Italia e Stati Uniti d’America: un modello di cooperazione transatlantica

USA

Italia e Stati Uniti, uniti da una storica amicizia, collaborano in molteplici ambiti, dalla politica all’economia, dalla sicurezza all’innovazione. L’Italia, con la sua eccellenza manifatturiera, ha conquistato un ruolo di primo piano nel mercato statunitense, con esportazioni quasi raddoppiate nell’ultimo decennio.

 In questo articolo scoprirai qualcosa in più sulla cooperazione bilaterale tra Italia e USA

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Italia e Stati Uniti, uniti da una storica amicizia, collaborano in molteplici ambiti, dalla politica all’economia, dalla sicurezza all’innovazione. L’Italia, con la sua eccellenza manifatturiera, ha conquistato un ruolo di primo piano nel mercato statunitense, con esportazioni quasi raddoppiate nell’ultimo decennio.

 Gli Stati Uniti, terzo Paese al mondo per estensione e quarto per popolazione (oltre 340 milioni di abitanti), si ergono come gigante economico globale. L’innovazione rappresenta il fulcro della sua forza: il Paese investe più di ogni altro in ricerca e sviluppo in termini assoluti, generando un terreno fertile per la nascita di colossi come Google, Amazon, Microsoft e Apple, che hanno rivoluzionato il modo di vivere e lavorare.

 Questa spinta innovativa si traduce in una solida leadership economica. Con un PIL di 27,35 miliardi di dollari (dati FMI, 2023), gli Stati Uniti dominano il panorama globale, avvalendosi di un sistema finanziario efficiente e dinamico. New York, sede di Wall Street, ospita la Borsa di New York (NYSE), il principale mercato azionario mondiale. Altri importanti mercati finanziari, come il Nasdaq e il Chicago Mercantile Exchange, completano il quadro.

 Tuttavia, negli ultimi anni, il commercio estero statunitense ha subito una contrazione, con una diminuzione dell’interscambio complessivo con il resto del mondo del -3,9% nel 2023, rispetto al +15,7% del 2022. Nonostante questo calo, gli Stati Uniti mantengono forti relazioni commerciali, in particolare con l’Unione Europea (+4,6% rispetto al +18,5% del 2022) e con il Messico (+2,5%, che rappresenta il 15,7% dell’interscambio commerciale complessivo degli USA).

 Al fine di rafforzare la cooperazione economica tra USA e Unione Europea, nel giugno 2021 è stato istituto il Consiglio per il commercio e la tecnologia (TTC) - Trade and Technology Council. Il forum ha l’obiettivo di migliorare la competitività dei rispettivi sistemi, promuovere valori democratici e orientati al mercato e stimolare il commercio e gli investimenti nei settori tecnologici emergenti. Il TTC si avvale di dieci gruppi di lavoro, composti da rappresentanti di agenzie governative statunitensi e servizi della Commissione Europea. Questi gruppi si focalizzano su aree specifiche di collaborazione, tra cui l’intelligenza artificiale, semiconduttori, politiche di concorrenza ed economia digitale.

 Rapporti con l’Italia

Le relazioni tra Stati Uniti e Italia affondano le loro radici in un terreno comune di valori condivisi: democrazia, libertà e rispetto dei diritti umani. Questa storica amicizia, nata nel 1861 con l’unificazione italiana e rafforzata nel 1944, si è evoluta in una solida partnership globale che abbraccia molteplici ambiti. Insieme, Stati Uniti e Italia promuovono la cooperazione internazionale, affrontando sfide globali come il sostegno all’Ucraina, lo sviluppo sostenibile, la sicurezza alimentare ed energetica, le migrazioni, l’intelligenza artificiale e le infrastrutture globali (Partnership on Global Infrastructure and Investment).

Questo legame profondo è ulteriormente arricchito dalla presenza di circa 30.000 cittadini statunitensi residenti in Italia e dai 17 milioni di americani con origini italiane, che contribuiscono a un vivace scambio culturale tra i due Paesi. L’Italia, inoltre, rappresenta la prima destinazione per gli studenti americani che studiano all’estero, con oltre 30.000 presenze ogni anno, mentre programmi come Fulbright e IVLP (International Visitor Leadership Program), programmi di scambio culturale e formativo, creano connessioni durature tra studenti, ricercatori e professionisti italiani e americani.

La collaborazione tra Stati Uniti e Italia si estende su più livelli, sia bilaterale che multilaterale, attraverso organizzazioni come l’ONU, l’OCSE, il FMI, la Banca Mondiale, l’OMC, il G20 e il G7, con l’Italia che detiene la presidenza di quest’ultimo nel 2024.

 Dopo le restrizioni imposte dalla pandemia, negli ultimi anni è tornata alla normalità la cooperazione tra Italia e USA, con visite, missioni e opportunità di dialogo tra i due Paesi. Tra gli eventi più significativi, si annoverano la visita dell’ex Presidente del Consiglio Mario Draghi a maggio 2022, quelle dei Ministri degli Esteri (l’ultima del Ministro Tajani a giugno 2023) e di altri membri del Governo.

Un ulteriore passo avanti è stato compiuto ad aprile 2024 con la firma, da parte del Segretario di Stato Blinken e del Vicepresidente Tajani, di un Memorandum d’Intesa per contrastare la manipolazione informativa da parte di Stati esteri. Riconoscendo la gravità di questa minaccia alla sicurezza transnazionale, il Memorandum impegna Italia e Stati Uniti a rafforzare la cooperazione contro la disinformazione e la propaganda, sia a livello bilaterale che multilaterale, anche nell’ambito del G7.

 L’Italia e gli Stati Uniti vantano un’amicizia solida che si concretizza in una fitta rete di scambi economici e commerciali.

Gli Stati Uniti rappresentano il principale mercato extra-UE per le esportazioni italiane, con un interscambio bilaterale di beni e servizi che ha raggiunto un record di 126 miliardi di dollari nel 2023.

Le relazioni economiche sono in crescita costante da quasi un decennio, con l’eccezione del 2020 a causa della pandemia. Gli investimenti diretti esteri bilaterali superano i 72 miliardi di dollari nel 2022, generando oltre 440.000 posti di lavoro in entrambi i Paesi. Le esportazioni italiane di beni e servizi verso gli Stati Uniti sono quasi raddoppiate dal 2013, passando da 48,3 miliardi di dollari a 80,5 miliardi nel 2022, trainate principalmente dal commercio di autoveicoli, macchinari industriali, prodotti chimici, moda e agroalimentare. Anche le esportazioni statunitensi verso l’Italia sono cresciute del 47% dal 2013, raggiungendo i 27,4 miliardi di dollari nel 2022.

 Investimenti Diretti Esteri

L’Italia si posiziona come settimo Paese europeo per numero di dipendenti in imprese americane controllate. Più nello specifico, 1.826 imprese italiane operano negli Stati Uniti con partecipazioni in ben 3.519 società americane, generando un importante flusso di 260.000 posti di lavoro e un fatturato di 143,7 miliardi di dollari.

Lo studio condotto dall’Università di Brescia per l’Ambasciata d’Italia a Washington svela un quadro più completo e preciso dell’impatto italiano in America, mettendo alla luce rilevante presenza italiana nel continente, ben superiore a quanto rilevato dalle statistiche ufficiali: l’Italia investe più negli USA (34,3 miliardi di dollari) di quanto gli USA facciano in Italia (28 miliardi di dollari).

Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte sono le regioni italiane protagoniste di questa espansione, con oltre due terzi delle partecipazioni azionarie e circa il 90% di dipendenti e fatturato. Le imprese italiane, concentrate principalmente nel settore manifatturiero (in particolare meccanica strumentale, metallurgia, computer e prodotti elettronici, agroalimentare, automotive, difesa, commercio e ristorazione), si distribuiscono tra la costa orientale e gli Stati della regione centrale settentrionale, con il New York che vanta il maggior numero di aziende con almeno 100 dipendenti.

 L’Ambasciatrice d’Italia negli USA, Mariangela Zappia, ha commentato i dati evidenziando la forza e il dinamismo della presenza italiana in America, destinata a crescere ulteriormente, e ha rimarcato l’importanza di rafforzare i legami economici tra i due Paesi, soprattutto nei settori più innovativi, come il biotech, l’economia dello spazio, l’intelligenza artificiale e i materiali avanzati.

L’Ambasciatrice ha inoltre precisato che lo studio ha l’obiettivo di offrire una rappresentazione più aderente alla realtà della presenza italiane negli Stati Uniti e del suo significativo contributo all’economia americana. Un contributo che, oltre a generare profitti e stimolare l’innovazione per le imprese domestiche, si traduce in un vantaggio reciproco per entrambi i Paesi, in una relazione “win-win” che apporta benefici concreti.

 Cosa esportare

Gli Stati Uniti rappresentano un partner commerciale di primaria importanza per l’Italia, posizionandosi come primo interlocutore extra-europeo e secondo in assoluto dopo la Germania.

L’Italia è l’11° fornitore degli Stati Uniti a livello mondiale con una quota di importazione del 2,4% all’inizio del 2024 (+5,6% nel 2023 rispetto all’anno precedente).

Nel 2023, lo scambio commerciale bilaterale tra USA e Italia ha raggiunto il valore di 92,44 miliardi di euro (fonte: Osservatorio Economico MAECI), registrando un incremento del +2,7% rispetto all’anno precedente.

Le esportazioni italiane verso gli Stati Uniti hanno raggiunto la cifra di 67,27 miliardi di euro nel 2023 (+3,4% rispetto al 2022), mentre gli USA generano oltre il 50% del surplus commerciale netto dell'Italia a livello globale. Il trend positivo si conferma anche nel primo bimestre 2024, con uno scambio di beni in crescita del +21,5% rispetto allo stesso periodo del 2023. Il saldo commerciale rimane favorevole per il Belpaese con incrementi costanti nell’ultimo decennio (è quasi il doppio dal 2017 al 2024).

 Informatica e telecomunicazioni (ICT)

Il settore ICT statunitense è il più grande al mondo, con una quota di mercato globale del 31%. Il settore rappresenta più del 10% dell’economia nazionale. Le imprese italiane possono trarre vantaggio dalle opportunità in piattaforme cloud, software per intrattenimento, e-commerce, applicazioni mobili, sistemi di monitoraggio personale, data intelligence, sicurezza informatica e Internet-of-Things (IoT). Inoltre, tra i segmenti più in crescita nel comparto dei servizi cloud statunitensi si includono: l’infrastructure-as-a-service (IaaS) e platform-as-a-service (PaaS).

 Prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (11,9% del totale export verso gli USA)

Gli Stati Uniti sono i maggiori consumatori al mondo di principi attivi e intermedi (API), con una domanda che supera il 50% del mercato totale. Per questo motivo il Paese deve attingere alle forniture estere in grado di soddisfare la domanda interna totale. L’industria italiana vanta una solida posizione nel settore del “Custom Manufacturing”, ossia la produzione su misura di prodotti chimici, consolidando la sua presenza come esportatore di riferimento in questo campo. Il comparto della chimica fine e farmaceutica, in particolare, rappresenta un fiore all’occhiello del made in Italy, con l’85% della produzione destinato all’export. Il Belpaese è infatti l’11° fornitore USA di prodotti chimici e farmaceutici, con un valore di export parti a 8,6 miliardi di dollari nel 2022.

Le imprese italiane del settore si distinguono a livello internazionale per l’elevata qualità dei prodotti, l’alto livello tecnologico impiegato e l’eccellenza in diverse aree (know-how dei processi produttivi, rigorosi controlli di qualità, ottimizzazione continua dei processi, flessibilità produttiva per adattarsi alle esigenze mutevoli del mercato).

 Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (17,7% su totale export verso USA)

Gli Stati Uniti sono un mercato di primaria importanza per l’industria automobilistica italiana, classificandosi come il 2° al mondo per la vendita e produzione di veicoli. Numerosi colossi automobilistici e produttori di componenti hanno sede proprio negli USA, rendendolo un bacino di interesse strategico per le imprese domestiche del settore automotive, sia in ambito esportazioni, sia Investimenti Diretti (IDE), come nel caso di Alfa Romeo. Inoltre, nuove opportunità si stanno aprendo nel campo dell’efficienza energetica e delle tecnologie per i veicoli a basso impatto ambientale.  

Macchinari e apparecchiature (18,4% su totale export verso USA)

La meccanica italiana si conferma protagonista assoluta nel panorama export verso gli Stati Uniti: nel 2023, questo comparto ha raggiunto un valore di 12,39 miliardi di euro, pari al 18,4% dell’intero export italiano in USA.

Secondo le previsioni di MAPI (Manufacturers Alliance for Productivity and Innovation), la ripresa dell’economia americana, trainata dal superamento della pandemia, continuerà a sostenere la domanda di attrezzature e macchinari da parte delle imprese statunitensi. In questo scenario, si aprono nuove e interessanti opportunità per le imprese italiane, in grado di offrire soluzioni tecnologiche innovative ed avanzate. L’industria meccanica italiana vanta un impatto significativo sull’intera economia americana: dai controlli dei processi industriali all’automazione, passando per l’ingegneria specializzata e la logistica, il contributo italiano è fondamentale per la massimizzazione della produttività e l’efficienza delle imprese americane.

In questa fase di rilancio, l’industria manifatturiera americana punterà molto sull’Advanced Manufacturing: l’automazione, la stampa 3D, la robotica e la fabbrica digitale. L’amministrazione Biden ha, inoltre, stanziato ingenti risorse per il rilancio dei settori infrastrutture ed energia. Le imprese italiane potranno cogliere nuove opportunità in questa direzione, esportando macchinari e attrezzature per l'edilizia, l'industria mineraria, la produzione di energia e l'esplorazione petrolifera.

Beni di consumo

La spesa delle famiglie americane è la più alta al mondo e il paese vanta la più grande concentrazione di famiglie con un reddito annuo disponibile superiore ai $300.000, rendendolo un terreno fertile per i beni di lusso e di fascia medio-alta.

Il mercato statunitense è caratterizzato da ampiezza e apertura, con i consumatori americani che apprezzano sia i marchi nazionali che quelli importati. Ciò offre opportunità per imprese di tutte le dimensioni in una vasta gamma di sottosettori, tra cui: apparecchi, giocattoli, mobili e arredamenti per la casa, veicoli ricreativi, imbarcazioni da diporto, articoli da regalo, prodotti per la scuola e l’ufficio, gioielli, moda, articoli sportivi, strumenti musicali, cibi e bevande trasformati.

L’Italia vanta una posizione di rilievo nel mercato statunitense dei beni di consumo di alta qualità, grazie a prodotti pregiati come vino, olio d’oliva, pasta, formaggi e vermut. Il settore agroalimentare, pari al 9,8% del totale delle esportazioni italiane verso gli Stati Uniti, offre ancora grandi opportunità, con una domanda in crescita per prodotti di fascia medio-altra, tra cui bevande alcoliche e analcoliche, alimenti biologici, naturali e privi di glutine.

Per avere successo negli Stati Uniti, le imprese italiane devono affrontare un mercato dinamico e competitivo. La chiave del successo risiede nella valorizzazione del proprio punto di forza distintivo: la qualità dei prodotti di alta gamma. Tuttavia, è fondamentale abbracciare l'innovazione e la trasformazione digitale, cogliendo l'ascesa dell'e-commerce per conquistare il segmento di mercato “intermedio”. Le opportunità sono concrete: gli Stati Uniti rappresentano un mercato ricco con ampie possibilità di crescita per i prodotti italiani di qualità. Il mercato americano offre ampi margini di crescita ed è inclusivo per la maggior parte dei settori. Questo, unito alla lunga amicizia tra i due paesi, rende la relazione bilaterale e commerciale tra Stati Uniti e Italia una relazione “win-win”, in grado di apportare benefici ad entrambi.

 

 



 

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