Focus On 08 luglio 2024

Focus ON Doing Export Report | Africa: il continente di domani dove SACE (già) c’è

L’Africa guarda al futuro con lo slancio di una regione che, dopo anni non facili, mira a essere la prossima protagonista della crescita globale. Pur con le consuete, profonde differenze tra gli oltre 50 Paesi che compongono il continente africano, si evidenziano segnali positivi provenienti da mercati di interesse per le nostre imprese.

L’Africa guarda al futuro con lo slancio di una regione che, dopo anni non facili, mira a essere la prossima protagonista della crescita globale. Pur con le consuete, profonde differenze tra gli oltre 50 Paesi che compongono il continente africano, si evidenziano segnali positivi provenienti da mercati di interesse per le nostre imprese.

Nota: La somma dell’export verso le aree non coincide con il totale dell’export italiano di beni (pari a circa 626 miliardi di euro nel 2023) poiché alcune voci di fonte Istat (ad esempio, “provviste e dotazioni di bordo”) non sono direttamente imputabili a una specifica area. Analogamente la media pesata dei tassi di crescita delle aree, basata sui 68 Paesi di previsione, non coincide con quella totale basata su tutte le destinazioni dell’export italiano.

Il vigore della domanda, anche grazie agli ambiziosi piani di sviluppo in essere, si tradurrà in una crescita delle esportazioni italiane, più contenuta quest’anno e più marcata il prossimo grazie alle dinamiche molto positive di geografie importanti per l’area, partendo dai Paesi GATE per l’export italiano (Egitto, Marocco e Sudafrica) e a una rete di relazioni tra istituzioni, aziende e buyer africani in continuo sviluppo.

SACE è presente nell’intero continente africano con persone, uffici e strumenti, sia nella parte a Nord con gli uffici in Egitto e, prossima apertura, in Marocco, sia nella regione Subsahariana con la sede in Sudafrica. In Nord Africa le opportunità di business arriveranno dall’Egitto, principale destinazione di beni italiani (insieme alla Tunisia) nell’area, grazie ai piani d’investimento strategici previsti dal governo, in particolare quelli legati allo sviluppo delle reti di trasporto, e a una crescita della domanda di beni agricoli e alimentari. La presenza di SACE al Cairo è stata fondamentale negli anni anche come supporto per tutta l’area del Nord Africa.

La nostra view positiva sul continente africano, e sul Nord Africa in particolare, emerge anche dalla prossima apertura dell’ufficio a Rabat, in Marocco. Le aziende italiane potranno cogliere opportunità che proverranno anche dai progetti infrastrutturali ed energetici previsti dal regno marocchino: dalla rete ferroviaria alla generazione di elettricità da fonti rinnovabili, numerosi saranno i settori dove l’eccellenza del Made in Italy potrà rispondere alla domanda interna.

 

L’Algeria sta beneficiando di maggior gettiti fiscali generati dalla domanda globale di gas da destinare a progetti a medio lungo termine, tra cui quelli infrastrutturali: vi è la volontà di puntare principalmente sulla rete viaria (autostradale e ferroviaria) a copertura anche delle aree meno popolate del Paese ma dove vi sono importanti siti industriali: in tal senso sono buone le prospettive per l’export italiano di beni intermedi - in particolare gomma (+6,5% e +12,5% nel 2024 e 2025) e metalli (+2,8% e +12,9%) - che mostrano tassi di crescita migliori rispetto anche ai beni di investimento. In generale, le vendite italiane nel Paese sono attese in forte crescita quest’anno, per proseguire con una dinamica positiva anche nei prossimi anni.

Riconoscendo la portata delle sfide geopolitiche globali, la centralità strategica del continente e il reciproco beneficio che l’intensificarsi delle relazioni diplomatiche e commerciali può generare, SACE è tra gli attori del sistema Paese chiamati a implementare le linee strategiche del Piano Mattei, creando nuove connessioni e opportunità tra aziende italiane e africane in settori chiave per lo sviluppo del Continente come le energie rinnovabili, l’agroalimentare, l’industria manifatturiera, la sanità e i trasporti, con particolare attenzione alle piccole e medie imprese. Questo si è concretizzato, ad esempio, con operazioni di Push Strategy in geografie dell’area Subsahariana come Senegal, Benin e Costa d’Avorio. In Senegal, il focus è stato sul settore delle rinnovabili e delle infrastrutture (in particolare l’ammodernamento della linea ferroviaria Dakar-Tamba-Kidira e la costruzione del nuovo porto di Ndayane) e sul rafforzamento del sistema sanitario, dalla posa in opera degli impianti all’allestimento delle sale operatorie e degli apparecchi medicali. L’intervento in Benin si è concretizzato nel coinvolgimento della filiera italiana in progetti strategici per lo sviluppo del Paese, tra cui la costruzione del nuovo aeroporto di Glo-Djigbé, di una nuova arteria nazionale a nord della capitale economica Cotonou, e l’espansione del settore agricolo, anche a fronte dell’ambizione del Benin di diventare un produttore integrato dalla produzione e lavorazione di cotone grezzo alla fornitura di macchinari tessili a esso correlati. In Costa d’Avorio, particolare attenzione è stata rivolta allo sviluppo infrastrutturale (tra cui edilizia sociale, smart city, ospedali e infrastrutture di trasporto) e agroalimentare (macchinari agricoli, mezzi di trasporto, catena del freddo, sistemi di irrigazione). Il Paese è tra i più dinamici e politicamente stabili dell’Africa Occidentale, SACE ha supportato alcune aziende italiane in progetti di rafforzamento della filiera avicola locale, con il duplice fine di garantire la sicurezza alimentare e di fornire nuove opportunità lavorative alla popolazione ivoriana, anche a beneficio dell’inclusione delle donne nel mondo del lavoro.

La centralità del settore africano dell’agro-industria, la cui vulnerabilità è stata messa drammaticamente in evidenza dalla crisi del grano conseguente al conflitto russo-ucraino, è il fil rouge delle politiche economiche di gran parte dei Paesi dell’area. I governi africani richiedono un approccio integrato a un problema strutturale che la crescita demografica e il cambiamento climatico sono destinati a intensificare. Con il 52% della forza lavoro impiegata nel settore agricolo, il tema è particolarmente cruciale non solo per la sicurezza alimentare, ma anche per la coesione sociale di una regione dove non mancano tensioni legate al controllo delle risorse agricole.

L’innovazione tecnologica può essere un importante strumento per incrementare la produttività agricola, che presenta ancora ampi margini di miglioramento; in tal senso è positivo notare il crescente utilizzo di tecnologie digitali a supporto del settore per il monitoraggio meteorologico, la gestione dei terreni e l’aumento dell’efficienza. La diffusione di biopesticidi e biofertilizzanti costituisce un’alternativa biologica ai prodotti più tradizionali, garantendo un minore impatto ambientale e affrancando l’Africa dalla necessità di importarne quasi totalmente il proprio fabbisogno. Affinché queste soluzioni innovative possano diffondersi, sarà cruciale supportare le aziende locali nei propri programmi di investimento; costruire una relazione con la filiera italiana che non si limiti a una fornitura una tantum ma che sia duratura e improntata al mutuo beneficio; sostenere lo sviluppo dei sistemi finanziari africani, spesso caratterizzati da limitata liquidità, e la formalizzazione delle imprese locali, al fine di garantirne l’inclusione finanziaria.

Lo sviluppo e la prosperità passano anche per la lotta alle conseguenze del cambiamento climatico, particolarmente avverse negli ultimi tre anni. Dopo anni di prolungata siccità, le alluvioni che hanno colpito il Kenya lo scorso aprile hanno evidenziato i limiti delle attuali misure di mitigazione, minacciando la sicurezza alimentare di 4,5 milioni di persone. Anche in Etiopia, Rep. Dem. del Congo, Sudafrica, Nigeria e Zambia alluvioni e siccità hanno colpito milioni di africani e intensificato le pressioni sulla filiera agroalimentare, mettendo a rischio la sicurezza energetica di queste geografie maggiormente dipendenti da fonti idroelettriche.
Punto più a Sud del continente, il Sudafrica, dove SACE è presente dal 2008 con il suo primo ufficio aperto nell’area Subsahariana, continua a rappresentare una potenziale destinazione di sviluppo commerciale per le nostre aziende. Il Paese, infatti, punta sulle energie rinnovabili per raggiungere la sicurezza energetica attraverso schemi di incentivi e agevolazioni fiscali; le imprese italiane di diversi settori, dall’elettrico alla meccanica strumentale, potranno quindi inserirsi nelle filiere del solare e dell’eolico.

 

 

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