Il ruolo delle PMI nella Supply Chain

La gestione sostenibile della catena di fornitura: responsabilità e opportunità per le imprese

La catena di fornitura (supply chain) rappresenta l'insieme interconnesso e interdipendente di fornitori, partner, collaboratori e prestatori di servizi impegnati nella produzione di un output alla clientela, dalla fase di produzione alla vendita, attraverso la rete di distribuzione . In tale ambito, in virtù della rilevanza del posizionamento aziendale, le imprese devono adottare sistemi di gestione che permettano un controllo efficiente della catena di fornitura e promuovano la collaborazione con la filiera per stimolare l’efficacia dei processi di produzione, fornitura e distribuzione, l’integrazione di nuove tecnologie e l’efficienza dei processi, abbreviando i tempi e riducendo i costi dei prodotti/servizi, con il fine di migliorare i livelli di qualità e garantire una distintività attraverso il valore aggiunto rispetto ai propri competitor.

E' importante tracciare delle linee guida operative relative alla gestione responsabile della catena di fornitura, finalizzate a fornire panoramica specifica sul contesto delle diverse categorie dimensionali di impresa che in Italia saranno coinvolte da questi progressivi processi di trasformazione. Ponendosi come “guida all’utilizzo”, questo contributo mira, pertanto, a presentare le principali novità introdotte e gli elementi significativi da tenere in considerazione, le strategie e le metriche comuni e specifiche per fornire alle organizzazioni spunti pratici e agevolare l'implementazione delle migliori pratiche aziendali declinate nel contesto di PMI quotate e PMI tradizionali.

Vuoi saperne di più? Cosa potrai approfondire da questo articolo:

  • Sustainable supply chain
  • Principali aspetti chiave per le PMI quotate e non quotate
  • Come agire in qualità di fornitori
  • Come agire in ambito acquisti
Contenuto Premium
Per poter visualizzare il contenuto completo accedi o registrati sul portale.


La gestione sostenibile della catena di fornitura: responsabilità e opportunità per le imprese

La supply chain rappresenta l'insieme interconnesso e interdipendente di fornitori, partner, collaboratori e prestatori di servizi impegnati nella produzione di un output alla clientela, dalla fase di produzione alla vendita, attraverso la rete di distribuzione.

Oggigiorno, il tema dell'eccessivo sfruttamento delle risorse e delle materie prime, insieme all’aumento della popolazione mondiale, ha sollevato la questione di quale sia un modello di sviluppo compatibile con la salvaguardia dell'ecosistema sotto il profilo ESG. L'intero sistema economico, le imprese e il comparto produttivo richiede infatti una riconsiderazione del business in chiave sostenibile e stimola gli enti regolatori internazionali ed europei a creare nuove basi normative comuni con un focus particolare sul tema della supply chain. È anche in virtù di questa nuova tendenza che si è iniziato, progressivamente, a parlare di “sustainable supply chain”, riferendosi ad un sistema di gestione delle risorse e dei processi che miri a ridurre l'impatto ambientale, sociale ed economico lungo l'intera catena di approvvigionamento di un'azienda e ad “nuova disciplina” che fondi la propria strategia su obiettivi di sostenibilità, tra cui l'uso responsabile delle risorse, la mitigazione delle emissioni di gas serra, la promozione dei diritti dei lavoratori e la gestione etica delle forniture, con lo scopo di armonizzare l’efficienza operativa con la responsabilità sociale d’impresa.

Strategie, metriche e misurazione per la gestione responsabile della catena di fornitura delle PMI

Proponiamo di seguito delle linee guida operative relative alla gestione responsabile della catena di fornitura, finalizzate a fornire panoramica specifica sul contesto delle diverse categorie dimensionali di impresa che in Italia saranno coinvolte da questi progressivi processi di trasformazione. Ponendosi come “guida all’utilizzo”, questo contributo mira, pertanto, a presentare le principali novità introdotte e gli elementi significativi da tenere in considerazione, le strategie e le metriche comuni e specifiche per fornire alle organizzazioni spunti pratici e agevolare l'implementazione delle migliori pratiche aziendali declinate nel contesto di PMI quotate e PMI tradizionali.

I principali aspetti chiave per le PMI

In prima battuta è necessario dedicare, trasversalmente, alcune righe alla governance. La necessità di coinvolgere diverse funzioni aziendali per adattarsi alle nuove normative e rivedere la governance interna, ponendo così le basi per una robusta due diligence, emerge chiaramente sia guardando le aziende in qualità di fornitori, che in riferimento alle proprie necessità di approvvigionamentoIn questo contesto, rivestono un ruolo cruciale le figure a presidio dei temi di sostenibilità: siano per esempio un Responsabile per la Sostenibilità (o Sustainability Manager), o una Funzione vera e propria, nel caso di aziende più grandi, o altre Funzioni che annoverano tra le proprie responsabilità anche la gestione di tali tematiche. Tale presidio, per ottimizzare l‘efficienza operativa e la visione strategica, dovrebbe includere un legame diretto con la Direzione Finanziaria e con gli Acquisti. Infatti è fondamentale che le imprese non solo sviluppino un efficace sistema di gestione dei rischi ma anche un solido per processo di due diligence dei fornitori. Risulta evidente che sia la catena di approvvigionamento che la sostenibilità richiedono, infatticollaborazioni tra diversi dipartimenti e non possono essere confinate a specifiche funzioni. Fino ad ora, la consapevolezza sui processi di due diligence è prevalentemente concentrata nel settore degli acquisti.

Éinfinedi primaria importanza coinvolgere nelle decisioni cruciali non solo la Proprietà, ma anche il Top e il Middle management, al fine di diffondere una cultura della sostenibilità che si rivolga trasversalmente a tutti i livelli aziendali e che includa un’attività di formazione, sia per tematiche specifiche, come quella della due diligence che per i temi ESG a carattere generale.

Come agire in veste di fornitori

PMI quotate

L’impianto normativo e di legittime attese degli stakeholder a cui le PMI quotate devono dare una risposta concreta è molto eterogeneo e dettagliato, in particolare nel contesto italiano in cui alle previsioni comunitarie si aggiunge sia un impianto strutturato di misure nazionali incardinate nel Codice degli Appalti, che un insieme di prassi e consuetudini che dal Codice attingono riferimenti e buone pratiche.

Le PMI quotate, muovendosi in un contesto molto competitivo, devono quindi cercare i propri punti di forza distintivi scegliendo tra diversi fronti e opportunità, tra cui spiccano sicuramente le certificazioni e più in generale gli strumenti di monitoraggio e rendicontazione delle proprie performance.

L’implementazione di sistemi di gestione, ottenimento di certificazioni e rating, nonché la preparazione alla risposta efficace agli strumenti di ESG scoring attraverso piattaforme di assessment e piattaforme di procurement aziendali sono le principali attività utili che permettono di porsi come fornitori qualificati.

Nello specifico:

  • I sistemi di gestione giocano un ruolo essenziale nel garantire che un’organizzazione operi in modo coeso e in conformità agli standard internazionali. In questa prospettiva, le certificazioni ISO, rilasciate dall’ Organizzazione Internazionale per la Normazione (ISO), rappresentano documenti ufficiali che attestano la conformità dei sistemi di gestione dei processi aziendali e specifiche norme tecniche. Tra queste, la ISO 14001per la gestione ambientale, emerge come indicatore tangibile dell'impegno del fornitore verso elevati standard di sostenibilità certificazioni agevolano la valutazione oggettiva delle pratiche aziendali in termini di qualità e sostenibilità.
  • Sempre più spesso le aziende si affidano ai rating ESG (o “rating di sostenibilità”) per ricevere un assessment o uno score come strumento di supporto per valutare il proprio livello di sostenibilità. Esistono diverse scale e metriche di valutazione che coprono fattori differenti; tuttavia, la maggior parte delle impostazioni offre una categoria di valutazione generale, come “debole”, “media” o “avanzata”, oppure una scala percentuale. Importanti operatori privati analizzano le performance delle aziende accreditate in merito ai temi ESG, esaminando gli aspetti ambientali, sociali, etici e di approvvigionamento sostenibile. Ciascuna di queste piattaforme utilizza metodologie specifiche per valutare le performance aziendali in termini di sostenibilità, fornendo analisi dettagliate su diverse aree tematiche. In tal senso, è quindi utile per le imprese indagare, ad esempio tramite attività di benchmarking, presso quali rating qualificarsi e a quali assessment aderire, al fine di essere pronti alle valutazioni delle aziende potenziali partner.

 

Per quanto riguarda le piattaforme di procurement, esse vengono utilizzate dagli operatori, soprattutto quelli di maggiori dimensioni, per agevolare le proprie valutazioni sulla propria catena di fornitura. Infatti rappresentano il principale strumento per tracciare e valutare i fornitori, assegnando loro un appositpunteggio o individuando addirittura dei cosiddetti “requisiti cancello” alla registrazione in albo fornitori. È quindi importante individuare quali siano gli elementi premianti mediamente più presenti, per sviluppare presidi ad hoc e massimizzare la propria possibilità di qualificazione come fornitore virtuoso. In tal senso, infine, si ricordi che anche la rendicontazione pubblica delle proprie performance finanziarie e non, ad esempio attraverso un report integrato o un report di sostenibilità, aiuta le aziende in cerca di partner a individuare gli operatori più affidabili e ambiziosi. Dotarsi di una reportistica pubblica abilita ad un “posizionamento passivo”, permettendo di entrare nei benchmarking e nelle ricerche di mercato e quindi distinguersi anche solo in termini di indicizzazione web

 

PMI Non Quotate

Le PMI sono spesso chiamate in causa nelle catene del valore globali in veste di fornitore, contribuendo a processi complessi con il proprio know-how su prodotti semilavorati e servizi ad alto valore aggiunto. Dovendo interloquire anche con grandi attori con policy e procedure di approvvigionamento molto dettagliate,è fondamentale creare i giusti presidi verso i controlli che i partner di business potrebbero richiedere sotto forma di audit o due diligence.

L'implementazione di questi processi assicura alle imprese la tracciabilità, la rendicontazione e la mitigazione dei rischi ESG all'interno della catena di approvvigionamento, e farsi trovare pronti risulta fondamentale per posizionarsi a livello settoriale. In tal senso, i meccanismi di valutazione a cui una PMI potrebbe essere soggetta sono principalmente di due tipologie:

  • audit documentali, particolarmente efficaci in catene di fornitura più ristrette. Questo tipo di approccio si dimostra pragmatico, consentendo di concentrarsi sulle tematiche più rilevanti e di adattare la valutazione alle esigenze specifiche del settore e dei suoi stakeholder. Inoltre, il coinvolgimento      di quest’ultimi nella definizione delle metriche rappresenta un elemento chiave: la consultazione attiva con i fornitori, i partner commerciali e altri attori della catena di fornitura consente di identificare le metriche più pertinenti e di ottenere un quadro completo e trasparente degli impatti ESG lungo l'intera catena
  • audit on site,      o “in loco”, un processo di valutazione e ispezione diretta che coinvolge la presenza fisica degli auditor presso il luogo aziendale o di un fornitore. In ambito ESG, questo tipo di audit si concentra sulla verifica sul campo delle pratiche ambientali, sociali e di governance. Gli auditor esaminano le strutture aziendali, verificano le condizioni lavorative, analizzano le strutture decisionali e conducono ispezioni fisiche e documentali,      permettendo di fornire una valutazione dettagliata e accurata delle performance aziendali in relazione agli standard ESG. L'audit on site è essenziale per garantire la conformità effettiva e la sostenibilità delle pratiche aziendali.

Per giungere preparati a tali processi, è utile sviluppare presidi pragmatici, dai costi comunque contenuti, quali:

  • Un patrimonio interno di policye procedure, che racconti gli impegni dell’azienda e dimostri la consapevolezza delle normative rilevanti
  • un archivio di documentazione rilevante ad evidenza delle posizioni raccontate;
  • la definizione puntuale delle responsabilità in capo a figure dirigenziali e apicali;
  • una attività di formazione/informazione interna del personale, per garantire che tutti siano edotti dei processi aziendali.

 

Come agire in ambito acquisti

PMI Quotate

Dal punto di vista della gestione dei processi di procurement, almeno tre sono le direttrici da seguire nella valutazione delle azioni da mettere in campo:

  • gestione dei rischi: attraverso un controllo mirato del procurement lungo la catena di valore, sia in termini di prodotti/servizi acquistati che nella scelta e selezione degli operatori partner, l'azienda può ridurre i rischi operativi e reputazionali derivanti da pratiche insoddisfacenti dei fornitori (ad esempio di lavoro minorile, disastri ambientali...). Una due diligence strutturata consente di mitigare i rischi legati a possibili interruzioni dell'approvvigionamento (c.d. “rischio di specializzazione”);
  • aspettative degli investitori: le società con valutazioni ESG elevate godono di minori costi di capitale, in particolare quando tali risultati sono associati non tanto alle pratiche di Corporate Social Responsibility, ma alle attività operative (operations) e quindi anche all’approvvigionamento. La crescita continua di fondi ESG e un aumento dei flussi finanziari dedicati a progetti e società green porta alla necessità di confronto con gli investitori, per intercettare le variabili rilevanti su cui concentrare le attenzioni;
  • processo di selezione: la definizione di processi strutturati è un elemento cardine per garantire efficacia ed efficienza nell’adozione di qualsiasi pratica, e in particolare nelle procedure di approvvigionamento, le quali devono necessariamente tener conto di elementi sia qualitativi che quantitativi. Un processo di selezione sufficientemente robusto aiuta a selezionare le controparti a loro volta più affidabili e in grado di fornire valore aggiunto nella value chain del prodotto/servizio offerto al consumatore finale.

Oltre alla stesura di una Politica di acquisto responsabile - elemento fondativo proprio di soggetti già dotati di una consapevolezza strutturata - che delinei nel dettaglio ogni fase del processo di procurement, al fine di mantenere la tracciabilità dei processi e favorire migliori condizioni contrattuali con i fornitori è rilevante soffermarsi in particolare sui processi di selezione in ambito Procurement. Le attività di “screening” e valutazione dei fornitori rappresentano un momento critico per garantire un'efficace gestione della catena di fornitura: come anticipato, la tracciabilità e la qualità si configurano come i due pilastri fondamentali nella scelta dei fornitori. La capacità di vigilare con precisione su ogni fase della catena di fornitura e di garantire elevati standard qualitativi non solo è diventata tassativa per instaurare fiducia tra gli stakeholder, ma rappresenta anche una leva strategica fondamentale per mantenere una posizione competitiva in un mercato sempre più attento alla sostenibilità.

Benché non esistano approcci standardizzati, è possibile declinare la valutazione ESG dei fornitori in diversi momenti del rapporto con le controparti, segmentando la valutazione a beneficio della trasparenza e di un controllo puntuale ma efficiente:

  • valutazione in sede di selezione (pre-acquisto): prima di intraprendere un accordo di fornitura, è essenziale effettuare una valutazione completa del potenziale fornitore. Questa fase coinvolge la raccolta di informazioni dettagliate sulla reputazione, l'esperienza passata, le certificazioni e l'impegno verso la sostenibilità del fornitore. Al fine di consolidare in modo più efficace la collaborazione e garantire un comportamento etico e responsabile, è sempre più diffusa, tra le aziende, la prassi di sviluppare un codice di condotta specifico destinato ai fornitori. Tale documento mira a delineare in maniera chiara e inequivocabile gli standard etici e comportamentali che ci si attende che il fornitore adotti durante la collaborazione con l’azienda acquirente. Questo processo non solo rappresenta un atto formale di impegno, ma costituisce anche una dimostrazione tangibile dell’accordo con i valori aziendali e della volontà dell'operatore di conformarsi agli standard etici richiesti. Il codice di condotta può essere standard e redatto secondo principi etici internazionali o settoriali, oppure customizzato al fine di incorporare requisiti specifici dell’azienda acquirente.
  • valutazione durante l'operatività: una volta avviato il rapporto, la valutazione continua delle performance del fornitore è cruciale. Questo può coinvolgere il monitoraggio delle pratiche operative, la qualità dei prodotti e servizi forniti, la conformità agli standard ESG e la tempestività nelle consegne. La trasparenza e la comunicazione aperta sono fondamentali in questa fase per risolvere eventuali problemi tempestivamente e garantire una partnership efficace;
  • valutazione post-fornitura: alla conclusione della fornitura, è necessario valutare l'intera esperienza. Ciò include l'analisi della qualità dei prodotti o servizi forniti, il rispetto degli accordi contrattuali, la gestione di eventuali problematiche durante l'operatività e la conformità agli standard di sostenibilità. Questa fase fornisce feedback preziosi e può influenzare le decisioni future      sul proseguimento o meno della collaborazione. Un approccio completo che integra queste fasi contribuisce a mitigare i rischi, migliorare l'efficienza operativa e promuovere la sostenibilità a lungo termine.

Per quanto riguarda le metriche valutate, nell'ottica di un approccio pratico e concentrato sugli obiettivi, la personalizzazione si rivela fondamentale. Un esempio tangibile di questa flessibilità si riscontra nei processi di auditing dei fornitori. I processi di audit dei fornitori per i criteri ESG (Ambientali, Sociali e di Governance) si configurano come fondamentali strumenti di valutazione e monitoraggio delle performance sostenibili all'interno delle catene di approvvigionamento aziendali. Esistono diverse tipologie di processi di auditing, ciascuna finalizzata a esaminare aspetti specifici legati agli impatti ESG, tra le quali si annoverano:

  • auditing Ambientale: questo processo si concentra sull'analisi delle pratiche ambientali dei fornitori, tramite la valutazione dell'impatto sulle risorse naturali, le emissioni di gas serra, l'efficienza energetica e la gestione dei rifiuti. Gli standard di riferimento includono le linee guida della ISO 14001 e la Tassonomia UE;
  • auditing Sociale: l'audit sociale concerne la valutazione delle condizioni lavorative, dei diritti umani e della responsabilità sociale delle imprese all'interno delle catene di approvvigionamento. I criteri includono il rispetto dei diritti dei lavoratori, l'uguaglianza di genere, la sicurezza sul lavoro e l'adesione a standard come SA8000 e le Linee Guida dell'OCSE per le Imprese Multinazionali;
  • auditing Societario/di Governance: questo tipo di audit mira a valutare la qualità delle pratiche di governo aziendale dei fornitori. Ciò include la trasparenza amministrativa, l'etica aziendale, la gestione dei conflitti di interesse e l'adesione a codici di condotta come il Codice di Corporate Governance UE.

Operativamente tali processi, che possono essere svolte dal personale aziendale o da fornitori specializzati, possono prevedere l'analisi di documenti, interviste e ispezioni sul campo, al fine di verificare la conformità dei fornitori agli standard.     

PMI Non Quotate

Dal punto di vista dell’operatore che necessita invece di approvvigionamento, in generale si suggerisce di porre l’accento sui processi di pre-accreditamento e sulla tracciabilità delle informazioni relative al prodotto/servizio acquistato. 

 

  • accreditamento degli operatori: valgono le considerazione in termini di valutazione in sede di selezione già riportate in precedenza: agire in Albo Fornitori, chiedendo alle proprie controparti di qualificarsi condividendo le proprie informazioni societarie, le certificazioni, gli eventuali sistemi di gestione, permette già di individuare dei partner di business affidabili e trasparenti. Inoltre, nell’ottica di promuovere una gestione delle fornitur ancora più orientata alla sostenibilità, è sempre più frequente la tendenza a dare priorità agli acquisti “certificati”. Questa scelta, che può essere applicata sia al prodotto che al processo, contribuisce alla trasparenza e all'affidabilità dei fornitori, offrendo un mezzo efficace per esaminare la conformità normativa alle tematiche ESG.  La selezione consapevole di partner commerciali che adottano pratiche e valori allineati agli standard aziendali rafforza la coerenza della filiera di approvvigionamento,

 

  • tracciabilità delle informazioni e dei dati: la capacità di fornire dati sui prodotti e servizi offerti, nonché sui processi che sottendono alle operations, è una cartina tornasole della maturità della potenziale controparte. Inoltre, a parità di condizioni la preferenza dovrebbe andare a fornitori che non solo forniscono dati dettagliati sulle loro operazioni e sugli impatti correlati, ma dimostrano anche un impegno attivo per ridurli. Questa proattività è essenziale per la gestione efficace della sostenibilità lungo la catena di fornitura, e più in generale per assicurarsi di collaborare con controparti che possano permettere una governance più efficace e, nel lungo periodo, una riduzione dei costi operativi. Inoltre, individuare tra i propri partner quelli in grado di approvvigionare semilavorati con particolari performance o certificazioni, o servizi ad alto valore aggiunto, permette di fregiarsi di tali forniture, garantendo indirettamente un vantaggio competitivo di prodotto e vantaggi reputazionali.

Ulteriore elemento distintivo può essere, infine, la stesura di una Politica di acquisto (responsabile) che delinei nel dettaglio ogni fase del processo di procurement, dal momento in cui emerge la necessità di acquisto fino alla fatturazione e al pagamento dell’ordinato, supportando il management nelle strategie, mantenendo la ripercorribilità dei processi e garantendo l’ottenimento di migliori condizioni dai fornitori. Un ulteriore miglioramento può derivare dall’implementazione di un codice di condotta dedicato ai fornitori che, come precedentemente accennato, esplicita chiaramente le aspettative di comportamento nei confronti di partner commerciali, definendo standard etici e comportamentali all’interno della catena di approvvigionamento, contribuendo così a consolidare la trasparenza e la responsabilità aziendale. 

 

Resta aggiornato, iscriviti a SACE Education:

https://www.sace.it/landing-page/lp-education 

SACE Education è molto altro
Se ti è piaciuto questo articolo non perdere l’opportunità di accedere a più contenuti formativi e sempre gratuiti.
Conoscenza e pianificazione sono i primi step per aumentare la propria competitività sul mercato.
Iscriviti all’area riservata per ricevere in anteprima le ultime news di SACE Education, seguire nuovi percorsi formativi personalizzati e scaricare report esclusivi.