Che export tira? Febbraio 2021
1. Il mese di riferimento
La congiuntura. Continua, sebbene contenuta, la crescita dell’export rispetto al mese precedente (+0,3% feb.‘21 vs. gen.‘21), in linea con il dato trimestrale (+0,2% nell’ultimo trimestre rispetto a settembre-novembre).
Il trend. A febbraio 2021 si è osservata una contrazione delle esportazioni in termini tendenziali (-4,4%), attribuibile a un calo dei volumi (-6,3%), solo parzialmente compensato dalla crescita dei valori medi unitari (+2,0%).
Contesto globale. Rispetto a febbraio 2020 alcuni mercati mostrano debolezza (UK, Russia e Paesi Opec), altri, invece, sono in crescita (Cina e Polonia).
2. Come sta andando nei primi due mesi
La flessione tendenziale si attenua nei primi due mesi dell’anno (-6,3% vs. -8,5% di gennaio), si sconta però ancora il confronto con un inizio 2020 esente dalla pandemia. Il dato è influenzato anche dalla dinamica negativa dei mezzi di trasporto, dovuta a movimentazioni occasionali della cantieristica navale avvenute all’inizio dello scorso anno.
2.1. Dentro e fuori l’Unione Europea
Sebbene nel primo bimestre 2021 le vendite di beni verso i Paesi Ue rimangano in negativo (-3,2% gen-feb 21 vs. gen-feb 20), la loro performance è migliore della media grazie a Polonia (+11,4%), Paesi Bassi (+4,9%) e Germania (+1,5%). Ancora in calo invece l’export verso Spagna (-7,7%) e Francia (-6,4%).
La contrazione è più accentuata nei mercati extra-Ue (-9,8%), specie in Regno Unito (-25,1%), Stati Uniti (-20,9%), Paesi Opec (-18,9%) e Russia(-13,6%). In controtendenza l’export verso Cina (+41,0%), Oceania (+8,1%) e Mercosur (+6,3%).
2.2. Focus Paesi
In gennaio e febbraio 2021 si osserva una buona dinamica della domanda di autoveicoli nei Paesi Bassi – importante hub per il commercio internazionale – e in Francia, mentre rimane in negativo in UK (rispettivamente +79%, +8,6% e -16,5%). In forte calo l’export di articoli farmaceutici sia verso Londra (-50,9%) che Parigi (-36%), mentre più che raddoppiano le vendite verso Amsterdam. In flessione in tutti e tre i mercati anche gli apparecchi elettronici (Francia -16,7%, UK -34,4%, Paesi Bassi -36,2%). Il calo è diffuso a quasi tutti i settori del Made in Italy verso UK, che sconta gli effetti di Brexit.
2.3. Focus industrie e settori
A livello di raggruppamenti principali di industrie, la contrazione si riduce per le vendite oltreconfine di beni intermedi (-1,5% rispetto al periodo gennaio-febbraio 2020), in miglioramento rispetto al mese precedente (-3,4% gen 21 vs gen 20).
Anche i beni di consumo, seppure ancora in negativo (-6,4%) registrano performance migliori della media. Il calo dei beni non durevoli (-8,0%), è infatti in parte compensato dalla ripresa dei beni durevoli (+2,3%). Rimangono in territorio negativo i beni strumentali (-8,8%), che continuano a scontare le movimentazioni occasionali verso gli Stati Uniti di cantieristica navale di inizio 2020 (-31,2% il dato di altri mezzi di trasporto).
Gli apparecchi elettrici sono tra i settori a maggiore crescita nei primi due mesi dell’anno (+3,6%), grazie a una forte domanda cinese (+92,7%), inglese (+13,0%) e tedesca (+8,7%). Note positive arrivano anche dalle vendite di metalli e prodotti in metallo (+3,5%), in crescita in importanti mercati quali Cina (+42%), Germania (+22,4%) e Francia (+5,9%).
L’export di tessile e abbigliamento è invece in calo in pressoché tutte le geografie, con performance particolarmente negative verso Londra (-50,3%), Nuova Delhi (-38,8%) e Washington (-27,4%). Pechino, al contrario, registra un considerevole incremento della domanda (+85,7%) mostrando uno spiraglio di ripresa.
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