Officine PNRR: Settore Automotive - Sfide e opportunità
Conosciamo insieme i megatrend...
Il settore automotive, tra i più penalizzati dal Covid, ha subito un calo del fatturato nel 2020, superiore rispetto al decremento medio che ha caratterizzato la manifattura nel suo complesso. Nel 2021 il fatturato è tornato a crescere in modo convincente, soprattutto grazie all’apporto della domanda interna.
Per far sì che il trend di crescita del fatturato continui, eventualità non semplice da confermare a causa di uno scenario socio-politico ed economico incerto, occorre che le imprese siano preparate e abili a sfruttare le opportunità derivanti, ad esempio, dagli investimenti in ricerca e sviluppo. In un settore ad elevato coefficiente di innovazione tecnologica, risulta fondamentale, per ottenere un vantaggio competitivo sui competitor, saper apportare continue innovazioni di prodotto e processo, focalizzandosi su soluzioni per una mobilità sempre più green e smart.
Anche il tema della sostenibilità è rilevante: negli ultimi anni si è assistito a una vera e propria corsa alla mobilità green. L’elettrificazione è un processo in costante crescita, volto a ridisegnare il paradigma della mobilità urbana, non solo con riferimento agli automezzi per il trasporto privato, ma anche ai veicoli adibiti al trasporto pubblico.
La digitalizzazione rappresenta un’ulteriore opportunità che, se cavalcata correttamente, può garantire interessanti vantaggi alle imprese: sono stati compiuti notevoli passi in avanti sulla connettività delle autovetture, sulle quali da tempo sono integrati anche assistenti vocali (come AndroidAuto o CarPlay). Negli ultimi anni si è inoltre assistito a un notevole incremento delle partnership con operatori tecnologici e anche i sistemi di guida autonoma sono in costante aggiornamento, come del resto i sistemi che rendono la guida sempre più confortevole e sicura: si pensi ai sistemi anti-collusione a frenata automatica, al cruise control, ai sistemi che consentono di parcheggiare in modo automatico la vettura, etc.
Anche l’investimento in capitale umano è del tutto rilevante nell’automotive, soprattutto in considerazione del fatto che in questo settore si cerchi sempre più personale preparato e qualificato, e questo è un portato del maggior ricorso all’elettronica e all’elettro-tecnica, soprattutto con riferimento ai motori elettrici di nuova generazione. Si segnalano ad ogni modo interessanti opportunità che potranno essere colte dalle imprese relativamente a fondi europei stanziati per la formazione dei lavoratori coinvolti nel processo di trasformazione dai motori endotermici a quelli elettrici.
Una delle maggiori sfide sarà legata alla trasformazione cui le imprese sono chiamate a seguito della transizione verso l’elettrico, fenomeno che caratterizzerà gli anni a seguire: i motori elettrici sono costituiti da meno componenti rispetto ai tradizionali motori endotermici, caratteristica che rappresenta un problema non indifferente per le imprese operanti nella componentistica (si pensi ad esempio alle imprese che producono i tubi di scarico delle automobili a diesel e benzina). Queste imprese dovranno essere chiaramente sostenute con incentivi in questa delicata fase di trasformazione, e in parte ciò avviene già, basti pensare alla prima citata Gigafactory di Termoli. In particolare, diventerà un asset strategico la produzione di semiconduttori e di batterie, anche per evitare eventuali strozzature sul lato dell’offerta, che potrebbero rallentare la crescita settoriale.
Sostenibilità: cosa dobbiamo tenere a mente?
Un grande tema di attualità e che caratterizzerà i prossimi anni è legato alla sostenibilità e, più nello specifico, a una mobilità sempre più green ed elettrica.
L’impulso versa la sostenibilità ha subito un’accelerazione grazie agli Accordi di Parigi del 2015, sottoscritti da 196 Paesi: il settore dell’automotive non può che configurarsi come fondamentale nell’ottica di abbattere le emissioni di gas climalteranti, così da migliorare la qualità dell’aria e raggiungere la neutralità climatica al 2050. In aggiunta, recentemente a livello europeo si è votato a favore dello stop, nel 2035, alle vendite di auto con motori a combustione interna (come le tradizionali auto a benzina e diesel).
La mobilità full-electric o a idrogeno è fondamentale per raggiungere gli ambiziosi obiettivi al 2050: al momento si segnala una maggior diffusione di veicoli elettrici, l’idrogeno è ancora in una fase di sperimentazione e gli investimenti infrastrutturali per la diffusione di questa tecnologia sono molto importanti (è attesa un’importante accelerazione grazie all’impiego dei fondi stanziati dal PNRR).
La sfida di una mobilità a zero emissioni è ambiziosa e molto complessa: le difficoltà non derivano esclusivamente dai vincoli di offerta oggi presenti per semiconduttori e batterie, ma anche dalla necessità che le infrastrutture siano potenziate. Non è infatti pensabile che la diffusione di veicoli full-electric sia rilevante in assenza di una rete di colonnine per la ricarica ben sviluppata e radicata sul territorio. Inoltre, nel valutare il bilancio ambientale legato alla mobilità elettrica non va dimenticato il costo ecologico legato alla produzione e soprattutto allo smaltimento delle batterie.
Il concetto di sostenibilità nel settore non si declina solo nella produzione di auto elettriche o ibride o a idrogeno, ma anche nell’adozione di comportamenti e logiche da parte dei consumatori sempre più sostenibili: in questo senso, è in aumento il ricorso al car-sharing, all’uso dei servizi di trasporto pubblico e al car pooling, nell’ottica di un impatto ambientale derivante dalle esigenze di mobilità sempre minore.
Anche la ricerca e lo sviluppo di carburanti alternativi è fondamentale: fino a quando l’elettrificazione non sarà matura, i biocarburanti avranno gioco forza un ruolo determinante per ridurre in modo sostanziale le emissioni di carbonio. Lo sviluppo di questa tipologia di carburante ha avuto un notevole impulso grazie al motorsport (si pensi al campionato di Formula 1, in cui le squadre sono state chiamate, a partire dal 2022, all’uso di un biocarburante in cui l’etanolo deve essere presente in misura non inferiore al 10%).
Per raggiungere gli obiettivi ambiziosi della strategia europea, la tecnologia e le nuove competenze digitali giocheranno nei prossimi anni un ruolo chiave.
Il settore dell’automotive è strettamente legato ai temi dell’innovazione e della digitalizzazione. Le automobili si caratterizzano infatti per il fatto di essere sempre più connesse e digitali: all’accesso a internet si unisce la presenza di una molteplicità di sensori che inviano e ricevono continuamente dati e segnali. I sensori, e l’elettronica che consente di farli interagire in un modo coordinato, consentono all’auto di percepire la realtà circostante, e interagire con la stessa, rilevando in autonomia limiti di velocità, ad esempio, o sviluppando servizi quali la frenata assistita in presenza di ostacoli o pericoli.
Le vetture non sono solo più smart e connesse, ma sono anche sempre più autonome: la guida autonoma o semi-autonoma rappresenta la nuova frontiera di sviluppo, su cui il settore sta puntando forte, anche grazie all’analisi dei Big Data e all’artificial intelligence. A questa nuova frontiera di sviluppo si accompagna una discussione etica molto accesa, soprattutto per quanto riguarda l’attribuzione della responsabilità in caso di incidente che vede coinvolti veicoli a guida autonoma o semi-autonoma e veicoli non dotati di questa tecnologia.
L’automotive ha beneficato positivamente dello sviluppo negli ultimi anni di nuove tecnologie 4.0, che hanno consentito il raggiungimento di livelli di flessibilità, efficienza e reattività sempre più elevati. Il tema della flessibilità dei processi produttivi è molto importante per il settore, nell’ottica di ridurre il time to market, migliorare la gestione della filiera, nonché rinforzare la tracciabilità delle componenti.
Il settore, per la natura altamente tecnologica che lo contraddistingue, necessita di persone sempre più competenti: le moderne tecnologie, in particolare quelle legate all’elettrificazione dei veicoli e ai meccanismi di recupero dell’energia (ad esempio in fase di frenata), richiedono alta intensità di conoscenza e sono associate a elevati investimenti in ricerca e sviluppo, con cicli di innovazione molto rapidi.
Cosa significa PNRR per il settore?
Le imprese italiane dell’automotive nei prossimi anni dovranno fronteggiare molteplici situazioni sfidanti, ma per risultare vincitrici in questo percorso avranno uno strumento in più, dato dai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza, che al di là degli importi direttamente utilizzati dalle imprese automotive, guiderà a 360 gradi la transizione green del settore.
Il PNRR darà un bell’impulso al settore dell’automotive, che beneficerà di 5.5 miliardi di euro, pari al 3% sul totale delle risorse. Le missioni sulla Rivoluzione Verde e Digitale sono attese contribuire per circa il 91% del totale risorse rivolte al settore.
L’automotive riceverà molti fondi nell’ottica di incentivare gli investimenti che riguarderanno la sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto stradale: un investimento che pianifica un aumento del mercato interno della mobilità a idrogeno pari al 7% entro il 2030, con la costruzione di 40 stazioni di rifornimento. Il settore sarà stimolato anche grazie alle risorse stanziate per lo sviluppo del biometano.
Per tutte queste iniziative le opportunità non riguarderanno solo i produttori di beni finali (tipicamente le auto e i veicoli commerciali), ma l’intero indotto.
Il PNRR non impatta sul settore esclusivamente in modo diretto, ma anche indiretto: il Piano infatti è molto ampio e attiva molteplici filiere che, beneficiando di fondi, potranno dare impulso anche al settore automotive. Gli investimenti che rivitalizzeranno il settore impatteranno positivamente anche sulla filiera della fabbricazione di prodotti in metallo, la più impattata, con una domanda addizionale pari a circa 280 milioni; segue la fabbricazione di macchinari e metallurgia, attivate, rispettivamente, per circa 206 milioni e 126 milioni. Il settore della plastica e gomma è stimato ricevere effetti positivi dalla filiera pari a circa 94 milioni.
All’interno della missione Rivoluzione verde e transizione ecologica e della componente energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile, è previsto un investimento di 2.417 milioni con l’obiettivo di accelerare l’attuazione del Piano Strategico Nazionale per la Mobilità Sostenibile, mediante l’acquisto di autobus a basse emissioni, treni a propulsione elettrica e a idrogeno. A questo ammontare di risorse andranno ad aggiungersi ulteriori 600 milioni finanziati dal Piano Complementare.
Con i fondi del PNRR il Governo intende sviluppare ulteriormente la rete di colonnine per la ricarica delle auto elettriche. L’ammontare di risorse destinate al progetto supera i 740 milioni di euro e si prevede l’istallazione di 7.500 stazioni di ricarica super-veloci per veicoli elettrici su strade extraurbane (autostrade escluse) e almeno 13.755 stazioni di ricarica veloci nei centri urbani.
Anche il Superbonus 110% può dare un bell’impulso al mercato delle auto elettriche, dal momento che tra i lavori “trainati” rientra anche l’installazione di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici.