Qatar: da “pescatore di perle” a “perla del Golfo”

Il Qatar, una volta uno dei paesi più poveri del Golfo Persico, è oggi una delle realtà più dinamiche e in crescita della regione. Nell’ultimo cinquantennio, infatti, l’Emirato si è trasformato da una nazione piccola (grande quanto l’Abruzzo) e di limitate risorse economiche (l’occupazione principale era la pesca delle perle) in uno degli Stati del Golfo più ricchi e prosperi a livello globale: basti pensare che, con 81,97 mila dollari, il reddito pro-capite del Qatar è oggi fra i più alti nella graduatoria mondiale, ben oltre la media delle economie avanzate che è poco meno di 56 mila dollari (dati FMI).

In questo articolo scoprirai il Qatar, un piccolo Stato del Golfo Persico dalle grandi potenzialità.
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Il Qatar, una volta uno dei paesi più poveri del Golfo Persico, è oggi una delle realtà più dinamiche e in crescita della regione. Nell’ultimo cinquantennio, infatti, l’Emirato si è trasformato da una nazione piccola (grande quanto l’Abruzzo) e di limitate risorse economiche (l’occupazione principale era la pesca delle perle) in uno degli Stati del Golfo più ricchi e prosperi a livello globale: basti pensare che, con 81,97 mila dollari, il reddito pro-capite del Qatar è oggi fra i più alti nella graduatoria mondiale, ben oltre la media delle economie avanzate che è poco meno di 56 mila dollari (dati FMI).

La sua enorme ricchezza è spiegata dalla presenza, nel suo territorio, di grandi giacimenti di petrolio e soprattutto alle immense riserve di gas presenti nel sottosuolo, vera ricchezza del Paese. Il Qatar detiene, infatti, la terza riserva al mondo di gas naturale liquefatto (GNL) dopo Russia e Iran, con una quantità stimata in circa 890.000 miliardi di metri cubi, pari a quasi il 15% di tutte le riserve mondiali. L’export del petrolio e del gas rappresenta la principale fonte delle entrate dello Stato, contribuendo alla formazione di quasi la metà del PIL nazionale.

Tuttavia, per quanto l’economia qatarina sia sostenuta in particolar modo dal settore energetico, il paese ha saputo mettere in atto politiche innovative e di lungo periodo che ne hanno determinato uno sviluppo economico costante. Il Qatar, infatti, ha intrapreso un processo di diversificazione della propria economia, volto a favorire la transizione da un'economia basata sullo sfruttamento degli idrocarburi ad un'economia di servizi e knowledge-based, secondo quanto delineato nella strategia nazionale Qatar National Vision 2030. Tale programma ambisce a bilanciare la crescita economica del paese con fattori sociali ed ambientali.

In linea con tale programma, il Governo ha effettuato nel corso degli ultimi anni ingenti investimenti nella diversificazione dell'economia spostando l'attenzione dal settore oil&gas ai settori della produzione industriale downstream (petrolchimico, plastica, fertilizzanti, alluminio, acciaio, ecc.), alla realizzazione di grandi progetti in ambito edilizio/infrastrutturale, trasporti/logistica, al settore turistico, sostenuto anche dai Campionati mondiali di calcio che vi si sono svolti nel 2022, oltre che a quello dell'istruzione (università e parchi scientifici) e della salute (centri clinici e ospedalieri di eccellenza).

Per perseguire tali obiettivi, il Governo ha inoltre incentivato l’attrazione di capitali esteri modificando la legge sugli IDE. Gli investimenti diretti esteri in Qatar sono disciplinati dalla Legge n. 1 del 2019 (Qatar’s Investment Law regulating the investment of foreign capital in economic activities) che ha aperto agli stranieri la possibilità di investire direttamente nell’economia del Qatar in quasi tutti i settori economici abolendo l’obbligo di avere un socio locale nominalmente al 51% nelle società di capitali. Secondo la precedente normativa gli stranieri potevano investire in Qatar solo in joint venture con sponsor o soci qatarini. Con questa nuova legge, l’economia del Qatar ha mostrato un’importante apertura alla libera concorrenza straniera in quasi tutti i settori economici (restano escluse banche, assicurazioni, agenzie commerciali, società operanti nel campo della sicurezza/difesa ed eventuali altri limitati settori).

Quanto alla tassazione delle società, con la legge 21 del 2009, entrata in vigore a partire dal 1° gennaio 2010, il Qatar ha profondamente riformato il suo sistema di imposizione fiscale introducendo un’aliquota unica (flat tax) al 10% senza no tax area indipendentemente dai profitti generati dalle aziende (la normativa precedente prevedeva un’aliquota del 35%).

Da gennaio 2003 è in vigore un’Unione Doganale fra i Paesi membri del GCC che prevede una tariffa unica all’importazione pari al 5%. È in previsione un accordo di libero scambio fra GCC e UE, da anni in fase di negoziazione, che consentirebbe tra l’altro l’eliminazione delle tariffe comunitarie sull’importazione di prodotti petrolchimici.

Nuove opportunità per le imprese italiane

L’Italia è considerata un partner internazionale di importanza primaria e il legame tra i due paesi si è ulteriormente rafforzato negli ultimi anni, in particolare dopo il blocco dei confini operato da Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Egitto e Bahrain, creando un clima di fiducia ed amicizia con benefici effetti sugli scambi economici.

Il 5 giugno 2017, in modo unilaterale, questi paesi hanno infatti interrotto le relazioni diplomatiche col Qatar e chiuso lo spazio aereo, marittimo e terrestre, oltre ad espellere i cittadini qatarini dai propri territori. Il Qatar è stato accusato di sostenere il terrorismo internazionale, mantenere rapporti di eccessiva vicinanza con Teheran e aver consentito alla Turchia di installare sul proprio territorio una base militare. Di fatto la crisi ha paralizzato il Consiglio di Cooperazione del Golfo.

Il Qatar, tuttavia ha saputo trasformare tale crisi in opportunità, aprendo una nuova fase della sua politica di sviluppo economico, investendo, ad esempio, nel settore agricolo, con l’introduzione di nuovi processi produttivi ad alta intensità per lo sfruttamento del suolo coltivabile che corrisponde solo al 5% della sua superficie; nell’approvvigionamento di alimenti dall’estero, con la costruzione di amplissimi magazzini alimentari all’avanguardia e forniture da paesi terzi di tutti i beni primari non solo agro-alimentari, con una contemporanea ulteriore accelerazione dei progetti infrastrutturali utili a ricevere dette forniture, in primis il nuovo Hamad Port.

Il 5 gennaio 2021 con la Dichiarazione di Al-Ula, facilitata dalla mediazione del Kuwait e degli Stati Uniti, sono state ristabilite le relazioni diplomatiche tra i paesi del blocco e il Qatar e sono state riaperte le frontiere. Uno sviluppo che ha dato avvio ad un percorso di progressiva normalizzazione dei rapporti diplomatici e graduale ripresa degli scambi e della cooperazione commerciale tra Qatar, Arabia Saudita, EAU, Bahrein ed Egitto.

Nel frattempo, le relazioni con il nostro paese si sono ulteriormente sviluppate tanto che, secondo dati ISTAT, nel 2022, l’interscambio Italia-Qatar ha registrato un valore pari a 9,3 miliardi di euro (+130,1% rispetto all’anno precedente). Il valore delle esportazioni italiane verso il Qatar si è attestato sui 3,4 miliardi di euro (+70,5% rispetto al 2021), mentre per quanto riguarda le importazioni italiane dal Qatar il valore è arrivato a sfiorare i 6 miliardi di euro, facendo registrare un incremento del +188,5% rispetto al 2021. Più del 90% delle nostre importazioni dal Qatar, come è facile immaginare, sono costituite da gas naturale, mentre noi esportiamo nell’Emirato soprattutto navi e imbarcazioni, aeromobili, veicoli spaziali e macchinari.

Tuttavia, in considerazione della sua politica di diversificazione economica e del suo delicato ruolo geopolitico, il Qatar necessita anche di servizi di sicurezza, di facility management per gestire e conservare tutti gli edifici e le infrastrutture nel frattempo costruite, forniture di cibo e medicinali, scuole internazionali nonché, in generale, servizi di alto livello per i locali e i tantissimi espatriati che rappresentano circa il 90% della popolazione totale.

Senza dimenticare che importanti opportunità si delineano anche nel settore delle costruzioni, soprattutto nel contract di lusso, delle infrastrutture e delle energie rinnovabili.

Per le imprese italiane, dunque, il Qatar rappresenta un partner cruciale in grado di offrire numerose opportunità di collaborazione internazionale, aprendo nuove prospettive e sfide che riflettono il dinamismo e la determinazione di questa nazione in continuo sviluppo.



 

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