Officine PNRR: settore Meccanica strumentale - Evoluzioni post Covid

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L’evoluzione recente

Per valutare la salute del settore, soprattutto dopo anni molto particolari come quelli pandemici, è opportuno muoversi da una visione di lungo periodo e valutarne le performance in un’ottica di lungo periodo.

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Dall’analisi dell’evoluzione del fatturato si nota come l’industria della Meccanica Strumentale segua un andamento tendenzialmente sovrapponibile a quello dell’industria manifatturiera complessiva.

Possiamo definire il settore della Meccanica Strumentale come ciclico, ovvero correlato con le fasi di accelerazione e rallentamento del ciclo economico: nonostante l’elevata propensione all’export, la sua evoluzione negli ultimi anni è strettamente collegata alla domanda interna,  stimolata con incentivi e riforme.

Il settore ha guidato la manifattura e un processo di trasformazione, avviato negli anni ’90, che ha portato alla globalizzazione dei mercati, una chiara conseguenza della liberalizzazione del commercio mondiale. I Paesi Emergenti hanno aumentato la pressione competitiva, ma le imprese italiane si sono mostrate resilienti e hanno saputo vincere la sfida, collocandosi ai primi 5 posti tra i produttori mondiali in ogni comparto della Meccanica. Questo nonostante la dimensione media delle imprese sia tendenzialmente più contenuta rispetto a quella dei principali competitor (Germania, Usa, Giappone e Cina). La dimensione contenuta delle imprese italiane garantisce la possibilità di differenziare l’offerta, rendendola più eterogenea, e l’opportunità di creare strutture aziendali meno rigide e più facilmente adattabili alle nuove esigenze della domanda.

Nel tempo le imprese meno solide sono uscite dal panorama competitivo, lasciando spazio alle sole imprese che sono riuscite a vincere le sfide della competizione in un settore sempre più globalizzato.

Quello della Meccanica Strumentale è un settore ad elevato gradiente di concentrazione tecnologica: gli investimenti in ricerca e sviluppo rappresentano una leva fondamentale per continuare ad esportare e a proporre soluzioni innovative e più sostenibili per le imprese italiane operanti negli altri settori. Questo tema è legato alla globalizzazione, che rende i mercati mondiali sempre più interconnessi e concorrenziali, imponendo alle imprese un consistente sforzo nell’ottica di migliorare e aggiornare la propria offerta, attraverso l’introduzione di idee ed elementi all’avanguardia ingegneristica.

Il settore della Meccanica, dopo il forte rimbalzo del 2021 (+20.2%), che ha permesso un pieno recupero dei livelli persi nel 2020, chiuderà il 2022 ancora in crescita, sebbene su ritmi meno intensi rispetto all’anno precedente. Il fatturato deflazionato del settore crescerà infatti del +4.6%, confermando un trend più dinamico dell’industria manifatturiera, in aumento del +2.1%. A trainare il comparto contribuirà in particolare il mercato domestico, che continua a beneficiare delle risorse messe a disposizione dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), mentre sarà meno brillante l’apporto del canale estero, sul quale gravano le molteplici tensioni dello scenario internazionale. Il dettaglio per segmento produttivo mostra una crescita diffusa: tutti i comparti, dopo aver recuperato pienamente nel 2021 il calo del 2020, si posizioneranno su un sentiero di sviluppo ancora positivo, ma più moderato, con indicazioni migliori per le macchine per impieghi speciali (+6.1%) e le macchine agricole (+5.1%). Le macchine utensili e le macchine per energia e di impiego generale registreranno invece un aumento del +4.3% e +4% rispettivamente.

Quali sono i driver sottostanti la crescita del settore?

I driver sottostanti la crescita del settore sono due: domanda interna e commercio estero.

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La domanda interna nel corso degli ultimi 10 anni ha mostrato una dinamica variabile: se dal 2011 al 2014 il contributo percentuale alla variazione di fatturato è stato negativo, dal 2015 si è assistito a un’inversione di tendenza, interrotta nel 2020 a causa del Covid.

Il settore della Meccanica Strumentale è fortemente internazionalizzato: di notevole importanza il commercio estero, che include la quota di domanda soddisfatta dalle esportazioni.

Sul fronte domestico, la domanda interna ha continuato nel suo recupero, grazie agli incentivi del Piano Transizione 4.0 e alla spinta del PNRR.

Anche l’export del settore, e dunque il commercio estero, è stato in costante e significativo aumento. L’andamento delle esportazioni ha aumentato la proiezione internazionale del settore: permane tuttavia un problema legato alla capacità produttiva delle imprese, che nelle fasi espansive della domanda interna non riescono a soddisfare con continuità la domanda estera.

In un contesto di commercio mondiale caratterizzato dalla presenza di numerose barriere commerciali (tariffarie e non tariffarie) e fortemente regolamentato, la dimensione internazionale dell’impresa espone l’impresa stessa a molteplici rischi, che aumentano contestualmente all’aumento dei mercati di sbocco: solo le imprese che hanno buoni margini di redditività riescono a sostenere tali rischi e a sopperire eventuali perdite.

Mercato domestico e mercati esteri: quale il bilanciamento ottimale?

Il settore della Meccanica si distingue per un surplus commerciale fortemente significativo, che contribuisce in modo sostanziale al surplus positivo dell’industria manifatturiera complessiva.

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Come si evince osservando il saldo commerciale, le esportazioni in valore assoluto sono maggiori delle importazioni, con un saldo commerciale medio superiore ai 55 miliardi di euro di attivo (ad eccezione del 2020).

Si osserva una tendenziale crescita dell’import più sostenuta rispetto all’export, e ciò è legato alle difficoltà delle imprese italiane della Meccanica di sostenere la domanda interna, che aumenta in relazione alle politiche di incentivazione disposte a livello statale.

Nonostante tale trend, la proiezione e la propensione all'export del settore rimane di tutto livello: questa dinamica si è riflessa in un saldo commerciale in crescita.

Quello della Meccanica Strumentale è un settore che sta soffrendo le tante crisi internazionali e le incertrezze che esse generano sulla propensione all’investimento delle imprese clienti. Complessivamente, l’export ha mantenuto nel 2022 una dinamica debolmente espansiva (+1.9%), che lo mantiene decisamente al di sopra dei livelli pre-pandemici.

Più nel dettaglio, nel corso del 2022 l’export si è mantenuto in crescita verso 4 dei maggiori mercati (Stati Uniti, Germania, Francia e Spagna), mentre, soprattutto a causa dei comparti delle Macchine per energia meccanica e di impiego generale, si è verificato un crollo verso la Cina. Nel complesso, il dettaglio per specializzazione produttiva evidenzia migliori risultati soprattutto per le macchine per impieghi speciali e per le macchine agricole.

L’import è molto importante, soprattutto considerando l’accelerazione degli ordini domestici per le macchine utensili, cui consegue il timore sulla possibilità, per i produttori domestici, di riuscire a evadere le commesse rispettando i tempi, con riferimento anche alle difficoltà di approvigionamento e all’incremento dei costi, soprattutto energetici. Tutto ciò potrebbe impattare sulle marginalità e dunque sul percorso di ripresa e crescita.

Margini e profitti

Anche per valutare la salute finanziaria del settore, in particolare la sua redditività, è opportuno muoversi da una visione di lungo periodo e valutare l’andamento del ROI in un’ottica di lungo periodo.

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Il ROI (Return On Investment) è un indicatore di redditività utile per misurare la capacità di un’impresa/settore nel generare utili mediante la gestione caratteristica. Si ottiene rapportando il risultato operativo al totale del capitale investito, quantificando dunque quanto ha reso investire in un determinato settore o in una determinata azienda.

A partire dal 2018, l'industria italiana della Meccanica Strumentale ha mostrato una redditività industriale in progressivo deterioramento, collocandosi su livelli in linea con quelli medi del manifatturiero nel suo complesso. La crisi del Covid nel 2020 è costata al settore circa 1.6 punti di ROI, decremento in linea con quello dell'industria nel suo complesso.

Nel 2021 i risultati del settore sono stati positivi in termini di redditività, grazie soprattutto a Macchine utensili e agricole, tuttavia senza raggiungere il livello pre-Covid.

Nel 2022, l’effetto congiunto della decelerazione dei livelli di attività e l’aumento dei costi energetici e delle materie prime ha avuto ripercussioni sui margini delle imprese, senza però intaccare il ROI, che sperimenterà per il secondo anno consecutivo un incremento, anche se contenuto, dopo i brillanti risultati del 2021.

Debiti e rischi

Per misurare l’equilibrio finanziario delle imprese del settore è utile esaminare il Leverage, ovvero la leva finanziaria, che si ottiene rapportando i debiti contratti verso terzi al capitale proprio. Valori dell'indicatore inferiori all'unità segnalano una situazione di sostanziale equilibrio finanziario, per contro valori molto superiori all'unità indicano tensioni dal punto di vista finanziario.

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Dal grafico, che mette a confronto il leverage della Meccanica Strumentale con quello del manifatturiero, vediamo come il Leverage del settore abbia evidenziato valori mediamente inferiori al manifatturiero, collocandosi sempre su livelli inferiori all'unità: si tratta di un settore che dal punto di vista finanziario non presenta particolari criticità.

Il progressivo ridimensionamento del Leverage nel corso degli anni riflette il significativo rafforzamento patrimoniale delle imprese, che dalla crisi del 2009 in poi ha caratterizzato sia le imprese della Meccanica Strumentale che il manifatturiero nel suo complesso, coinvolgendo soprattutto le piccole e medie imprese del settore.

Il settore in sintesi: pre-Covid, Covid e post-Covid

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Per la sua ciclicità, il settore della Meccanica è stato tra i più penalizzati dal Covid e tra i più positivi a partire dal 2021. Risultati che testimoniano i suoi legami con gli altri comparti della manifattura italiana. Se fatturati ed export hanno pienamente recuperato i cali del 2020, lo stesso non è avvenuto sul fronte della redditività, allineata ai valori medi del manifatturiero ma inferiore ai livelli del 2019 e soprattutto su una tendenza pluriennale di riduzione. In un contesto internazionale caratterizzato da molte minacce e incertezze, giova sottolineare il Leverage contenuto del settore, a sottolineare una buona solidità patrimoniale.

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