Che export tira? - Agosto 2019
Nel mese di agosto l’export italiano in valore si è ridotto del 3,4% rispetto un anno prima, a causa della contrazione dell’area UE. In termini di prodotti, solo la farmaceutica riesce ad accelerare le esportazioni rispetto il dato cumulato relativo a luglio. Dopo otto mesi la performance complessiva del Made in Italy è pari a +2,6%, in rallentamento se confrontati con i sette mesi, ma in linea con il dato registrato già a giugno scorso.
La domanda dei Paesi UE è in calo nel mese di agosto principalmente a causa dei nostri principali partner: Germania (-7,5% su base annua), Francia (-5,9%), Regno Unito (-4,7%) e Spagna (-9%).
Il dato dell’export nell’area extra-UE beneficia della domanda giapponese e svizzera (+24,9% su agosto dello scorso anno). In rallentamento la domanda statunitense (+0,8%).
Ad agosto le esportazioni sono rimaste stabili rispetto a luglio. Nel complesso del trimestre giugno-agosto, il segno resta positivo (+0,4%) rispetto ai tre mesi precedenti.
Le esportazioni di beni verso Tokyo continuano a crescere, grazie al Made in Italy «tradizionale» (alimentari&bevande e abbigliamento), mentre quello diretto verso Mosca resta in territorio positivo (nonostante l’andamento ciclico di questi otto mesi), grazie a macchinari, metalli e farmaceutica. Il risultato dell’America Latina è frutto della caduta della domanda messicana (-5% tra gennaio e agosto tendenziale) e argentina (-27,8%), ma anche della crescita di Cile, Colombia e Perù; il Brasile (+0,9%) torna prima destinazione nell’area.
Tra i raggruppamenti principali di industrie, si confermano i migliori in termini di export i beni di consumo, seppur in rallentamento, grazie in particolare ai beni non durevoli (+11,5%, nei primi otto mesi). Rimane, invece, più moderata la crescita delle esportazioni dei beni di consumo durevoli (+2,4%; in contrazione nel solo mese di agosto).
Dopo otto mesi la domanda estera per i beni intermedi registra un incremento dell’1,4%, mentre non recupera il territorio positivo per i beni strumentali.
I prodotti farmaceutici crescono in quasi tutte le principali destinazioni del Made in Italy, specie verso i nostri principali partner; ma la domanda è positiva anche da aree altrimenti in contrazione come Opec o Mercosur. Queste ultime due (insieme agli Asean) sono anche una destinazione favorevole per autoveicoli, beni che altrimenti fuori dall’UE stanno soffrendo (specie in USA e Turchia). Washington è tuttavia una geografia immancabile per il food&beverage italiano (in attesa della definizione della questione dazi), con il Giappone e Sud-Est asiatico.