Che export tira? Ottobre 2020
1. Il mese di riferimento
La congiuntura. Le esportazioni italiane a ottobre interrompono la crescita in atto nei mesi precedenti (-1,3% rispetto a settembre), mentre il dato trimestrale continua a rimanere positivo (+13,5% nell’ultimo trimestre rispetto a maggio-luglio).
Il trend. A ottobre si è osservata una diminuzione dell’export in termini di volumi (-8,8% rispetto allo stesso mese del 2019) mentre i valori medi unitari sono rimasti pressoché stabili (+0,4%).
Contesto globale. Rispetto a ottobre 2019, alcuni mercati risultano in crescita (in particolare, Polonia, Svizzera e Mercosur), altri, invece, mostrano una flessione (ad esempio, USA e Asean).
2. Come sta andando nei primi 10 mesi
Con riferimento ai primi dieci mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2019, l’andamento dell’export risulta negativo (-12,0% in termini tendenziali). Si noti che il peggioramento rispetto all’ultima uscita della pubblicazione è dovuto, in parte, anche alla revisione messa in atto da Istat che ha riguardato il 2019 e i primi 5 mesi del 2020[1].
2.1. Dentro e fuori l’Unione Europea
Sebbene nei primi dieci mesi del 2020 l’andamento generale dell’export sia stato negativo, in alcuni Paesi la contrazione è stata inferiore alla media. Nell’Unione europea, si segnalano Germania (-7,2% gen-ott 2020 vs gen-ott 2019), Paesi Bassi (-7,2%) e Polonia (-8,1%), con l’eccezione positiva del Belgio (+4,2%).
Tra i mercati extra-UE si segnalano, invece, Svizzera (-5,2%), Cina (-6,3%) e Giappone (-6,8%). In particolare difficoltà le esportazioni dirette verso America centro-meridionale (-18,6%), Paesi Asean e Africa settentrionale (entrambi in contrazione del 19,1%), nonché India (-28,5%).
2.2. Focus Paesi
Tra gennaio e ottobre si è osservata un’ampia flessione di tessile e abbigliamento (-20,8%); meno negative le performance del settore in Polonia, Russia e Francia. Verso questi Paesi l’export totale è in calo, rispettivamente, del -8,1%, -11,4% e -13,6%. I mezzi di trasporto mantengono un’incidenza negativa nelle scelte di imprese e consumatori francesi (-20,9%) e polacchi (-28,4%), mentre il settore è in crescita in Russia (+27,7%), nonostante il calo dell’automotive. La domanda di apparecchi elettrici risulta meno contratta della media per Mosca, Varsavia e Parigi (rispettivamente -6,6%, -10,0% e -13,4%).
2.3. Focus industrie e settori
In termini di raggruppamenti principali di industrie, le esportazioni di beni di consumo si sono mantenute sopra la media (-8,5% rispetto ai primi dieci mesi del 2019). Le vendite dei beni di consumo non durevoli hanno mostrato un andamento meno negativo (-7,1%) rispetto a quello delle vendite dei beni durevoli (-15,7%).
Per l’export di beni intermedi (-10,2%), la dinamica relativamente meno negativa di prodotti chimici e in metallo risulta decisiva per l’aggregato, che ottiene un risultato migliore delle esportazioni complessive. Si conferma negativo l’andamento dei beni strumentali (-15,2%), che rallentano la ripresa in atto da maggio (+0,5% di ottobre rispetto a settembre scorso).
La domanda estera di prodotti in metallo è calata del 9,5%. Questo risultato è dovuto all’andamento positivo dell’export registrato verso i Paesi extra-UE (+2,6%). L’export di prodotti in legno ha mostrato, in generale, una flessione del 18,1% dovuta al crollo della domanda in Cina (-22,4%), Spagna (-35,9%), Romania (-46,0%) e India (-52,3%). Il calo è stato invece più contenuto in alcuni importanti mercati di sbocco quali Germania (-3,3%) e Svizzera (-6,6%). Le vendite di meccanica strumentale rispecchiano quelle del proprio raggruppamento (-15,3%), con performance meno negative della media per Pechino e Bruxelles (entrambe -8,0%) e positive per Istanbul (+8,8%).
[1] I dati 2019 sono stati rivisti al rialzo (+3,2% vs. 2018) e resi definitivi; quelli dei primi cinque mesi del 2020 sono stati revisionati. Tale modifica ha comportato una flessione maggiore dell’export tendenziale dei primi nove mesi, passato da -11,6% a -12,5%.
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