The Mediators - Kuwait e Oman, puntelli della scricchiolante GCC
La crisi diplomatica in Qatar appare come la più acuta all’interno del Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC) fin dalla sua fondazione. L’organizzazione politico-economica riunisce dal 1981 i paesi dell’area1 che, fino a non troppo tempo fa, puntavano a diventare una vera e propria unione. La fine del super-ciclo del petrolio e, più o meno in parallelo, l’emergere di una nuova instabilità in Medio Oriente ha però portato a galla le fragilità del Consiglio.
Nell’incapacità del GCC nel gestire la crisi diplomatica del Golfo, assume rilievo l’azione di Kuwait e Oman. Tradizionalmente neutrali, non è la prima volta in cui i due giocano il ruolo dei mediatori. È accaduto ad esempio in Yemen e già durante la crisi diplomatica qatarino-saudita del 2014. Entrambi i Paesi confinano con territori in conflitto; l’implosione del GCC costituirebbe un nuovo elemento di instabilità e esporrebbe Mascate e Kuwait City agli squilibri geopolitici che ne deriverebbero.
Ma come sono posizionati i due Paesi nella crisi in corso? E quali sono le possibili implicazioni future? Di seguito due scenari ipotizzabili in caso di fallimento o successo della mediazione.
Nella misurazione dei potenziali benefici commerciali, il Kuwait sembra avvantaggiato rispetto all’Oman sia per le relazioni migliori con il blocco Saudita, sia per le dotazioni infrastrutturali relativamente più sviluppate. L’unica win-win hypothesis per entrambi, tuttavia, appare essere quella che porta a una ricomposizione diplomatica della crisi e a una ripresa delle normali relazioni intra-GCC, anche non nell’immediato futuro. Uno scenario alternativo produrrebbe invece spillover negativi per entrambi i “battitori liberi” del Golfo.
1 Arabia Saudita, Bahrain, EAU, Kuwait, Oman, Qatar.