Update Espresso 11 maggio 2018

Update Espresso: 11 maggio 2018

Leggi il nuovo Update Espresso su Brasile, Russia, Ue, Iran-Usa e nucleare

 

Ogni settimana, insieme a una sintesi delle principali news su Paesi e settori, i nostri economisti a turno prenderanno un caffè insieme a voi commentando con un video la notizia più importante della settimana per indirizzarvi verso le migliori opportunità per il Made in Italy e darvi sempre il nostro punto di vista sul mondo che cambia.

 

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PAESI

 

 

BRASILE: Nuovo scandalo per corruzione

I pubblici ministeri federali brasiliani hanno emesso 53 mandati di arresto, di cui sei in Paraguay e Uruguay, per operazioni di riciclaggio dal valore di 1 miliardo di dollari riguardanti 3.000 società offshore in 52 Paesi. La maggior parte degli arresti è rivolta a cambiavalute operanti nel mercato nero e connessi a operazioni illegali che avrebbero interessato il mondo politico e imprenditoriale del Paese.

Tra le persone arrestate, due sono accusate di aver mosso fondi illegalmente per conto del colosso della fabbricazione di imballaggi per carni JBS, la cui ex-dirigenza ha già mosso accuse nei confronti di importanti personaggi politici, compreso il Presidente Michel Temer. L’operazione, nota come «Bank Drop», crea ulteriore caos in un Paese già colpito da numerosi scandali giudiziari e che avrà nelle incerte elezioni di ottobre un importante banco di prova.

 

 

RUSSIA: Putin inizia il quarto mandato

A inizio settimana Vladimir Putin ha formalmente assunto il suo quarto mandato presidenziale, dopo le elezioni di marzo. L’insediamento è stato accompagnato da ampie proteste nel Paese che hanno determinato numerosi arresti, tra cui quello del capo dell’opposizione Navalny, escluso dalla tornata elettorale. Putin, che resterà in carica fino al 2024, ha confermato la volontà di mantenere continuità della linea politica, proseguendo le politiche di rilancio economico e di rafforzamento del ruolo della Russia nello scenario internazionale.

La conferma di Medvedev per la carica di Primo Ministro, avvenuta a inizio settimana, è stata accolta come un segnale di scarsa propensione a politiche riformiste.

 

 

UE: Tutti i Paesi tornano a crescere

Nel 2017 il Pil dell’Unione Europea è cresciuto al tasso più sostenuto degli ultimi 10 anni (+2,4%) e per la prima volta dal 2007 tutti gli Stati membri hanno osservato un’espansione della propria economia. Questa dinamica è stata agevolata da una serie di fattori quali, l’elevato livello di fiducia di consumatori e imprese, la ripresa globale sincronizzata, i bassi costi di finanziamento, il miglioramento dei bilanci delle imprese e delle condizioni del mercato del lavoro.

Le ultime previsioni della Commissione Europea relative al Pil dell’Ue sono invariate rispetto alle quelle elaborate nell’autunno scorso (+2,3% nel 2018 e +2% nel 2019). L’elemento di novità riguarda invece il peso associato ai rischi al ribasso che è aumentato a causa dei recenti sviluppi politici e del loro potenziale impatto sulle condizioni finanziarie e commerciali globali. Vi sono inoltre ulteriori rischi al ribasso legati alle tensioni geopolitiche in altre parti del mondo nonché quelli relativi all’esito dei negoziati della Brexit.

 

 

IRAN-USA: Gli Stati Uniti escono dal JCPOA

Il Presidente statunitense Trump ha confermato l’intenzione di abbandonare unilateralmente il Joint Comprehensive Plan of Action (JCPOA), l’accordo per la limitazione del programma nucleare iraniano firmato nel 2015 da Stati Uniti, Cina, Russia, Regno Unito, Francia e Germania con Theran. Il ritiro americano dal JCPOA comporta entro 90 giorni il ripristino delle sanzioni commerciali e finanziarie verso l’Iran.

La Commissione Europea ha ribadito il proprio sostegno all’accordo sul nucleare iraniano, così come Cina e Russia, che hanno rilasciato una dichiarazione congiunta a supporto dell’accordo lo scorso 5 maggio. A meno di provvedimenti a protezione degli operatori europei da parte della Ue ancora non in campo, il rinnovo delle sanzioni americane comporterebbe un impatto anche per gli operatori di altri Paesi, date le restrizioni incluse nelle «sanzioni secondarie» che coinvolgono anche soggetti non statunitensi.

 

 

SETTORI

 

 

NUCLEARE: Altro che l’Iran…

Secondo i dati di World Nuclear Association, nel 2017 gli Usa hanno prodotto il 31% dell’energia nucleare generata sul pianeta, pari a 805 terawattore: un livello analogo a quello dell’intera Unione Europea (in diminuzione) e sufficiente a soddisfare il fabbisogno di energia elettrica dell’Italia e della Germania insieme. Sono tutti europei, invece, i Paesi in cui il nucleare apporta metà o più dell’energia prodotta sul suolo nazionale: Belgio, Francia, Slovacchia, Ucraina e Ungheria.

Secondo la IAEA, gli Stati Uniti dispongono anche di 99 impianti attivi sui 450 attualmente in funzione nel mondo. Sia per gli Usa che per l’Ue la filiera produttiva dell’energia nucleare dipende dal contributo di Paesi terzi: nel 2015 il 15% dei servizi associati all’arricchimento dell’uranio importati dagli Usa proveniva dalla Russia, mentre il 90% circa dell’uranio acquistato dall’Ue nel 2016 proveniva da Niger (22%), Canada (21%), Russia (19%), Kazakistan (16%), Australia (13%) e Namibia (3%).

 

 

I NUMERI DELLA SETTIMANA:

 

$1.739 mld Spesa militare nel mondo nel 2017 secondo Sipri, l’80% concentrata in 15 Paesi
2,2% Spesa militare nel mondo sul Pil globale nel 2017, in lieve calo rispetto al 2008 (2,4%)
x2 Spesa militare cinese nel 2017 ($228mld) rispetto al 2008, secondo Paese per spesa dopo gli Usa

 

 

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