Che export tira? Dicembre 2022
1. Il mese di riferimento
La congiuntura. A dicembre l’export si è contratto dell’1,9% rispetto al mese precedente. La flessione è stata determinata da un calo delle vendite verso sia i Paesi Ue (-1,2%) sia quelli extra-Ue (-2,6%). Il quarto trimestre si è chiuso comunque in rialzo (+0,8%).
Il trend. L’export a dicembre è aumentato del 13,5% in termini tendenziali, specie grazie al contributo di mezzi di trasporto (esclusi autoveicoli, +43,7%), macchinari (+13,8%) e articoli farmaceutici (+26,9%).
Contesto globale. Il saldo commerciale a dicembre è risultato positivo per il secondo mese consecutivo, nonostante l’ampio deficit energetico; in aumento l’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici.
2. Come è andata nel 2022?
Nel 2022 le vendite oltreconfine di beni Made in Italy hanno segnato una marcata crescita (+19,9%) sfiorando così i 625 miliardi di euro. La vivace dinamica riflette un analogo incremento dei valori medi unitari (vmu; +19,8%) spinto da rialzi dei prezzi superiori alle aspettative, a fronte di una componente in volume pressoché stazionaria (+0,1%).
2.1. Dentro e fuori l’Unione Europea
Le esportazioni verso i Paesi Ue sono aumentate del 19,7%. L’anno si è chiuso con una domanda in forte rialzo da Belgio (+26,8%), Austria (+23,1%) e Spagna (+22,2%). Hanno riportato incrementi inferiori alla media ma comunque significativi Polonia (+17,9%), Francia (+17,2%) e Germania (+14,9%).
Leggermente più sostenuta la performance dell’export verso i Paesi extra-Ue (+20,2%), seppur con andamenti diversificati. Ritmo di crescita notevole per Stati Uniti (+32%), Paesi OPEC (+26%) e India (+24,2%). Modesti i rialzi segnati da Giappone (+7,1%) e Cina (+5%); flessione marcata per la Russia (-23,7%).
2.2. Focus Paesi
Nel 2022 la domanda di tessile e abbigliamento è risultata elevata da Stati Uniti (+45,5%) e, anche se in misura minore, da Giappone (+19,8%) e Spagna (+17,2%). La dinamica delle esportazioni di prodotti chimici è stata particolarmente positiva in tutti e tre i mercati di sbocco: Washington (+34,3%), Tokyo (+33,5%) e Madrid (+23,1%). Le vendite oltreconfine di apparecchi elettronici hanno mostrato un incremento notevole verso la Spagna (+57,2%) e in linea con la media del settore negli Stati Uniti (+20,3%), riportando, invece, una contrazione in Giappone (-7,2%).
2.3. Focus industrie e settori
Guardando ai raggruppamenti principali di industrie, i beni intermedi chiudono l’anno in forte crescita (+20,2%), guidata dai valori medi unitari a fronte della contrazione dei volumi esportati (-2,7%). Si confermano particolarmente marcati i rialzi per i prodotti energetici (+89%), i cui prezzi hanno registrato ampi incrementi sui mercati internazionali.
La performance dei beni di consumo è stata positiva sia in termini di vmu che di volumi (+15,7% e +3,7% rispettivamente). Chiudono in accelerazione i beni strumentali – grazie soprattutto a movimentazioni occasionali avvenute in novembre – mostrando tuttavia una crescita nel complesso più contenuta rispetto agli altri raggruppamenti (+13%).
Lo scorso anno l’export di legno, carta e stampa ha segnato un aumento del 28%, grazie soprattutto alla spinta del comparto – energivoro – carta e stampa. A trainare è stata la richiesta dai mercati europei (+31,6%), con incrementi marcati di Polonia (+40,9%), Germania (+34,2%) e Francia (+33%).
Chiudono a +17,6% i metalli e prodotti in metallo, interessati anch’essi nel corso dell’anno da importanti rialzi di prezzo. Tra le geografie più dinamiche si segnalano: Stati Uniti (+44,6%) e Paesi OPEC (+27,3%). Si rileva un ritmo di crescita analogo per alimentari e bevande (+16,7%), che registrano aumenti significativi, ad esempio, verso India (+31,1%), Spagna (+27,3%) e Paesi Bassi (+23,6%).
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