Che export tira? - Maggio 2018
A maggio l’export italiano è diminuito dello 0,8% in termini tendenziali. La performance dei primi cinque mesi rimane positiva (+3%) ma inferiore al 2017 per tre ragioni principali: i) rallentamento temporaneo dell’area euro – soft patch; ii) calo della fiducia di imprese e consumatori a causa del timore di un inasprimento delle tensioni commerciali; iii) effetti statistici di base legati al significativo incremento delle esportazioni italiane osservato nell’anno precedente.
Sono i Paesi Ue a sostenere l’export italiano nel 2018 (+4,9%), con buoni risultati sia nell’Est Europa (Polonia, Rep. Ceca – circa +10%) sia nei mercati tradizionali (Germania, Francia – circa +4,5%). Stabile UK (+0,6%).
Con un modesto +0,6%, l’area extra Ue frena la crescita dell’export. Male Opec e Mena. In controtendenza l’India (+16,1%). Usa chiudono a +1,1%.
Nel trimestre marzo-maggio l’export italiano è in flessione dello 0,7% rispetto al periodo dicembre-febbraio. In calo anche le vendite all’estero di maggio rispetto ad aprile (-1,6%).
Le vendite verso i Paesi del Mercosur avanzano al ritmo del 6,3% con il forte contributo di farmaceutica, meccanica strumentale e apparecchi elettrici. Tali settori, insieme a chimica, metallurgia e gomma e plastica trainano l’export verso la Spagna (+3,9%). Dopo la straordinaria performance del 2017, le esportazioni in Cina sono in calo dello 0,5%, principalmente a causa della flessione nel comparto automotive; significativo invece l’aumento delle vendite verso Pechino di meccanica strumentale (+7%).
Sono i beni intermedi a crescere al tasso più elevato (+4,8%), seguiti dai beni di consumo (+3,3%). I beni strumentali chiudono invece i primi cinque mesi con un modesto +1,1%.
Tra i beni di consumo, i non durevoli hanno fatto segnare la performance migliore (+3,8%); i beni durevoli hanno invece registrato un incremento dell’1,2%.
L’export di alimentari e bevande (+4,9%) cresce nei Paesi a Est della Penisola e anche in geografie in cui, complessivamente, le vendite Made in Italy sono in flessione: è il caso, ad esempio, della Russia (+13,1) e della Turchia (+7,3%). Dopo un 2017 oltre le attese (+11,3%), il comparto autoveicoli è in calo del 4,5%, a causa della flessione nell’area extra-Ue (-10%). In controtendenza Usa (+10,7%) e India (+34,2%). Pur se a un tasso più moderato rispetto al 2017, la farmaceutica si conferma tra i settori più dinamici (+4,7%), specie in Usa, Cina e Paesi Asean.