India: fuoco di paglia o nuova chance per l’export italiano?
Nel 2015 l’India è tornata a crescere a due cifre come destinazione dell’export italiano (+10,3%). I dati del primo semestre 2016, tuttavia, indicano un calo delle vendite italiane nel Paese (-5,8%) rispetto al medesimo periodo 2015. E’ stato un fuoco di paglia?
La flessione delle esportazioni italiane dell’ultimo semestre è tuttavia riconducibile a una contestuale – e ben più marcata - riduzione dell’import indiano (-14,7%). La quota di mercato dell’export italiano è infatti andata crescendo, seppure in maniera marginale.
Il calo non è stato generalizzato: ci sono settori, come quelli del Made in Italy “tradizionale” e alcuni comparti della meccanica strumentale – in particolare i macchinari ad uso speciale - che hanno mostrato una buona vitalità.
Il mercato indiano continua a offrire buone chance per l’export italiano, anche alla luce della nuova strategia del governo indiano che punta a fare del Paese un nuovo hub manifatturiero attraverso il programma “Make in India”.
Resta, tuttavia, un mercato con una forte concorrenza (soprattutto cinese e coreana), caratterizzato da numerose barriere tariffarie e non, e dove la classe consumatrice è a uno stadio di sviluppo inferiore rispetto a quella cinese e con capacità di spesa e preferenze differenti.
Occorre quindi approcciarsi all’India con una view di lungo periodo, concentrando i propri sforzi in alcuni comparti della meccanica strumentale (come i macchinari per usi speciali) e valutando un approccio attivo all’internazionalizzazione, attraverso una presenza diretta in loco.
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