Update Espresso: 16 febbraio 2018
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PAESI
LIBANO: Allerta debito
Secondo le ultime analisi del Fmi, il debito pubblico del Libano, già al 150% del Pil, è su una traiettoria insostenibile. Il mix di bassa crescita, costo del finanziamento in aumento e ampio deficit fiscale rendono probabile un ulteriore aumento fino al 180% nel prossimo quinquennio.
Gli interventi necessari per fermare la corsa del debito sono nell’ordine del 5% del Pil annuo tra riduzione della spesa e aumento delle entrate. Tra le misure necessarie più urgenti vi è quella dei sussidi sulle utility. Altro fattore negativo è la passività strutturale nei conti con l’estero. In passato tale vulnerabilità era compensata dai flussi di capitali depositati nel sistema bancario libanese, flusso però in rallentamento. Per consentire una maggiore crescita economica, le autorità libanesi intendono avviare un piano di investimenti da 16 miliardi di dollari in 10 anni, da finanziarsi attraverso il supporto della Banca Mondiale e altre fonti su base concessionale.
THAILANDIA: Nuove leggi per attrarre IDE
L’Assemblea Legislativa Nazionale thailandese ha approvato la settimana scorsa un progetto di legge per facilitare gli investimenti nel Eastern Economic Corridor (EEC), un’area industriale in fase di sviluppo sita nella costa est e che svolge un ruolo chiave nell’economia del Paese. Le aspettative del Governo sono di ricevere circa 45 miliardi di dollari nell’arco di 5 anni.
Le nuove leggi introdotte creeranno un clima più favorevole agli investitori attraverso particolari esenzioni fiscali, un regime di visti più morbido e la possibilità di affittare terreni per la durata di 99 anni. Entro la metà del 2018 è anche attesa l’entrata in vigore di un piano di strategia nazionale ventennale che vincolerà, di fatto, anche i futuri governi civili al rispetto delle politiche pro-mercato tracciate lo scorso anno dal Consiglio Nazionale di Pace e Ordine a guida militare.
UZBEKISTAN: Approvate facilitazioni per import
Il presidente uzbeko Myrzyoyev ha approvato un pacchetto di misure mirate a facilitare le importazioni di alcuni beni da parte di operatori locali. Le riforme, che si inseriscono in un generale e lento processo di apertura del Paese verso i mercati esteri, aboliscono alcune restrizioni alle importazioni di diversi prodotti (in particolare del comparto agroalimentare). Altre riforme simili, adottate con l’obiettivo di agevolare i pagamenti in valuta forte verso l’estero, erano state introdotto alla fine del 2017, contemporaneamente ad un allentamento delle procedure burocratiche per l’ingresso nel Paese da parte di cittadini esteri.
Myrzyoyev, eletto dopo la presidenza trentennale di Karimov, ha annunciato a inizio mandato di voler riformare il Paese, mirando a una maggiore distensione del clima politico interno (sono stati rilasciati diversi prigionieri politici e rimossi esponenti chiave dei precedenti governi) e di integrazione con i mercati internazionali.
GERMANIA: Sarà di nuovo Grosse Koalition?
A oltre quattro mesi dalle elezioni, Spd e Cdu hanno trovato un accordo per formare il nuovo Governo. Per ottenere il quarto mandato consecutivo, Angela Merkel ha dovuto concedere all’Spd due dei principali ministeri, quello delle finanze e degli esteri. Ciò potrebbe agevolare il sostegno di Berlino per una maggiore integrazione europea. L'accordo prevede l’implementazione di una politica economica prociclica: circa 35 miliardi di euro in nuova spesa pubblica e 10 miliardi in tagli fiscali, entrambi da finanziare con l’elevato avanzo di bilancio del 2017 (1,2% del Pil).
L’intesa di coalizione sarà sottoposta al voto dei circa 460mila iscritti dell’Spd il prossimo 4 marzo, stesso giorno del voto in Italia. Si tratta di un appuntamento importante non solo per il destino dei singoli Paesi, ma anche per l’intera Unione Europea. Il risultato del referendum dell’Spd non è scontato, anche in considerazione della forte ostilità della base del partito socialista, in particolare dell’organizzazione giovanile. Se coalizione sarà, resta da verificarne la stabilità, alle prese con le tensioni tra, e all'interno, dei partiti di governo.
SETTORI
AGRIBUSINESS: Brasile da record
Dopo un anno record per produzione ed export, il settore agricolo in Brasile registrerà anche nel 2018 risultati ai massimi storici, supportato dalla ripresa dei prezzi internazionali e dalla situazione interna in miglioramento. Nel 2017, le ottime performance dell’agribusiness hanno contribuito a tenere bassa l’inflazione (attorno al 3% in chiusura d’anno) e a creare circa 37.000 nuovi posti di lavoro. Benché l’agricoltura pesi solo il 6,2% del Pil, infatti, l’agribusiness (incluse lavorazione industriale e distribuzione) è responsabile di quasi un quarto del prodotto. L’avanzo commerciale brasiliano negli ultimi anni è stato in gran parte dovuto all’export di materie prime, in particolare nel settore agricolo, zootecnico, estrattivo e petrolifero. Tra le principali esportazioni agricole, vi sono la soia, lo zucchero, il caffè e il mais.
L’incertezza politica attorno alle elezioni di quest'anno potrebbe ostacolare la competitività del settore nel breve periodo. Resta invece da risolvere il tema strutturale delle infrastrutture inadeguate.
I NUMERI DELLA SETTIMANA:
1,3 Incremento atteso della produzione petrolifera USA quest’anno, in milioni di barili al giorno
59,9 Produzione non-OPEC attesa nel 2018, in milioni di barili al giorno
$40-70 Range del prezzo del petrolio previsto dall’EIA
MODIFICHE AL RATING:
KENYA: Moody’s da B1 a B2
MACAO: Fitch da AA- ad AA