Turchia: un ponte economico tra Europa e Asia
La Turchia si posiziona come la 19° economia mondiale, con una crescita economica stabile e un potenziale significativo per il futuro. Il Paese è caratterizzato da una giovane popolazione istruita, una posizione strategica tra Europa e Asia e un forte impegno per lo sviluppo delle energie rinnovabili.
La Turchia, situata all’incrocio tra Europa e Asia, sfrutta la sua posizione privilegiata per rafforzare le proprie capacità commerciali e arricchire il proprio patrimonio culturale ed economico. Dal 2017 al 2023, il PIL del paese ha registrato una crescita robusta, passando da 859 miliardi di dollari a circa 1.029 miliardi di dollari nel 2023. Le previsioni del Fondo Monetario Internazionale indicano un ulteriore aumento a 1.145 miliardi di dollari entro il 2025.
Turchia: un ponte economico tra Europa e Asia
La Turchia si posiziona come la 19° economia mondiale, con una crescita economica stabile e un potenziale significativo per il futuro. Il Paese è caratterizzato da una giovane popolazione istruita, una posizione strategica tra Europa e Asia e un forte impegno per lo sviluppo delle energie rinnovabili.
La Turchia, situata all’incrocio tra Europa e Asia, sfrutta la sua posizione privilegiata per rafforzare le proprie capacità commerciali e arricchire il proprio patrimonio culturale ed economico. Dal 2017 al 2023, il PIL del paese ha registrato una crescita robusta, passando da 859 miliardi di dollari a circa 1.029 miliardi di dollari nel 2023. Le previsioni del Fondo Monetario Internazionale indicano un ulteriore aumento a 1.145 miliardi di dollari entro il 2025.
Nonostante la recessione economica globale del 2019-2020 causata dalla pandemia, l’economia turca ha dimostrato una notevole ripresa, con tassi di crescita che hanno superato il 20% nel 2023. Il settore dei servizi, che comprende attività come la finanza, l’assistenza sanitaria, l’informatica e il turismo, è emerso come il maggiore contributore al PIL, rappresentando il 52% di quest’ultimo. Anche il settore manifatturiero ha svolto un ruolo fondamentale, in particolare attraverso settori come l’automotive, il tessile e l’elettronica, che insieme costituiscono il 26% del PIL.
La Turchia vanta una popolazione di 84,97 milioni di abitanti (2022, Banca Mondiale) con un’età media di 31,7 anni. Riconoscendo l’importanza del capitale umano, il governo turco ha posto l’istruzione e la formazione professionale al centro della sua strategia economica, coltivando una generazione di lavoratori qualificati in grado di guidare l’innovazione e l’efficienza produttiva.
Grazie alla sua posizione geografica, la Turchia si erge come un naturale ponte tra Europa ed Asia, con sbocchi efficienti verso i mercati più importanti di queste aree, garantendo un accesso agevolato a circa 1,6 miliardi di clienti. Oltre al suo ruolo di hub commerciale, la Turchia riveste un’importanza cruciale nel panorama energetico globale. Il Paese si trova vicino a oltre il 70% delle riserve energetiche primarie del mondo e funge da corridoio di transito per l’energia proveniente da diverse regioni, tra cui Russia, Medio Oriente e Caspio.
La vicinanza dell’Europa, principale consumatore di energia, rende lo Stato euroasiatico un terminale energetico di riferimento. Il Paese ha investito pesantemente in infrastrutture energetiche, come gasdotti e oleodotti, per facilitare il trasporto di energia verso i mercati europei.
Il governo di Ankara offre un ambiente fertile per gli investimenti, offrendo diverse attrattive per le imprese nazionali e internazionali. Secondo il Doing Business Report 2020 della Banca Mondiale, il Paese si colloca al 33° posto nella classifica globale con un punteggio di 76,8 distinguendosi per la semplicità e la rapidità delle procedure di avvio di un’attività imprenditoriale, con una media di soli 7 giorni per la costituzione di una società. Inoltre, il recente taglio dell’imposta sul reddito delle società dal 33% al 20% (ISPAT) ha agevolato ulteriormente le imprese a stimolare gli investimenti.
Le Zone per lo Sviluppo Tecnologico, le Zone Industriali e le Zone Franche offrono un ventaglio di agevolazioni, tra cui riduzioni sull’imposta societaria, sui contributi previdenziali e l'assegnazione di terreni a condizioni vantaggiose. Infine, la possibilità di ricorrere all’arbitrato internazionale per la risoluzione delle controversie offre agli investitori una maggiore sicurezza giuridica e tutela i loro interessi.
La politica industriale e commerciale della Turchia ha subito un’evoluzione significativa negli ultimi decenni, con l’obiettivo di integrare maggiormente il paese nei mercati globali e di promuovere lo sviluppo economico interno. In particolare, la Turchia ha perseguito una strategia di crescita guidata dalle esportazioni, rafforzata da una serie di accordi di libero scambio e dall’istituzione di un’unione doganale con l'Unione Europea nel 1995. Questa partnership ha permesso l’eliminazione delle tariffe doganali e delle quote per la maggior parte dei beni scambiati tra le due parti, favorendo un aumento significativo del flusso commerciale. L'UE è diventata il principale partner commerciale della Turchia, rappresentando una destinazione chiave per le esportazioni turche.
Nonostante questi sforzi, l'economia turca si trova ancora di fronte a sfide sistemiche, come una forte dipendenza dalle importazioni di energia e beni intermedi, che creano vulnerabilità agli shock economici esterni. Gestire questi problemi, insieme all'inflazione e alla volatilità valutaria, rimane un compito fondamentale per i responsabili politici turchi.
Rapporti con l’Italia
Le relazioni commerciali tra Italia e Turchia si contraddistinguono per una storia solida e una cooperazione proficua, caratterizzate da frequenti visite governative e da solidi legami economici. L’Italia riveste un ruolo di primo piano come partner commerciale della Turchia, posizionandosi stabilmente tra i suoi principali interlocutori economici.
Lo scambio commerciale tra i due paesi ha registrato una crescita costante negli anni, raggiungendo il suo picco nel 2011 con un valore di 21,3 miliardi di dollari. Nonostante la flessione temporanea del 2020 a causa della pandemia globale (-14,8% rispetto al 2019), i rapporti commerciali bilaterali hanno dimostrato una notevole resilienza. Nel 2023, l’Italia ha confermato la sua posizione di secondo partner europeo della Turchia, con un interscambio commerciale pari a 14,27 miliardi di euro. Nonostante le difficoltà globali, l’Italia ha mantenuto un saldo positivo nell'interscambio con la Turchia, registrando un surplus di +2,72 miliardi di euro nel 2023.
Tra i principali prodotti esportati dall’Italia in Turchia troviamo macchinari ed apparecchiature meccaniche, autoveicoli, trattori e ricambi, e materie plastiche. Le principali voci dell'export turco verso l'Italia includono autoveicoli, trattori e ricambi, macchinari ed apparecchiature meccaniche, e ferro e acciaio.
Un ulteriore passo avanti nella cooperazione è stato compiuto il 5 luglio 2022 ad Ankara, durante il 3° Vertice Intergovernativo Turchia-Italia, dove il Presidente turco Recep Tayyip Erdoğan e il Presidente del Consiglio italiano Mario Draghi hanno firmato 9 accordi per “rafforzare la cooperazione”, con l’obiettivo di raggiungere un interscambio economico di 25 miliardi di dollari entro la fine dell’anno. Tra i punti salienti, il riconoscimento reciproco delle patenti di guida, che facilita la circolazione dei cittadini tra i due paesi, la protezione delle informazioni classificate nell'industria della difesa, a tutela di progetti militari congiunti, la formazione dei diplomatici, la ricerca scientifica, la protezione civile e lo sviluppo sostenibile. Tra le altre intese, spicca la lettera d'intenti tra i Med Dialogues e l'Antalya Diplomacy Forum per la collaborazione tra i due forum, e il possibile accordo tra Alstom Italia e il Ministero dei Trasporti turco per la fornitura di treni ad alta velocità.
Investimenti Diretti Esteri e presenza italiana
Nel 2020, l’Italia ha consolidato la sua posizione di primo investitore in Turchia con un flusso di capitali pari a 977 milioni di dollari, rispetto ai 94 milioni del 2019. La presenza italiana nel paese è forte, con oltre 1.400 aziende attive in diversi settori. Le imprese italiane hanno ottenuto ottimi risultati anche negli appalti pubblici, aggiudicandosi la realizzazione di importanti opere infrastrutturali.
La collaborazione economica con la Turchia si basa su tre pilastri fondamentali: la presenza consolidata di grandi gruppi manifatturieri italiani con stabilimenti produttivi nei principali cluster industriali turchi, il ruolo cruciale delle banche italiane e la partecipazione attiva allo sviluppo infrastrutturale del Paese.
A testimonianza di questo legame solido, la banca turca di credito all’esportazione, Turk Eximbank, a giugno 2024 ha siglato un accordo di finanziamento da 1,1 miliardi di dollari, garantito dalla Banca Mondiale, per sostenere gli investimenti nella transizione verde del paese. Si tratta della più grande operazione di prestito mai effettuata da Turk Eximbank e della prima garanzia IBRD destinata a supportare gli esportatori nel loro percorso verso la sostenibilità. Il finanziamento sosterrà progetti in settori chiave come la produzione di energia rinnovabile e l'efficienza energetica, oltre a supportare imprese inclusive e PMI.
Cosa esportare
L’Italia si conferma quarto fornitore della Turchia con una quota di mercato de 5,9% nei primi quattro mesi del 2024, guadagnando ben tre posizioni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo posizionamento strategico rende l’Italia un partner commerciale di vitale importanza per la Turchia, che rappresenta a sua volta il decimo mercato di destinazione per l’export italiano con una quota del 2,9% nel primo trimestre 2024. Le esportazioni italiane verso la Turchia si concentrano su alcuni settori chiave:
- Macchinari e apparecchiature: Con un valore del 23,9% nel 2023, questo settore rappresenta la voce più importante dell'export italiano in Turchia. L'Italia eccelle nella fornitura di macchinari tessili, agricoli, per la lavorazione di metalli, plastica, legno, marmi, pelli, calzature e imballaggio. Tuttavia, la crescente capacità produttiva autonoma della Turchia impone un focus sempre maggiore sui macchinari più sofisticati per mantenere la competitività italiana.
- Prodotti tessili: Settore strategico per la Turchia, rappresenta il 7,7% dell'export italiano totale verso il Paese. L’attenzione alla qualità del prodotto finito da parte dell'industria turca ha incrementato la domanda di tessuti e filati pregiati, posizionando l'Italia come primo fornitore e importante cliente. Di particolare interesse sono i tessili tecnici con molteplici applicazioni.
- Prodotti chimici: Questo comparto trasversale, che contribuisce a nanotecnologia, biochimica, genetica e chimica organica, rappresenta il 9,2% dell'export italiano verso la Turchia. L'Italia si colloca tra i principali esportatori di prodotti chimici in Turchia, con una forte presenza di piccole e medie imprese nel settore.
- Servizi di informazione e comunicazione: La Turchia punta a potenziare questi settori attraverso la ricerca, i parchi tecnologici e la collaborazione tra università e aziende. Ciò apre interessanti opportunità per l'Italia, soprattutto in settori di nicchia come pacchetti software, trasmissione dati, telecomunicazioni e sicurezza. Da evidenziare anche il potenziale della biotecnologia industriale e agraria e dell'elettronica per la difesa.
- Energia: La Turchia, importatore netto di energia che dipende dalle importazioni per il 73% del suo fabbisogno, ha avviato politiche per lo sviluppo di energie rinnovabili. L'Italia può giocare un ruolo chiave in questo processo, data la sua esperienza nel settore e l'elevato potenziale di energia rinnovabile in Turchia.
La presenza di numerose imprese italiane in Turchia, il potenziale inespresso di alcuni settori e la complementarità delle due economie creano un contesto favorevole per un’ulteriore crescita degli scambi e la nascita di nuove partnership strategiche. Le imprese italiane possono cogliere interessanti opportunità nei settori sopra menzionati, con un occhio di riguardo alle tecnologie più innovative e ai settori ad alto potenziale come la biotecnologia e l'energia rinnovabile.