Varie 16 novembre 2023

Che export tira? Settembre 2023

Tra gennaio e agosto 2023 le vendite oltreconfine in valore sono cresciute dell’1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L’andamento è sostenuto dai valori medi unitari (+6,2%) mentre la componente in volume continua a mostrare un segno negativo (-4,9%).

1. Il mese di riferimento

La congiuntura. A settembre le vendite oltreconfine hanno segnato una flessione del 4,5% rispetto al mese precedente, più ampia verso i Paesi extra-Ue (-6,7%) che verso quelli Ue (-2,4%). Il terzo trimestre si è chiuso in lieve aumento (+0,3% vs. apr-giu’23).

Il trend. Anche l’export su base annua è risultato in calo (-6,6%), specie sulle vendite di metalli (-19,4%), prodotti chimici (-13,7%) e mezzi di trasporto (esclusi autoveicoli; -13,3%). L’avanzo commerciale a settembre si è mantenuto stabile a €2,3 miliardi.

Contesto globale. Secondo le revisioni Istat, l’export italiano nel 2022 è cresciuto del 20,2%, anziché del 20% precedente, raggiungendo i €626,2 miliardi.

 

2. Come è andata nei primi nove mesi?

Tra gennaio e settembre 2023 le vendite oltreconfine in valore sono cresciute dell’1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, in decelerazione rispetto alla dinamica registrata nei primi otto mesi (+2%). L’andamento è sostenuto dai valori medi unitari (vmu; +6,2%) mentre la componente in volume continua a mostrare un segno negativo (-4,9%). 

 

 

2.1. Dentro e fuori l’Unione Europea

Si intensifica la flessione dell’export verso i Paesi Ue (-1,3%), sui cui pesano i cali verso Germania (-2,5%) e Belgio (-17,7%). DRisultano in controtendenza gli aumenti verso rilevanti partner come Spagna (+3%) e Francia (+2,1%) e, seppur più contenuti, anche per Polonia (+1,2%) e Paesi Bassi (+0,8%).

Si mantengono invece in crescita le vendite verso i Paesi extra-Ue (+3,7%), in primis la Cina (+25,1%). Incrementi accentuati si segnalano per India (+11,5%) e Paesi OPEC (+7,4%) e in linea con la media per Stati Uniti (+3,5%). Dinamica in aumento in Giappone (+1,4%); in flessione Regno Unito (-3,5%) e Russia (-18,1%).


2.2. Focus Paesi

Nei primi nove mesi dell’anno le esportazioni di farmaceutica hanno guidato la dinamica verso la Cina con un rialzo a tripla cifra; di contro, le vendite sono risultate in calo in Spagna (-13,6%) e soprattutto in Belgio (-34,5%), hub logistico del settore in Europa, dopo l’intensa performance del 2022. I mezzi di trasporto sono cresciuti a un ritmo marcato verso Madrid (+26,4%) e Bruxelles (+23,8%) ma non a Pechino (-30,8%). L’export di articoli in pelle ha mostrato buoni aumenti in Cina (+23,2%) e Spagna (+7,2%) e un calo, invece, in Belgio (-14,7%).

 

2.3. Focus industrie e settori

 

In termini di raggruppamenti principali di industrie, si conferma elevato il rialzo dei beni strumentali (+10,7%), unici a mostrare un incremento, seppur modesto, del dato in volume (+0,3%) che si aggiunge alla spinta dei vmu (+10,4%). Continuano a segnare una buona dinamica anche i beni di consumo, sul traino dei beni non durevoli (+4,6%) – specie alimentari e bevande e farmaceutica – a fronte di un lieve calo per quelli durevoli (-0,5%).

Maggiore delle attese la flessione per i beni intermedi (-6,3%), influenzati dalla forte riduzione dei volumi (-9,1%) a cui si contrappone l’aumento dei vmu (+3,1%). Decisa contrazione per i prodotti energetici (-25,7%), al netto dei quali l’export italiano crescerebbe del 2,3%.

Le vendite di alimentari e bevande (+6,5%) sono state spinte dalla domanda dei Paesi Ue (+10,3%), specie Francia (+12,2%) e Germania (+10,9%), positiva anche la dinamica di alcuni mercati al di fuori dell’area comunitaria come Regno Unito (+9,8%) e Paesi OPEC (+13,2%).

Gli apparecchi elettrici (+3,1%) registrano buone performance verso partner commerciali che hanno intrapreso azioni verso la transizione green, quali Stati Uniti (+10,2%), Svizzera (+6,9%) e Spagna (+4,7%). In calo, invece, l’export di prodotti chimici (-8,6%) diffuso alla maggior parte delle geografie con l’eccezione di Paesi OPEC (+12%) e Stati Uniti (+10,5%). Si segnalano in particolar modo le flessioni di Germania (-8%) e Francia (-5,9%).

 

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