Che export tira? Novembre 2023
1. Il mese di riferimento
La congiuntura. A novembre l’export ha registrato un calo del 2,4%, spiegato per metà dalla flessione delle vendite di beni intermedi e comune sia ai Paesi Ue (-2%) che a quelli extra-Ue (-2,9%). Stazionaria la dinamica trimestrale (-0,1% set-nov’23 vs. giu-ago’23).
Il trend. Le esportazioni sono diminuite anche su base annua (-4,4%). La contrazione è stata diffusa a tutti i principali settori, a eccezione di macchinari (+5,1%), autoveicoli (+16,6%) e alimentari e bevande (+3,9%).
Contesto globale. L’avanzo commerciale, pari a €3,9 miliardi a novembre, si è confermato sostenuto dall’area extra-Ue, al netto di un disavanzo per l’Ue.
2. Come è andata nei primi undici mesi?
Tra gennaio e novembre 2023 l’export in valore ha riportato un aumento dello 0,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, in rallentamento dal dato precedente (+1,2%). L’andamento continua a essere determinato dalla crescita dei valori medi unitari (+5,6%), a fronte della decisa flessione dei volumi (-4,6%).
2.1. Dentro e fuori l’Unione Europea
Si conferma negativa la dinamica delle vendite verso i Paesi Ue (-1,8%), su cui pesano gli ampi cali di Germania (-3,1%) e Belgio (-16,3%). Risultano comunque in crescita importanti mercati come Spagna (+2,2%) e Francia (+1,5%). In rialzo anche l’export verso Polonia (+1,7%) e Polonia (+0,7%).
Si mantengono in aumento le esportazioni verso i Paesi extra-Ue (+3,5%), guidate dalla Cina (+20,7%). In evidenza i significativi incrementi di Paesi OPEC (+10,8%), India (+9%) e Stati Uniti (+4,3%). In positivo le vendite verso il Giappone (+1,3%), mentre è marcato il calo verso Regno Unito (-4%) e Russia (-18,7%).
2.2. Focus Paesi
Nei primi undici mesi dell’anno l’export di tessile e abbigliamento, rimasto stabile verso il mondo, ha segnato notevoli ritmi di crescita verso Giappone (+13,9%) e Francia (+13,7), a fronte di una flessione verso il Regno Unito (-2,6%). Gli autoveicoli, invece, hanno riportato performance favorevoli, seppur inferiori alla media del settore, verso tutte e tre le destinazioni: Parigi (+21,4%), Tokyo (+13,6%) e Londra (+10%). La domanda di metalli, dopo il forte rialzo del 2022, è risultata in aumento dal Giappone (+16,3%) ma in calo da Regno Unito (-5,1%) e Francia (-9,3%).
2.3. Focus industrie e settori
I beni strumentali si confermano il raggruppamento principale di industrie dalla crescita più pronunciata (+9,8%) e l’unico a non segnare cali in termini di volumi. Più contenuto, ma comunque significativo, il rialzo dei beni di consumo (+3,4%), trainati ancora una volta dai beni non durevoli (+4,1%) – in primis alimentari e bevande (+6,5%) e farmaceutica (+4,2%).
In territorio negativo invece i beni intermedi (-6,4%), che scontano un’ampia flessione della componente dei volumi (-8,4%), a fronte di una tenuta dei valori medi unitari (+2,2%) nonostante i significativi incrementi registrati già l’anno precedente. Ancora in forte contrazione i prodotti energetici (-25,3%), al netto dei quali l’export crescerebbe del 2%.
Le vendite oltreconfine di articoli farmaceutici sono risultate in vivace aumento verso i Paesi extra-Ue (+23,8%), a fronte del deciso calo che ha riguardato i mercati Ue (-11,7%). In evidenza la crescita a tripla cifra riportata dalla Cina, sulle vendite di un farmaco anti-Covid, e la dinamica della Svizzera (+63,1%).
Evoluzione favorevole anche per la domanda di apparecchi elettronici (+1,7%), sul sostegno ancora una volta dei Paesi extra-Ue (+3,8%), tra cui si distinguono le performance di India (+52,5%), Turchia (+15,3%) e Paesi ASEAN (+9%). In negativo, invece, i mobili (-4%), che hanno mostrato flessioni diffuse a quasi tutte le principali destinazioni con alcune eccezioni come Spagna (+4,6%) e Francia (+3%).
Scarica il documento!