Che export tira? - Giugno 2020
1. Il mese di riferimento
La congiuntura. Dopo maggio, anche a giugno le esportazioni italiane di beni sono in crescita rispetto al mese precedente (+14,4%), influenzando positivamente anche il trimestre aprile-giugno (-24,8% rispetto ai tre mesi precedenti; il dato di marzo-maggio era -29%).
Il trend. L’export in valore a giugno si è ridotto del 12,1% rispetto allo stesso mese del 2019, sempre condizionato al ribasso dai volumi.
Contesto globale. Come già negli ultimi mesi, nei dati dell’export si osserva l’impatto della pandemia: India (-33,1% vs giugno 2019), Mercosur (-32,7%), Africa settentrionale (-25,9%), Stati Uniti (-22,4%).
2. Come sta andando nei primi 6 mesi
Il bilancio tendenziale mostra un lievissimo cambio di rotta: tra gennaio e giugno si registra -15,3%. Il risultato è sempre condizionato dalla forte contrazione dell’export di autoveicoli (-32%), tessile e abbigliamento (-26,2%), altri mezzi di trasporto (-22%), meccanica strumentale (-20%).
2.1. Dentro e fuori l’Unione Europea
Alcune destinazioni nei primi sei mesi mostrano una domanda più forte della media complessiva. Tra questi, nei Paesi UE si osservano Belgio (+3,3% rispetto allo stesso periodo del 2019), Paesi Bassi (-6,9%) e Germania (-10,8%). Tra i mercati extra-UE, invece, Giappone (-6,7%), Stati Uniti (-10,5%), Svizzera (-11,2%), Russia (-11,3%), Turchia (-12,2%). Più in difficoltà le merci Made in Italy dirette verso India (-33,8%), Spagna (-21,8%), Regno Unito (-19,8%) e Cina (-18,6%).
2.2. Focus Paesi
La prima metà dell’anno ha confermato la forza internazionale di alimentari e bevande, anche in Germania (+5,5%), Regno Unito (+4,1%) e Turchia (+1,1%). Performance molto positive anche per i prodotti agricoli verso Ankara (+10,7%) e Berlino (+10,5%); le vendite di questi beni registrano inoltre un -1,3% a Londra, meglio quindi della media verso il Paese. In particolare verso l’Union Jack volano i prodotti in metallo (+14,9%), che invece soffrono sia in Germania (-19,7%) che in Turchia (-9,7%). In forte caduta i mezzi di trasporto verso tutte e tre le destinazioni.
2.3. Focus industrie e settori
Osservando i raggruppamenti principali di industrie, si nota che nei primi sei mesi dell’anno in corso le esportazioni di beni di consumo (-10,1% rispetto allo stesso periodo del 2019) hanno registrato la contrazione meno significativa, nonostante il dato dei beni durevoli (-23,9%), grazie ai beni di consumo non durevoli (-7,3%).
Sempre negativa, ma migliore della media, la dinamica dei beni intermedi (-13,6%), grazie ai prodotti chimici e gli articoli in gomma. Non si arresta la caduta dei beni strumentali (-21,2%), fortemente condizionati dall’incertezza globale, che tuttavia nel mese di giugno crescono del 23,6% rispetto a maggio.
Il dettaglio settoriale mostra che i prodotti agricoli sono tra i pochi con il segno «+», insieme ad alimentari e bevande e farmaceutica. Sono sostenuti dalla domanda francese, olandese, ceca, svizzera, cinese, giapponese, oltre che tedesca e turca.
In territorio negativo, tra gli altri, l’export di apparecchi elettronici e macchinari, con questi ultimi però molto più penalizzati. Infatti, mentre per i primi ci sono geografie che mostrano una crescita (ad esempio, Stati Uniti, Russia, Polonia, Rep. Ceca, Giappone, Regno Unito, Romania, Paesi Bassi e Belgio), per i secondi la domanda di tutte le principali destinazioni è in calo.
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