Focus On: Grecia
La Grecia è a un punto di stallo. Le elezioni di inizio maggio si sono risolte in un nulla di fatto, non avendo portato alla definizione di un governo. I risultati elettorali sono stati però un chiaro segnale del malcontento sociale e della sfiducia degli elettori nei confronti delle scelte economiche effettuate per rispettare gli impegni presi con FMI e UE. I due partiti storici ed europeisti, che hanno sostenuto il governo di unità nazionale di Papademos, hanno infatti perso molti consensi a favore dei partiti più estremisti (sinistra radicale da una parte e destra estrema dall’altra).
Le prossime elezioni del 17 giugno costituiranno un momento cruciale per il paese, in quanto rappresenteranno una sorta di “referendum sull’euro” e sull’adozione degli ulteriori aggiustamenti fiscali imposti al paese come condizione per l’accesso ai finanziamenti internazionali.
Le relazioni tra Grecia e i prestatori internazionali, in ultima istanza l’Unione Europea, possono essere interpretate come una sorta di “dilemma del prigioniero” in cui gli esiti, per ciascuno degli attori considerati, sono strettamente vincolati alle scelte della controparte.