Un export da bere: segnali di ottimismo per i vini italiani all’estero
I dati dei primi sette mesi del 2021 fotografano infatti una crescita robusta delle esportazioni italiane di vino (+14,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, ma anche +10,7% rispetto ai primi sette mesi del 2019) portando il loro valore a €4 miliardi; un incremento soprattutto oltre i confini europei, con gli Stati Uniti primo mercato di destinazione. Ottime performance per lo spumante italiano, in particolare per il Prosecco che nel periodo è cresciuto di oltre il 30%, ancora una volta trainato dal mercato americano che ha segnato una crescita media superiore al 40%, ma non è trascurabile anche la crescita verso i primi “concorrenti amici”: le vendite di Prosecco verso Parigi sono cresciute del 15,2% nei primi sette mesi dell'anno continuando un percorso di crescita che prosegue da tempo, segnale che anche oltre Alpe i consumatori amano trascorrere occasioni conviviali non solo con Champagne, ma anche con bollicine italiane. Ulteriori potenzialità per il Prosecco italiano potrebbero venire dalla recente diatriba tra Russia e Francia per il divieto all’utilizzo della denominazione Champagne in cirillico che ha scatenato le maison vinicole francesi contro Mosca; se quindi da un lato si assisterà verosimilmente a una riduzione della domanda russa di Champagne, dall’altro si sta già registrando un avanzamento del Prosecco italiano, che a suo favore ha un prezzo per bottiglia inferiore alle bollicine francesi e che negli ultimi anni ha visto crescere fortemente le proprie vendite in Russia (gen-lug 2021 +90,7%, dopo aver chiuso il 2020 a +27,6%).
Note positive anche per l’export di spirits italiani, che nei primi sette mesi dell’anno è cresciuto del 23,2%; un incremento diffuso a tutti i prodotti del raggruppamento, in particolare al sidro che ha superato, in valore, il vermut (€140 mln circa vs €120 mln), grazie a una crescita di quasi il 50% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
A livello territoriale è il Veneto la prima regione per vino esportato: nei primi sei mesi del 2021 è stato venduto all’estero vino veneto per €1,1 miliardi, con una crescita tendenziale del 12% (nello stesso periodo dello scorso anno le vendite si erano ridotte del 4,8%), un ampio rimbalzo dopo la caduta del 2020, sebbene sotto la media nazionale. Segue, per valore esportato, il Piemonte (€572 milioni, +22,3% tendenziale), che si era mantenuto in positivo anche nel 2020 nonostante l’impatto pandemico. Terza regione per export la Toscana, che con €536 milioni di vendite estere vede il suo vino crescere oltre i confini nazionali del 17,2%. A chiudere la Top 5 sono Trentino-Alto Adige ed Emilia-Romagna, con tassi di crescita a doppia cifra per il periodo gennaio-giugno, dopo aver chiuso il 2020 in positivo.
Dopo la flessione dello scorso anno (comunque più contenuta rispetto a quella dell’intero export nazionale), si intravedono quindi segnali di ottimismo per una ripresa delle nostre vendite all’estero per il biennio 2021-22 (Fig. 1).
Figura 1. Crescita dei consumi e quota di mercato di vini italiana (%)
Nota: la dimensione delle bolle riflette l’import mondiale di vini (dati in USD)
Fonte: elaborazioni SACE su dati UN Comtrade e Fitch Solutions