Update Espresso: 19 maggio 2017
Il Country Risk Update di SACE cambia nome e diventa Update Espresso.
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PAESI
AZERBAIJAN: prima banca del Paese in ristrutturazione
La International Bank of Azerbaijan (IBA), prima banca del Paese, ha comunicato di aver avviato un processo di ristrutturazione del debito in valuta forte. L’istituto, infatti, non ha onorato il pagamento di una rata di debito pari a circa USD 100 milioni prevista a metà maggio, confermando le proprie difficoltà nel reperire valuta forte per il ripagamento dell’indebitamento in valuta. La Banca ha avviato un processo di ristrutturazione per titoli di debito di valore pari a USD 3 miliardi, detenuti principalmente da creditori privati esteri che parteciperanno al tavolo di negoziazione avviato a fine maggio.
La IBA detiene circa il 50% degli asset del settore bancario del Paese ed è controllata per l’80% dal governo azero. Lo stato è intervenuto più volte nel corso del 2016 a supporto dell’istituto, con l’acquisto di circa USD 5 miliardi di titoli in sofferenza e un’iniezione di capitale per circa USD 1,3 miliardi. Nonostante tale sostegno, la Banca mantiene forti segnali di sofferenza, legati principalmente alla svalutazione della moneta locale a fronte di notevoli impegni in valuta forte.
BAHAMAS: Minnis eletto nuovo premier
Hubert Minnis, esponente del Free National Movement, è stato eletto primo ministro dopo aver sconfitto Perry Christie del Progressive Liberal Party, al potere dal 2012. Il nuovo esecutivo si troverà a fronteggiare una serie di sfide economiche tra cui, una disoccupazione a due cifre, un elevato livello di criminalità e prospettive di crescita molto ridotte per l’anno in corso.
L’agenzia di rating Standard & Poor's lo scorso dicembre ha declassato il Paese a BB+, facendogli perdere lo status di investment grade. Il nuovo premier dovrà anche gestire i problemi (corruzione, ritardi e utilizzo di forza lavoro cinese) legati alla costruzione del resort Baha Mar (un investimento da 3,5 miliardi di dollari).
IRAN: c’è la riapertura in ballo
Il Paese va al voto per il primo turno delle presidenziali. Sono cinque i candidati in corsa, ma la vera competizione è una corsa a due tra il Presidente uscente Rouhani, in cerca di un secondo mandato, e il candidato conservatore Ebrahim Raisi, custode del Santuario dell'Imam Reza a Mashhad e possibile successore di Khamenei. Non correrà il sindaco di Teheran, che ha ritirato la candidatura e dichiarato il proprio appoggio a Raisi.
Sebbene i sondaggi non ufficiali indichino Rouhani favorito, le frequenti critiche della Guida suprema sul Presidente uscente negli ultimi mesi indicano la mancanza di sostegno dell’apparato clericale alla rielezione di Rouhani. Le critiche più forti riguardano i risultati economici limitati nonostante l’apertura internazionale, soprattutto sulla lotta alla disoccupazione. La stessa apertura è vista dai conservatori come una minaccia all’integrità del regime. Un’elezione già al primo turno appare inverosimile. L’esito delle elezioni sarà un elemento chiave per le prospettive dell’accordo sul nucleare e sul suo successo di lungo periodo.
EUROZONA: segnali di stabilità
Nel primo trimestre del 2017 il PIL è aumentato dell’1,7% in termini tendenziali: il dato è in linea con le previsioni diffuse dalla Commissione Europea per l’intero anno. La crescita sarà sostenuta da una serie di fattori, quali i progressi nel mercato del lavoro, il tasso di cambio dell’euro relativamente favorevole (associato a un incremento della domanda globale), l’aumento della fiducia da parte di consumatori e imprese e la politica monetaria accomodante.
Al momento tuttavia non vi sono segnali per un'accelerazione dell'attività economica, a causa della debole dinamica degli investimenti, frenati dall’elevato debito pubblico e privato e dalla persistente fragilità dei bilanci bancari, e dei salari. In tale contesto, con alcuni fondamentali dell’economia in miglioramento ma che non mostrano ancora sufficiente solidità, la BCE potrebbe optare per l’estensione del Quantitative Easing fino al giugno 2018.
SETTORI
LNG: quando manca la liquidità
I produttori di gas naturale liquefatto puntano sempre più sui mercati emergenti. Tuttavia, secondo il rapporto annuale di Jubilee Debt Campaign, 27 Paesi nel mondo, molti dei quali importatori o prossimi esportatori di LNG, sono in crisi sul debito, ovvero hanno investimenti netti dall’estero superiori al 30% del PIL e i pagamenti per onorare il debito estero superano il 15% delle proprie entrate.
Il 90% della capacità di rigassificazione in fase di costruzione è situata in Paesi emergenti. Tra gli importatori attuali o futuri a rischio figurano: Ghana, Giordania, Grecia, Libano, Lituania, Pakistan, Repubblica Dominicana e Sri Lanka. Tra gli esportatori, Cipro e Mozambico. Gli investimenti sono sempre ingenti e possono mettere sotto stress le finanze pubbliche, anche se spesso è possibile trovare opportune coperture, mentre la situazione si complica se si tratta di un potenziale acquirente. Questo rende percorribile il finanziamento e quindi la costruzione di nuovi impiantii, ma potrà rivelarsi fatale alla prova del mercato.
I NUMERI DELLA SETTIMANA
+10% Export italiano nel primo trimestre 2017 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente
+12,4% Incremento delle vendite di beni destinate ai Paesi extra-UE nello stesso periodo
EUR 6,7 mld Avanzo commerciale italiano nei primi tre mesi del 2017