Che export tira? - Aprile 2020
1. Il mese di riferimento
La congiuntura. In aprile le esportazioni italiane hanno registrato una caduta (-34,9%) rispetto al mese precedente, scontando gli effetti della fase di massimo lockdown nei principali mercati di sbocco. Anche l’andamento del trimestre febbraio-aprile è negativo (-18,9%) rispetto ai tre mesi precedenti.
Il trend. Ad aprile il valore dell’export è calato del 41,6% su base annua, spinto al ribasso dai volumi.
Contesto globale. L’impatto della pandemia si intensifica ed è ormai ben visibile, particolarmente nei Paesi Asean (-47,8% rispetto ad aprile 2019) e Paesi OPEC (-44,9%) ma anche in geografie europee quali Spagna (-46,1%) e Austria (-40,2%).
2. Come sta andando tra gennaio e aprile
Il dato di aprile ha condizionato fortemente il bilancio tendenziale dei primi quattro mesi dell’anno (-11,8%). Si tratta della caduta dell’export più marcata dalla nascita del mercato unico europeo nel 1993 ed è spiegata per oltre il 50% dal crollo delle vendite oltreconfine di metalli, mezzi di trasporto e meccanica strumentale.
2.1. Dentro e fuori l’Unione Europea
Si intensifica nel primo quadrimestre la contrazione della domanda proveniente dai Paesi UE, dove il numero di contagi ha continuato a crescere. Paesi Bassi (-2,6%) e Polonia (-7,8%) hanno tenuto di più pur andando in negativo, mentre Spagna (-16,9%) e Romania (-15,7%) registrano i cali maggiori. Flessione più marcata per l’area extra-UE (-12,8%), dove il calo è a doppia cifra con alcune eccezioni, quali Turchia (-0,9%), Stati Uniti (-2,5%), Giappone (-3%) e Russia (-7,9%). Particolarmente colpiti India (-27,1%), Cina (-20,8%) e Regno Unito (-17,8%).
2.2. Focus Paesi
Resiste l’export verso il Belgio (+6,7%), unico in crescita nei primi quattro mesi dell’anno, trainato da alimentari e bevande (+8%) ma soprattutto dalla farmaceutica (+38,5%). Il Paese è infatti un hub distributivo di prodotti farmaceutici e sede di numerose multinazionali. I due settori sono in forte crescita anche in Francia (rispettivamente +8,2% e +40,4%), dove tuttavia non sono sufficienti a compensare il calo registrato negli altri comparti. Contrazione in tutti i settori (ad eccezione del legno) per le vendite verso l’India, i più colpiti sono mezzi di trasporto (-39,4%) e apparecchi elettrici (-38,2%).
2.3. Focus industrie e settori
A livello di raggruppamenti di principali di industrie, sono i beni di consumo, nel periodo gennaio-aprile, a reggere meglio il colpo, entrando tuttavia anch’essi in territorio negativo (-5,8%). La contrazione è da ascriversi principalmente ai beni durevoli (-23,3%), mentre la flessione è lieve per i beni di consumo non durevoli (-2,2%), a conferma della minore esposizione di questi ultimi alla crisi data la loro essenzialità.
Più marcato il calo dell’export di beni strumentali (-19,9%), che soffrono del clima di incertezza. In rosso anche le esportazioni di beni intermedi (-10,2%), frenate ancora dai blocchi produttivi in essere in varie geografie e dalla conseguente interruzione in diverse catene globali del valore.
A livello di settori, è la farmaceutica a registrare la performance migliore (+22,3%), specie nei Paesi UE (+29,8%). Più moderata la crescita nell’area extra-UE (+14,6%), dove a performance molto positive in alcune geografie – quali Giappone (+50,3%) e Stati Uniti (+40,3%) – si contrappongono cali in altre – ad esempio Regno Unito (-8,6%) e Cina (-6,9%).
In lieve contrazione ma al di sopra della media l’export di carta e stampa, che ha potuto contare, tra gli altri, sul traino di Germania (+2,1%), Polonia (+1,6%) e Cina (+51,4%). Particolarmente negative le vendite di tessile e abbigliamento (-23%), specie verso destinazioni extra europee quali Svizzera (-28,7%), Stati Uniti (-25,9%) e Giappone (-20,6%).