un progetto imprenditoriale. Ma cos'è esattamente? E come si differenzia da altri tipi di capitale? In questo articolo, approfondiremo la natura del capitale di rischio, esplorando le sue caratteristiche, le sue componenti e i diversi soggetti che concorrono alla sua formazione.

Il capitale di rischio, detto anche equity o capitale proprio o sociale (anche se, come vedremo in seguito, i vari termini non sono esattamente sinonimi), è l’insieme delle risorse di un'impresa conferite dai soci o dagli investitori. Essendo rappresentativo della partecipazione al progetto imprenditoriale, esso è pienamente soggetto al rischio d'impresa, il che significa che potrebbe andare perso o non distribuito in caso di una cattiva gestione o di un evento sfavorevole.

Per tale motivo al capitale di rischio non è associata una remunerazione minima. La remunerazione del capitale di rischio (ad esempio delle azioni) dipende infatti dal risultato di gestione raggiunto, mentre le obbligazioni danno diritto al rimborso del capitale e alla corresponsione di un interesse indipendentemente dal risultato di gestione dell'impresa. Inoltre, in caso di perdite rilevanti dell’impresa con conseguente avvio della procedura di liquidazione, prima si procede al rimborso dei creditori (ad esempio gli obbligazionisti) e poi, con i mezzi residui, si rimborsano i titolari del capitale di rischio (ad esempio gli azionisti).

Cosa comprende il capitale di rischio?

Il capitale di rischio non consiste solo in risorse economiche (cioè, in termini pratici, la liquidità), ma bisogna anche considerare l’esperienza, le competenze e il know-how che i soci finanziatori potrebbero decidere di mettere a disposizione dell’impresa. Tutte queste risorse potrebbero fare la fortuna dell’azienda e, per questo, sono quantificate nel capitale di rischio.

Per identificare al meglio il capitale di rischio e quello che esso comprende bisogna, tuttavia, fare un’ulteriore riflessione e partire dal presupposto che lo sviluppo dell’impresa si compone di diverse fasi che si susseguono una dopo l’altra.

Al momento della sua costituzione, l’impresa non può disporre delle risorse provenienti dalla vendita dei suoi prodotti o servizi per sostentarsi. In questa prima fase, quindi, il capitale iniziale è costituito esclusivamente dai conferimenti dei soci, o dell’unico socio fondatore, il cui valore è indicato nell’atto costitutivo della società.

Nelle fasi successive però, l’attività sarà in grado di generare profitti che andranno ad integrare il capitale di rischio, che risulterà così composto anche dall’utile destinato a riserve e dall’utile non distribuito.

Capitale proprio e capitale di rischio, pertanto, nonostante nell’accezione comune vengano spesso utilizzati come sinonimi, non identificano propriamente la stessa cosa: essi coincidono nella fase iniziale dell’attività, ma poi, mentre il primo (detto anche capitale sociale nelle realtà imprenditoriali con più fondatori) rimane sostanzialmente invariato a meno che i soci non deliberino un aumento di capitale, il secondo si arricchirà anche delle riserve e degli utili che l’attività d’impresa produrrà.

Appare più corretto, invece, il parallelismo tra capitale di rischio e patrimonio netto (altro termine con cui viene tradotto “equity”). Tutto il patrimonio netto, infatti, è soggetto al rischio di impresa ed è quindi considerabile capitale di rischio.

Quali soggetti concorrono alla formazione del capitale di rischio?

Coloro che concorrono in maniera preponderante al capitale di rischio sono i soci fondatori dell’azienda. Tuttavia, i soggetti che danno il via al progetto imprenditoriale non sono necessariamente gli unici a contribuire alla costituzione del capitale di rischio o al suo incremento.

 Infatti, molto spesso può capitare che l’impresa necessiti anche del supporto di altri soggetti che, partecipando al capitale di rischio attraverso investimenti e finanziamenti, permettono all’azienda di crescere ed espandersi sul mercato.

Sono diverse le figure esterne che possono contribuire al capitale di rischio di un’azienda.

I fondi di Venture Capital, detti anche "fondi di capitale di rischio” sono strumenti finanziari che investono in aziende innovative ad alto potenziale di crescita. Questi fondi raccolgono denaro da investitori istituzionali, come ad esempio fondi pensione, compagnie di assicurazione e family office, e lo impiegano per finanziare startup e PMI in fase iniziale o di espansione, in cambio di una partecipazione azionaria.

A volte, le grandi aziende investono in startup innovative per acquisire nuove tecnologie, competenze o per accedere a nuovi mercati: in questo caso si parla di Corporate Venture Capital.

Anche un’impresa esterna può contribuire al capitale di rischio, come succede nelle organizzazioni aziendali che prevedono la creazione di una holding alla quale ricondurre più di un’azienda. Imprese di questo tipo partecipano al capitale di rischio tramite finanziamenti intercompany di varia natura.

Nell’ecosistema delle startup, sono molto noti anche i Business Angels, investitori privati che decidono di supportare finanziariamente le startup innovative. A differenza delle banche o dei fondi di Venture Capital, i Business Angels sono investitori informali che mettono a disposizione il loro capitale personale. Oltre al denaro, i Business Angels spesso offrono alle startup anche il loro know-how e la loro rete di contatti, elementi fondamentali per aiutare le imprese a crescere e affermarsi sul mercato.

Esistano poi moltissimi incubatori e acceleratori che supportano le startup nella loro fase iniziale fornendo servizi di formazione, mentoring e networking, e in alcuni casi anche investendo direttamente nel loro capitale.

Un’altra categoria molto importante è quella degli investitori istituzionali come gli istituti bancari, fondazioni e assicurazioni che possono aggiungere risorse al capitale di rischio di un’azienda. L’intervento degli investitori istituzionali nel capitale di rischio viene definito anche come attività di private equity.

Anche un ente pubblico può concorrere al capitale di rischio di un’impresa allo scopo di migliorare lo sviluppo economico di un intero territorio.

Infine, un'ulteriore tipologia di investitori è quella riconducibile al metodo ormai consolidato del crowdfunding, canale di finanziamento attraverso il quale una moltitudine di investitori può partecipare al capitale di rischio di startup o imprese in fase embrionale. In questo caso si è in presenza del cosiddetto crowdfunding equity, ossia il capitale di rischio finanziato tramite raccolta pubblica di fondi.

La scelta di chi coinvolgere nel capitale di rischio dipende da diversi fattori, tra cui la fase di sviluppo della startup, il tipo di business e le esigenze finanziarie.

In un mondo in continua evoluzione, il capitale di rischio rappresenta una risorsa fondamentale per le imprese che aspirano a prosperare. Comprendere appieno le sue sfaccettature è un passo fondamentale per qualsiasi imprenditore che desidera alimentare la crescita del proprio progetto e costruire un futuro solido e duraturo.


 

SACE Education è molto altro
Se ti è piaciuto questo articolo non perdere l’opportunità di accedere a più contenuti formativi e sempre gratuiti.
Conoscenza e pianificazione sono i primi step per aumentare la propria competitività sul mercato.
Iscriviti all’area riservata per ricevere in anteprima le ultime news di SACE Education, seguire nuovi percorsi formativi personalizzati e scaricare report esclusivi.