Le opportunità del PNRR per le PMI
Le Piccole e Medie Imprese (PMI) sono un tratto caratteristico del DNA del sistema produttivo nazionale.1 Non solo rappresentano numericamente la pressoché totalità delle imprese attive, ma esprimono una quota di assoluta rilevanza sia in termini di occupazione (il 76% del totale) sia di fatturato (il 63%). Spicca soprattutto il differenziale con gli altri Paesi europei, dove, seppur rilevanti, le PMI non arrivano ai livelli italiani, in particolare nell’ambito dei settori industriali.
Figura 1. Percentuale imprese2 sotto i 250 occupati sul totale per numero imprese, fatturato e dipendenti, 2019
Fonte: Eurostat
Se la rilevanza delle PMI rappresenta quindi un elemento tipico del sistema produttivo nazionale, occorre chiedersi in primo luogo quali siano le implicazioni per l’Italia in termini di competitività d’impresa e soprattutto come il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza - PNRR prenda atto di elementi e bisogni specifici di questa categoria di imprese.
Una doverosa premessa riguarda il fatto che a priori non è possibile identificare un modello vincente: ogni sistema produttivo porta con sé elementi di forza e di debolezza, questi ultimi da affrontare anche attraverso politiche e strumenti di sostegno pubblico. Essere una piccola o media impresa è risultato, per esempio, un fattore premiante in diverse fasi storiche, grazie alla capacità delle PMI di:
- essere flessibili e adattarsi più rapidamente alle variazioni del mercato
- fornire servizi e prodotti di qualità
- individuare e servire nuove oppure piccole nicchie di mercato
- instaurare rapporti più stretti con i clienti
Dall’altro lato della medaglia, i numeri dicono che il fattore dimensionale posiziona meglio le imprese più strutturate in termini di:
- digitalizzazione: le PMI hanno livelli di intensità digitale notevolmente inferiori rispetto alle grandi imprese (percentuale di imprese con livelli di intensità digitale alto o molto alto 62% per le Grandi e 35% per le Medie imprese), e risultano meno digitalizzate dellepeer europee..In generale, l’Italia si posiziona al 20° posto in Europa per livello di digitalizzazione (Digital Economy and Society Index - DESI 2021), a causa di vari fattori che includono ad esempio la limitata diffusione di competenze digitali, la bassa adozione di tecnologie avanzate e la ridotta diffusione delle reti ad alta velocità.
- sostenibilità: le PMI faticano a tenere il passo delle grandi anche per quanto riguarda le iniziative per la sostenibilità ambientale, con una percentuale di imprese che effettua almeno un’azione indirizzata a tale obiettivo inferiore rispetto a quelle di grandi dimensioni (Grandi 84% vs Medie 76%).
- ricerca e sviluppo: il numero di PMI che svolgono attività di ricerca e sviluppo è inferiore, in termini di quota sul totale, rispetto alle grandi, determinando un gap nella capacità di creare innovazione (Grandi 78% vs Medie 61%).
- propensione all’export: la quota di imprese esportatrici tra le PMI è notevolmente inferiore a quella delle grandi imprese, un dato degno di nota poiché l’internazionalizzazione risulta essere determinante per la solidità e la capacità di crescita delle imprese, ampliando il mercato di destinazione e diminuendo i rischi (Grandi 50% vs Medie 44%)
- attrazione dei talenti: le grandi imprese fanno meno fatica delle PMI ad acquisire e trattenere forza lavoro qualificata; la quota di imprese che trova difficoltà nell’acquisizione di risorse umane è superiore per le piccole e medie imprese (percentuale di imprese che non incontrano ostacoli nell’acquisizione di risorse umane Grandi 19% vs Medie 16%).
- accesso al credito: anche a causa di una rischiosità mediamente superiore, le PMI fanno più fatica delle grandi imprese ad accedere al credito bancario. Non sorprende, pertanto, che la quota di imprese che ritiene rilevante la disponibilità di una garanzia pubblica per accedere al credito sia maggiore nelle piccole e medie imprese rispetto alle grandi (imprese che ritengono rilevante la disponibilità di garanzie pubbliche per l’accesso al credito bancario Grandi 44% vs Medie 56%).
- costi della logistica: le grandi imprese riescono a garantirsi migliori condizioni sul mercato per quanto riguarda i costi legati alla logistica; le PMI fanno infatti registrare un indice del costo di trasporto più elevato rispetto alle grandi imprese, situazione aggravata dal già infelice posizionamento nei confronti dei competitor internazionali (costo del trasporto per tipologia di esportatore e Paese: Grandi 3.6% e Medie-piccole 4.3%).
In questa ottica, il PNRR può rappresentare una grande opportunità per le PMI italiane: introdotto per sostenere il rilancio dell’economia italiana dopo la pandemia, metterà a disposizione delle imprese un notevole ammontare di risorse con l’obiettivo di colmare i citati gap competitivi attraverso investimenti in chiave digitale, tecnologica e green.
Figura 2. Piccole, Medie e Grandi imprese3 a confronto (fonti: Eurostat, Istat, Annuario Istat-ICE, WTO)
Fonti: Eurostat, Istat, Annuario Istat-ICE, WTO
Gli interventi del PNRR a sostegno delle PMI
È utile fare un collegamento tra quelle che sono state individuate nel precedente paragrafo come categorie di maggior bisogno relativo delle PMI (digitalizzazione, sostenibilità, attrazione talenti, accesso al credito, internazionalizzazione e logistica) e le singole iniziative del PNRR, in modo da identificare gli sviluppi a maggior potenziale.
Una premessa viene però dall’incrocio di quelle che sono le opportunità settoriali del PNRR e la concentrazione di PMI all’interno degli stessi comparti e delle filiere collegate. Infatti, gli investimenti del piano andranno a favorire le PMI tanto più quelle saranno presenti all’interno dei settori beneficiari, diretti e indiretti.
Il settore Costruzioni, comparto caratterizzato da un rilevante ruolo delle PMI (generando circa l’84% del fatturato complessivo) è il principale destinatario di risorse dirette dal PNRR (30% circa), seguito dai settori legati alla transizione digitale, quali la programmazione di software e l’elettronica, caratterizzati da una discreta rilevanza delle PMI (tra circa il 50% e il 70% del fatturato complessivo).
Tra gli altri settori che beneficeranno in maniera rilevante dei fondi del PNRR, alcuni risultano essere caratterizzati da una larga rilevanza delle imprese di piccole e medie dimensioni (agricoltura, prodotti in metallo e mobili, beneficiari in particolare di investimenti trasversali o legati alle costruzioni), altri invece sono caratterizzati da una quota di fatturato legata alle PMI poco rilevante (telecomunicazioni, energia e automotive, beneficiari soprattutto dei fondi legati alla rivoluzione green).
Figura 3. Principali settori per destinazione dei fondi del PNRR e relativa percentuale di fatturato PMI 2020
Fonte: elaborazioni Prometeia su database PNRR e dati Istat
Osservando la sola distribuzione dei fondi per via diretta si potrebbe tuttavia sottostimare il ruolo che le PMI avranno nell’attuazione del PNRR. Il grafico precedente non considera infatti che i singoli settori non sono entità indipendenti, ma operano all’interno di catene del valore che partono dall’approvvigionamento delle materie prime e terminano con la distribuzione dei prodotti finiti. Ad esempio, l’ingente mole di fondi per il settore delle Costruzioni incrementerà in maniera rilevante la domanda di materiali e macchinari necessari nel campo dell’edilizia: legno, calcestruzzo, cemento, semilavorati, metalli, ferramenta, elettronica, ecc. La maggior parte dei fondi del PNRR sarà destinata proprio alla fase più “a valle” delle filiere ovvero quelle delle lavorazioni finali, fase in cui le PMI rappresentano il 58% del fatturato complessivo. Il peso relativo delle piccole e medie imprese cresce invece risalendo alla fase precedente, quella delle lavorazioni intermedie (67% del fatturato), che pur non ricevendo direttamente una quantità rilevante di fondi saranno attivate dalle loro aziende clienti nella realizzazione del PNRR.
Passando poi all’incrocio tra bisogni delle PMI e iniziative del piano si trovano diversi elementi che potrebbero permettere alle imprese di superare le sopra citate limitazioni collegate al fattore dimensionale e recuperare parte del gap con le grandi per quanto riguarda:
- Digitalizzazione >>
- Rivoluzione Verde >>
- Attrazione dei talenti >>
- Servizi all'export >>
- Accesso al credito >>
- Costi della logistica >>
Per ognuna di queste dimensioni strategiche nei prossimi paragrafi verranno descritte le opportunità collegate derivanti dal PNRR. Le opportunità possono essere colte in via diretta dalle imprese, ovvero richiedendo l’accesso ai fondi messi a disposizione dal Piano, oppure in via indiretta, per esempio sfruttando reti infrastrutturali più evolute o migliori livelli di servizio da parte della Pubblica Amministrazione, anche seguendo le grandi imprese “capo-filiera” nel loro percorso di modernizzazione.
La digitalizzazione è uno degli aspetti su cui il PNRR più si concentra, con circa il 25% delle risorse dell’intero piano destinate alla transizione digitale, una tendenza che ha subito una forte accelerazione nel contesto pandemico con la necessità di introdurre soluzioni tecnologiche innovative per diminuire la possibilità di contagio, l’introduzione massiva dello smart-working e lo sviluppo di canali di distribuzione online da parte di una maggiore quota di imprese.
Un investimento significativo, per le PMI, è quello legato alla Transizione 4.0, che permette alle imprese di potenziare la ricerca applicata, di promuovere la transizione digitale dei processi produttivi e favorire il trasferimento tecnologico. L’intervento è un potenziamento del precedente piano Industria 4.0, tramite un allargamento delle imprese potenzialmente beneficiarie ed un’estensione degli investimenti incentivati. La Transizione 4.0 è finanziata tramite un credito di imposta e si utilizza per beni materiali e immateriali 4.0, ma anche per investimenti in ricerca e attività di formazione. Per facilitarne l’utilizzo da parte delle imprese, in particolare PMI e imprese cooperative, SACE attraverso il suo hub formativo e altri attori attori del sistema Paese hanno previsto sessioni in-formative rivolte alle PMI volte ad illustrare le misure agevolative del Piano Transizione 4.0, i possibili vantaggi e opportunità, nonché le modalità da adottare per la loro richiesta e adesione.
Le opportunità per le PMI in tema di digitalizzazione non saranno solo legate agli investimenti, ma anche a servizi messi a disposizione delle imprese. Ad esempio, il rafforzamento dei livelli di cybersicurezza a livello nazionale rappresenta un servizio essenziale per affrontare le sfide tecnologiche. Un ulteriore investimento è rappresentato dall’intervento Reti Ultraveloci volto a migliorare la connettività sul territorio nazionale.
Nel complesso, il Governo prevede un aumento del Pil di 0.8 punti percentuali rispetto allo scenario base nel triennio 2024-2026 grazie agli investimenti previsti nell’ambito della missione “Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo”: l’impatto maggiore tra quelli previsti nello stesso periodo legati a tutte lemissioni del Piano. Per il raggiungimento di un simile risultato sarà determinante la crescita della produttività delle PMI, uno degli obiettivi dichiarati del PNRR, in passato limitata proprio dal basso livello di investimenti in digitalizzazione e innovazione. Sarà quindi richiesto un cambio di passo da parte delle Piccole e Medie imprese italiane, che dovranno riuscire a introdurre le competenze e le tecnologie digitali necessarie a colmare i gap con le grandi imprese e con le PMI estere.
Negli anni segnati dalla pandemia, la consapevolezza della necessità di agire rapidamente per contrastare il cambiamento climatico si è diffusa e accentuata in Europa, riportando l’attenzione sul profondo legame che lega la società con gli ecosistemi naturali del pianeta. Questa rinnovata coscienza ha contribuito a portare la sostenibilità tra i principali aspetti incentivati dal PNRR, con circa il 37% delle risorse.
Un investimento diretto alle imprese è il supporto a start up e venture capital che operano nella transizione ecologica. Tramite la creazione del Green Transition Fund, il Piano vuole sviluppare un ecosistema di innovazione nel settore della transizione verde, fornendo sostegno agli investimenti delle imprese per la sostenibilità.
Ampie opportunità saranno anche legate alle opere, ai prodotti e ai servizi verdi indirizzati dal PNRR, di cui le PMI sono fruitori. Ad esempio, sono previsti investimenti in smart grids, reti elettriche dotate di sensori intelligenti che massimizzano la distribuzione dell’energia favorendo una maggiore sicurezza e flessibilità della rete.
Sempre sul tema rinnovabili, l’intervento Promozione rinnovabili per le comunità energetiche e l’auto-consumo vuole creare e sostenere coalizioni di utenti e imprese che cooperano tra loro per produrre, consumare e gestire energia pulita attraverso uno o più impianti locali, un’opportunità per le imprese per un approvvigionamento di energia a prezzi accessibili.
Secondo le stime del Governo, i fondi del PNRR dedicati alla missione “Rivoluzione verde e transizione ecologica” garantiranno 0.7 punti percentuali di Pil aggiuntivi rispetto allo scenario base nel triennio 2024-2026, mentre i fondi dedicati alla missione “Infrastrutture per una mobilità sostenibile” dovrebbero portare ulteriori 0.3 punti percentuali. Se in passato la transizione verde aveva coinvolto principalmente le imprese di più grandi dimensioni, oggi sta diventando un fattore determinante anche per le PMI, sia in via diretta (per obblighi normativi e preferenze dei consumatori) che per il tramite delle catene del valore, con i grandi committenti sempre più interessati alle certificazioni di sostenibilità ambientale dei propri fornitori.
Nella missione sull’istruzione e sulla ricerca, il PNRR investe nella creazione di sinergie tra i privati e il mondo della ricerca, in modo da rafforzare l’impegno nella ricerca e sviluppo delle PMI e allo stesso tempo avvicinare i giovani talenti alle piccole e medie imprese italiane.
L’intervento Creazione e rafforzamento di "ecosistemi dell'innovazione", costruzione di "leader territoriali di R&S" promuove la realizzazione di ecosistemi tra le università e i settori privati per lo svolgimento di attività di ricerca e formazione, cercando così anche di ridurre il mismatch tra le competenze universitarie e quelle richieste nel mondo del lavoro.
Lo stesso obiettivo ispira la costruzione di partenariati allargati estesi a Università, centri di ricerca e imprese per aumentare il trasferimento tecnologico e rafforzare la value chain tecnologica italiana.
Nel contesto economico attuale, l’internazionalizzazione risulta determinante per mantenere il passo con i competitor globali e con le grandi imprese, tuttavia permangono barriere e rischi che spesso frenano le imprese di piccole e medie dimensioni.
In quest’ottica, il PNRR fornisce un importante sostegno tramite l’intervento Politiche industriali di filiera e l’Internazionalizzazione, per sostenere le PMI nei processi di internazionalizzazione attraverso:
- il rifinanziamento del fondo SIMEST 394/81 per la fornitura di contributi e prestiti agevolati
- il sostegno finanziario tramite Contratti di Sviluppo 4 per progetti legati a catene del valore strategiche, sviluppo industriale, tutela dell'ambiente, mobilità sostenibile e turismo
All'interno del PNRR sono previsti fondi di garanzia che hanno l’obiettivo di facilitare l’accesso al credito delle PMI italiane. Per la competitività delle imprese turistiche è previsto un fondo di garanzia per facilitare l'accesso al credito per le imprese del settore, attraverso una sezione dedicata nel Fondo di Garanzia PMI. Sono inoltre previste garanzie sugli investimenti relativi all’efficienza energetica, ad esempio per lo sviluppo di reti di teleriscaldamento.
Oltre ai fondi di garanzia, il PNRR prevede anche la nascita di un "Fondo Impresa Donna" che garantirà il finanziamento di iniziative di imprenditorialità femminile per 2 400 imprese.
Tra gli interventi del PNRR, una parte consistente è legata allo sviluppo del sistema logistico italiano. Come evidenziato nel precedente paragrafo le PMI sono la categoria d’impresa che subisce maggiormente i costi di una logistica di sistema inefficiente e possono quindi trarre vantaggio da un cambio di passo nei sistemi di trasporto dei territori di insediamento, pianificato anche con l’obiettivo di migliorarne la sostenibilità ambientale. L’effetto benefico per le PMI non è quindi solo un’opportunità di inserimento nella catena di fornitura, ma un vantaggio ex post attraverso l’utilizzo di servizi a maggior qualità.
La missione relativa alle Infrastrutture per la mobilità sostenibile prevede di investire con l’obiettivo di migliorare la rete ferroviaria per velocizzare il trasporto delle merci e delle persone: i principali investimenti sono rappresentati dall’ampliamento e miglioramento della rete Alta velocità sul territorio nazionale e verso l’Europa.
Sono inoltre previsti investimenti in infrastrutture portuali e aeroportuali e per lo sviluppo del trasporto innovativo a idrogeno. Il Piano finanzia, inoltre, la digitalizzazione della catena logistica per aumentarne la competitività nazionale a servizio delle imprese, tramite un sistema digitale interoperabile tra attori pubblici e privati per il trasporto merci, semplificando e velocizzando le procedure.
Conclusioni
Capacità di innovazione, tecnologie e competenze risulteranno fondamentali per realizzare la transizione digitale e ambientale, ritrovando negli obiettivi del PNRR anche bisogni specifici delle PMI.
Ad oggi i dati mostrano che le imprese di piccole dimensioni (sotto i 50 dipendenti) sono meno attive delle medio/grandi (tra i 50 e i 500 dipendenti) nelle richieste di accesso ai fondi diretti alle imprese previsti dal PNRR.
Figura 4. Percentuale di imprese attive/in attivazione per richiedere i fondi PNRR diretti alle imprese, 2022
Fonte: Indagine Centro Studi Tagliacarne-Unioncamere
Interessante, tuttavia, notare come tra le piccole la quota di imprese che ha in programma di attivarsi sui progetti del PNRR è maggiore rispetto a quelle che lo hanno già fatto, segnalando probabilmente un ritardo organizzativo e di conoscenza delle opportunità. Le PMI dovranno essere quindi abili e rapide nel superare queste difficoltà, anche facendo network tra loro e con le Amministrazioni territoriali e il mondo delle Associazioni Industriali, al fine di ricoprire un ruolo da protagonista nell’attuazione del PNRR.
Linkografia
Digitalizzazione
https://italiadomani.gov.it/it/Interventi/investimenti/transizione-4-0.html
https://italiadomani.gov.it/it/Interventi/investimenti/cybersecurity-sicurezza-informatica.html
https://italiadomani.gov.it/it/Interventi/investimenti/reti-ultraveloci-banda-ultra-larga-e-5G.html
Rivoluzione Verde
https://italiadomani.gov.it/it/Interventi/investimenti/rafforzamento-smart-grid.html
Attrazione dei talenti
Servizi all’Export
Accesso al Credito
https://italiadomani.gov.it/it/Interventi/investimenti/creazione-di-imprese-femminili.html
Costi della Logistica
https://italiadomani.gov.it/it/il-piano/missioni-pnrr/mobilita-sostenibile.html
https://italiadomani.gov.it/it/Interventi/investimenti/digitalizzazione-della-catena-logistica.html
Altro
https://www.unioncamere.gov.it/focus/pnrr-e-pmi-istruzioni-luso-appuntamento-il-16-maggio