Update Espresso: 17 novembre 2017
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PAESI
KAZAKISTAN: Il governo salva RBK Bank
Il Governo kazako è prossimo a intervenire con un’iniezione di capitale per circa USD 720 milioni in favore di RBK Bank, istituto tra i primi 10 del Paese per dimensioni di attività. La banca inoltre trasferirà circa USD 1,8 miliardi di crediti in sofferenza a un fondo pubblico creato per gestire i non performing loans (NPL) del settore. RBK, che ha riportato a fine ottobre NPL pari al 70% del totale dei prestiti, ha subito il downgrade da parte dell’agenzie S&P che peggiorato il rating da CCC+ a D.
Dall’inizio dell’anno il governo ha già stanziato circa USD 9 miliardi a supporto del settore, in particolare con un’iniezione a sostegno della Kazkommerzbank per USD 7,5 miliardi a inizio anno. Il settore bancario kazako, in difficoltà dal 2008 in seguito alla crisi globale, presenta una posizione debole su cui pesa una performance economica incerta, forte ingerenza politica e politiche di credito scarsamente trasparenti.
KENYA: Controllo pubblico della Kenya Airways
Il governo del Kenya e 11 banche locali hanno convertito il debito della Kenya Airways (KQ ) in azioni, con un debt-equity swap, nel tentativo di restituire la redditività, con una partecipazione di controllo e diluendo le partecipazioni degli altri azionisti tra cui Air France-KLM (dal 26,7% al 7,8%). Il governo, che ha concesso a KQ prestiti per USD 238 milioni, incrementerà la sua partecipazione dal 29,8% al 48,9% del capitale azionario emesso.
Il governo keniota cerca di rafforzare la KQ che, nel 2016, ha registrato perdite pari a USD 250 milioni, legate ad un calo nei viaggi e ad alti costi. Il piano di ristrutturazione è rivolto a migliorare la redditività della società. L’anno scorso la KG aveva già annunciato una riorganizzazione volta a riportare la compagnia in utile cercando di tagliare il debito e di ridurre la pressione sui flussi di cassa.
VENEZUELA: Per S&P scatta il default
Lo scorso martedì, l’agenzia di rating Standard & Poor’s (S&P) ha abbassato il rating sul debito estero del Venezuela a SD (Selective Default) da CC, dopo che il Paese non ha onorato il pagamento degli interessi legati a due obbligazioni in scadenza nel 2019 e 2024 per un ammontare di 200 milioni di dollari. Lo stock di debito da ripagare dall’economia sudamericana ammonta a circa USD 60 miliardi. Inoltre, per gli analisti di S&P esiste il 50% di probabilità che il Venezuela possa non onorare i propri debiti nei prossimi tre mesi.
La situazione economica continua ad essere critica. Le riserve estere sono ai minimi da 15 anni, intorno ai 10 miliardi, l'inflazione oscilla tra il 700% e il 1.100% annuo, il Pil secondo le ultime stime del Fondo Monetario Internazionale dovrebbe contrarsi del 12% nel 2017 (per il quarto anno consecutivo) ed è in corso una vera e propria crisi umanitaria per la difficoltà del Paese di importare generi alimentari e medicinali.
CINA: Via i limiti alle quote di partecipazione per le compagnie estere
Durante il 19° Congresso del Partito, il presidente Xi Jingping aveva annunciato la volontà di una maggiore apertura ai mercati. Venerdì scorso, a seguito dell’incontro tra Xi e Trump a Pechino, il Ministero del Commercio ha comunicato che la Cina toglierà i limiti sul controllo estero del capitale delle banche, rivolgendosi alle società che operano nel settore azionario, fondiario e dei futures. Con il progetto le aziende potranno così possedere il 51% del capitale di banche, venture capital e società di gestione. Il tetto sparirà in tre anni per le banche ed entro il 2022 per le imprese.
I vantaggi per la Cina si riscontrano in un aumento della competitività del Paese nei mercati finanziari. Numerose istituzioni occidentali come Goldman Sachs, Citi Group e Bank of America hanno già ceduto le quote detenute in alcune grandi banche cinesi. Questa una nuova tappa del processo di liberalizzazione del mercato è un messaggio chiave che esprime come la Cina continui ad aprirsi e a rendere i mercati finanziari più internazionali.
SETTORI
HEALTHCARE: Cina, tra sviluppo e nuove sfide
Il Governo cinese ha pubblicato il documento di analisi del sistema sanitario, sottolineando che la salute è un diritto umano fondamentale. In 17 anni, la Cina ha raggiunto enormi risultati: ha ampliato la copertura assicurativa sanitaria della popolazione dal 10% al 95%, dimezzato la quota di spese mediche a carico dei singoli e raddoppiato la disponibilità di posti-letto. È, inoltre, responsabile da sola di un quarto della riduzione della mortalità infantile globale tra il 1990 e il 2012. Il settore offre importanti opportunità per gli investitori esteri: con le riforme degli ultimi anni, il Governo ha aperto i servizi di assistenza sanitaria anche agli operatori stranieri e rimosso diverse limitazioni sugli IDE.
Tuttavia, la diffusione di malattie croniche, l’invecchiamento demografico e la domanda di cure avanzate porranno sempre più pressione sui bilanci del governo centrale e locale. Senza un'azione urgente, le sfide epidemiologiche, demografiche, economiche e istituzionali potrebbero ostacolare lo sviluppo economico futuro.
I NUMERI DELLA SETTIMANA:
$1.000 mld Spese sanitaria in Cina nel 2020, in aumento del 39% rispetto al 2017
487 mln Numero di cinesi over-60 entro il 2053, oltre un terzo della popolazione totale
70% Limite della partecipazione straniera negli investimenti in strutture sanitarie in Cina
MODIFICHE AL RATING:
OMAN: S&P da BB+ a BB
VENEZUELA: Fitch da C a RD (Restrictive Default)
VENEZUELA: S&P da CC a SD (Selective Default)