Update Espresso: 10 novembre 2017
Ogni settimana, insieme a una sintesi delle principali news su Paesi e settori, i nostri economisti a turno prenderanno un caffè insieme a voi commentando con un video la notizia più importante della settimana per indirizzarvi verso le migliori opportunità per il Made in Italy e darvi sempre il nostro punto di vista sul mondo che cambia.
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PAESI
ARABIA SAUDITA: Operazione "piazza pulita"
Una nuova commissione governativa "anti-corruzione" guidata da Mohammed bin Salman (MBS), principe erede al trono e Ministro della Difesa, ha portato all’arresto di diversi esponenti della famiglia reale, di circa 38 persone tra ministri, ex ministri, membri della guardia nazionale ed uomini d’affari. Tra questi Alwaleed Bin Talal, importante figura della finanza mondiale. L’azione accresce ulteriormente l’autorità di MBS e gli deriva un accentramento di potere senza precedenti, mettendo fuori gioco ogni plausibile opposizione alla sua ascesa al trono.
Tali azioni potrebbero compromettere gli equilibri all’interno della famiglia reale e condurre a potenziale instabilità politica in futuro. Tale scenario potrebbe ripercuotersi sulla quotazione del petrolio, in questi giorni ai massimi da due anni, sopra i 64$. Potrebbe inoltre causare effetti negativi sulla fiducia degli investitori esteri, rallentando il potenziale afflusso di capitali, o addirittura avere effetti negativi sulle quotazioni dell’attesa IPO parziale del colosso petrolifero Saudi Aramco.
IRAQ-KURDISTAN: Barzani dà le dimissioni
Massoud Barzani, presidente del Governo Regionale del Kurdistan iracheno (Krg), che ha lottato per anni contro l’oppressione del popolo curdo, a fine ottobre ha annunciato le sue dimissioni a seguito delle ripercussioni scatenatesi per il referendum. Tuttavia, ha affermato che rimarrà un peshmerga e continuerà a difendere le sue conquiste; ha inoltre ribadito che i tre milioni di voti per l’indipendenza del Kurdistan hanno fatto la storia e non possono essere cancellati.
La notizia delle dimissioni ha scatenato proteste tra i suoi sostenitori ed oppositori, assalimenti e incendi presso le sedi dei diversi movimenti politici del paese e del Parlamento. Senza la presenza di Barzani, considerato come un ostacolo dai paesi vicini e dalle potenze internazionali, sarà possibile riprendere le negoziazioni per risolvere la crisi e procedere con l’unificazione del territorio.
REGNO UNITO: Crescita ancora incerta
Il Fondo monetario internazionale ha rivisto al ribasso la crescita del Regno Unito nel 2017 all’1,7% dal 2% stimato in aprile. La revisione riflette un aumento più moderato dei consumi privati a seguito del deprezzamento della sterlina, fattore che ha pesato sul reddito delle famiglie e contribuito all’aumento dei prezzi. Per calmierare la dinamica dell'inflazione (superiore al target del 2%), la Banca centrale d’Inghilterra ha deciso di alzare i tassi d’interesse allo 0,50% dal precedente 0,25%. Si tratta del primo rialzo dopo oltre dieci anni.
Le prospettive di crescita a medio termine restano altamente incerte e dipenderanno, almeno in parte, dalle nuove relazioni commerciali con l'Unione europea. I negoziati per la Brexit proseguono ma sono ancora lontani da un esito positivo. In caso di mancato accordo, un ritorno alle regole dell’Omc esporrebbe le merci italiane a un dazio medio del 5%. Alcuni tradizionali settori di esportazione, quali abbigliamento e calzature, alimentari e automotive andrebbero incontro a tariffe più elevate.
MESSICO: Frenata nel terzo trimestre
L’economia messicana ha subito una contrazione dello 0,2% nel terzo trimestre del 2017 rispetto al dato relativo ai tre mesi precedenti, complici le devastazioni causate dai due terremoti di settembre e una serie di uragani abbattutisi sul Paese. In confronto allo stesso periodo del 2016, l’economia ha registrato una crescita dell’1,7%, comunque inferiore alle previsioni che indicavano un dato ben più incoraggiante (+2,6%). Il rallentamento ha riguardato tutti i settori dell’economia, fatta esclusione per il primario (agricoltura, pesca, allevamento).
Oltre alle calamità naturali, la frenata del Messico è dovuta ad altri importanti fattori manifestatisi già all’inizio dell’anno quali la caduta della produzione petrolifera, la contrazione del settore delle costruzioni, la debolezza del peso e l’atteggiamento degli Stati Uniti nei confronti del North American Free Trade Agreement (NAFTA). Nonostante ciò e a dispetto di un livello di inflazione superiore al target, nel mese di agosto la Banca Centrale messicana aveva rivisto le stime di crescita a rialzo.
SETTORI
MATERIE PRIME AGRICOLE: Rischio La Niña
Le previsioni dei prezzi delle materie prime agricole per i prossimi mesi restano ottimiste, in particolare per i cereali. Il raccolto nel 2017 è stato molto positivo, ma si registra un rischio crescente legato alla possibilità che le condizioni meteorologiche portate da La Niña impattino sull’output del prossimo anno nei principali paesi produttori.
Secondo i modelli meteo internazionali, La Niña avrebbe una probabilità del 50-75% di comparire entro la fine del 2017 e persistere per tutta la prima metà del 2018, influenzando il clima di due dei più grandi fornitori mondiali di cibo, gli Stati Uniti e il Brasile. La Niña solitamente porta un clima più secco della norma negli Usa e in America Latina e più umido della norma in America Centrale, Sud-Est Asiatico e Australia. I rischi principali riguardano la produzione di mais, soia, grano, cotone, zucchero e caffè. Se le condizioni climatiche avverse dovessero materializzarsi, si prevedono prezzi più alti e più volatili di queste materie prime il prossimo anno.
I NUMERI DELLA SETTIMANA:
+5,7% Crescita del prezzo dell’iron ore in Cina, nonostante la riduzione della capacità
USD 13 mila La quotazione per tonnellata del nickel, cifra record degli ultimi 5 anni
58,5 Punti del Purchaising Managers Index, indice del settore manifatturiero, tasso con la crescita più veloce dal 2011
MODIFICHE AL RATING:
ARGENTINA: S&P da B a B+
NIGERIA: Moody’s da B1 a B2
VENEZUELA: S&P da CCC- a CC, Fitch da CC a C