L'importanza del Capitale Circolante Netto per le imprese esportatrici

Le imprese che esportano o che aspirano a espandere le loro operazioni oltre i confini nazionali devono tenere in considerazione molteplici fattori per determinare l’affidabilità di un partner estero, in modo da non trovarsi di fronte a casi di insolvibilità delle controparti. Il Capitale Circolante Netto (CCN) è un indicatore finanziario fondamentale per valutare la solidità finanziaria di un'impresa e determinare la solvibilità di un partner commerciale, ma anche per valutare la propria capacità di espandersi sui mercati internazionali. In questo articolo, esamineremo cos'è il CCN, come viene calcolato e perché è essenziale per le imprese che mirano all'export.

 

In questo articolo parleremo di: 

  • cos'è e come si calcola il Capitale Circolante Netto;
  • CCN ed export;
  • come proteggersi dai rischi

 

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Cos'è e come si calcola il Capitale Circolante Netto?

Il Capitale Circolante Netto (CCN) è un indicatore della liquidità di un'impresa, ovvero della sua capacità di generare flussi di cassa sufficienti per soddisfare i propri obblighi a breve termine.

Esso viene calcolato come la differenza algebrica tra le attività correnti di un’impresa (liquidità disponibile, crediti non ancora riscossi, scorte di materie prime e prodotti finiti, ecc.) e le sue passività correnti (debiti verso i fornitori, altre obbligazioni a breve termine, ecc.).

La formula per calcolare il CCN è quindi relativamente semplice ma rivela informazioni preziose sulla salute finanziaria di un'impresa. Sottraendo le passività correnti dalle attività correnti, si ottiene il saldo che determina se il CCN è positivo o negativo. Un CCN positivo indica che nel breve periodo l’impresa ha risorse sufficienti per finanziare le sue attività e potenzialmente investire in iniziative future. Al contrario, un CCN negativo suggerisce che l'impresa potrebbe avere difficoltà nel soddisfare i suoi obblighi finanziari a breve termine.

Non sempre un risultato positivo del CCN equivale tuttavia ad una situazione di equilibrio finanziario. Un CNN negativo, in un business sostenibile, infatti, non è necessariamente un campanello d’allarme poiché potrebbe essere causato da un evento non ricorrente, come ad esempio la ritardata consegna di una commessa molto grossa, oppure la svalutazione di un credito rilevante non più esigibile. Viceversa, un CCN positivo non è necessariamente un buon segnale poiché potrebbe anche significare che l’impresa ha troppe scorte in magazzino che non possono essere vendute nell’immediato e generare liquidità, oppure che ha difficoltà ad incassare i crediti verso clienti o ha concesso tempi di pagamento troppo rapidi ai fornitori.

Per comprendere come impattano le variabili, occorre scomporre e analizzare il CCN nelle sue due componenti: ciclo commerciale e ciclo finanziario a breve (Posizione Finanziaria Netta - PFN a breve).

Il ciclo commerciale riguarda le dinamiche relative ai crediti, debiti e rimanenze, dipende dai giorni mediamente necessari per far uscire i prodotti dal magazzino, incassare i crediti dai clienti e pagare i debiti dei fornitori.

Il ciclo finanziario a breve, invece, è rappresentato dalla Posizione Finanziaria Netta a breve, cioè dalla differenza tra i debiti finanziari esigibili entro 12 mesi (verso banche e altri finanziatori) e le disponibilità immediate (conti correnti attivi e denaro in cassa).

Si tende ad affermare che l’equilibrio finanziario si raggiunge quando i tempi di incasso sono inferiori ai tempi di pagamento perché in tal modo si crea la liquidità necessaria per far fronte alle obbligazioni a breve scadenza. La PFN a breve deve essere in grado di finanziare il ciclo commerciale.

Non bisogna però dimenticarsi del ciclo di vita dell’impresa perché il CCN varia a seconda che l’impresa sia nella fase di crescita, maturità o declino. Nella fase di crescita si prevede un aumento del CCN dovuto ad un aumento del fatturato o alla concessione di maggiori dilazioni ai nuovi clienti. L’aumento del CCN richiede una maggiore liquidità e l’impresa deve aumentare il ciclo finanziario a breve; se non riesce ad ottenere nuovi affidamenti a breve sarà costretta a finanziare l’attivo circolante con il capitale di terzi a medio-lungo o con il capitale proprio, con possibili effetti negativi sull’equilibrio patrimoniale-finanziario. Al contrario se l’impresa sta vivendo una fase di declino subisce una riduzione del CCN e quindi richiede un minore assorbimento di cassa permettendo così di liberare nuove risorse finanziarie da utilizzare nell’attività, con conseguente riduzione dell’indebitamento verso terzi.

La valutazione del CCN, quindi, deve essere effettuata tenendo conto anche di questi parametri.

CCN ed export

Per le imprese che intendono operare sui mercati internazionali, tenere sotto controllo sia il proprio CCN che quello dei propri partner è un’operazione strategica di primissima importanza per mitigare i rischi, sia interni che esterni.

Infatti, espandere le operazioni oltre i confini nazionali comporta spesso investimenti significativi e impegni finanziari aggiuntivi. Un CCN positivo è essenziale per garantire che l'impresa sia in grado di far fronte a tali impegni e sostenere l'espansione internazionale in modo sostenibile poiché significa che dispone di liquidità sufficiente per finanziare non solo le attività operative quotidiane, ma anche per investire in nuove opportunità di crescita, come appunto l'espansione in nuovi mercati esteri.

Un CCN positivo libera risorse che possono essere reinvestite per migliorare la produzione, sviluppare nuovi prodotti o espandere la rete di distribuzione. Questi investimenti possono aumentare la competitività dell'impresa sui mercati esteri e renderla più attrattiva per i clienti stranieri.

Possiamo fare un esempio concreto per comprendere meglio in che modo un CCN positivo può influenzare positivamente le esportazioni. Poniamo il caso di un'impresa italiana che produce mobili e che riceve una commessa da parte di un grande rivenditore negli Stati Uniti. Per soddisfare questo ordine, l'impresa ha bisogno di liquidità per acquistare materie prime, pagare i dipendenti e coprire le spese di spedizione. Se l'impresa dispone di un CCN positivo, sarà in grado di finanziare l'ordine di esportazione senza problemi. Se invece l'impresa ha un CCN negativo, potrebbe dover ricorrere a finanziamenti esterni, il che potrebbe aumentare i suoi costi e ridurre i suoi profitti.

D’altra parte, un CCN positivo è un indicatore fondamentale per valutare la salute finanziaria di un potenziale partner commerciale estero. È più probabile, infatti, che un partner estero con un CCN positivo disponga di una maggiore liquidità e quindi sia in grado di onorare i propri debiti con maggiore tempestività rispetto ad un altro con un CCN negativo.

Tuttavia, è importante sottolineare che il CCN è solo uno dei tanti fattori da considerare quando si valuta l'affidabilità di un partner estero. Altrettanto importanti sono infatti la sua storia creditizia, la sua reputazione commerciale, l’esperienza nel settore, così come pure fattori esogeni quali la stabilità politica del Paese in cui opera e le possibili fluttuazioni legate al rischio di cambio.

Una valutazione accurata di tutti questi fattori può aiutare a ridurre il rischio di perdite finanziarie e altri problemi.

Come proteggersi dai rischi: strumenti di valutazione e assicurazione del credito

Quando si opera in un contesto internazionale, l'identificazione e la valutazione dei potenziali partner commerciali è fondamentale per mitigare i rischi finanziari e assicurare transazioni commerciali di successo.

Esistono diversi strumenti che possono essere utilizzati per valutare l'affidabilità dei partner esteri.

Uno di questi è il servizio Valutazione Azienda di SACE che permette di conoscere la capacità dei partner commerciali di far fronte ai propri impegni di pagamento, grazie all'attenta analisi di un  team di esperti espressa con l’importo di credito massimo consigliato e un indice di affidabilità.

Per proteggersi ulteriormente, è possibile assicurare i crediti verso i clienti esteri, in modo da tutelare l’impresa dal rischio di insolvenza e offrire dilazioni di pagamento ai clienti, rendendo più competitivi i propri prodotti e servizi. L’assicurazione del credito commerciale digitale Export UP offre copertura dal rischio di mancato pagamento e dal mancato recupero dei costi di produzione per revoca del contratto, per indebita escussione delle fideiussioni e distruzione, danneggiamento, requisizione e confisca dei beni esportati sia per singola commessa che per transazioni ripetute, verso un solo partner commerciale o una selezione di essi fino a coprire l’intero portafoglio clienti.

Da non sottovalutare, infine, anche la Garanzia Futuro, che favorisce l'ottimizzazione del capitale circolante attraverso coperture di finanziamenti Confirming, consentendo lo sviluppo delle aziende che lavorano in filiera nonché la fidelizzazione dei propri fornitori strategici. Il prodotto è erogato in tandem con il sistema bancario con cui sono state sottoscritte convenzioni per il rilascio della garanzia SACE.

In definitiva, il Capitale Circolante Netto è un indicatore finanziario cruciale per le imprese che operano sul mercato internazionale. Comprendere e monitorare attentamente il CCN consente alle imprese di gestire in modo efficace le risorse finanziarie, mitigare i rischi e assicurare una crescita sostenibile nel contesto dell'esportazione. Inoltre, utilizzando opportuni strumenti di valutazione e assicurazione, le imprese possono identificare e collaborare con partner commerciali affidabili, garantendo il successo delle loro operazioni internazionali senza mettere a rischio la stabilità della propria impresa.


 

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