Update Espresso: 2 marzo 2018
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PAESI
ROMANIA: Una nuova Banca di sviluppo?
Il Senato ha votato una proposta di legge volta a istituire una Banca di sviluppo (BDR), un istituto pubblico volto a finanziare, co-finanziare e fornire garanzie per progetti infrastrutturali e a sostenere lo sviluppo regionale e delle PMI. La BDR sarà dotata di un capitale iniziale di 214 milioni di euro e dovrebbe poter concedere prestiti diretti. Questo intervento è previsto solo in caso di “deficit di finanziamento” e non in concorrenza con le banche commerciali. Lo scorso novembre il Senato aveva approvato la trasformazione dell’Eximbank statale in una Banca di sviluppo. Le due proposte di legge saranno probabilmente integrate prima della lettura finale della Camera dei Deputati.
La nuova Banca statale dovrebbe supportare progetti infrastrutturali nel mondo dei trasporti con orizzonte di lungo termine, coinvolgendo anche il Sovereign Development and Investment Fund (FSDI). BDR e FSDI potrebbero diventare operativi nel 2018 e questo potrebbe consentire alla Romania sia di avviare nuovi progetti infrastrutturali, sia di rilanciare iniziative in fase stallo.
BRASILE: Accantonata riforma pensioni
Il Governo brasiliano ha messo da parte la ristrutturazione del generoso sistema pensionistico nazionale, cavallo di battaglia dell’agenda di riforme proposte da Temer. Le sue iniziative, spesso impopolari, si sono difatti scontrate con le accuse di corruzione a suo carico e con la necessità di dover gestire il grave nodo legato alla sicurezza di Rio de Janeiro, che ha anche richiesto l’intervento dell’esercito.
L’interruzione del percorso di riforme ha spinto l’agenzia di rating Fitch a declassare il Paese a BB-, tre livelli sotto la soglia dell’investment grade. La decisione è anche motivata da un quadro macroeconomico nazionale poco confortante, con un debito pubblico in crescita e un deficit fiscale ampio e persistente. Delle altre due maggiori agenzie, S&P aveva già ridotto il rating brasiliano nel mese di gennaio e si prevede che anche Moody’s seguirà lo stesso orientamento.
CINA: Proposto stop al limite di due mandati
Il Comitato Centrale del Partito Comunista cinese ha proposto di rimuovere dalla Costituzione il limite di rieleggibilità del Presidente e del suo vice oltre il secondo mandato consecutivo. Tale norma rappresenta l’unico ostacolo alla possibilità per Xi Jinping di guidare il Paese oltre il 2023 e la sua rimozione intensificherebbe l’accentramento del potere nelle mani dell’attuale leader.
La mossa di Xi rappresenta la volontà di assicurare che il Partito mantenga la sua posizione dominante nel contesto politico cinese e l’ambizione di «trasformare la Cina in una società ed economia pienamente moderna entro il 2050». Se Xi continuerà le riforme intraprese dall’inizio del suo mandato nel 2013, l’economia del dragone potrebbe beneficiare di tale continuità di potere. D’altra parte esiste, però, un inevitabile rischio di stagnazione politica che accompagna tutte le leadership particolarmente estese e, al contempo, vi è crescente preoccupazione per una possibile deriva autocratica come quella vissuta sotto la dittatura di Mao Zedong.
INDIA: Al vaglio nuova politica di arbitrato
L’India ha avanzato una proposta di legge per istituzionalizzare le procedure di arbitrato all’interno del Paese, abilitandolo anche a gestire pratiche di arbitrato internazionali. Appare però improbabile che altri paesi scelgano l’India, nota per la scarsa tutela dei diritti legali degli investitori, per risolvere le loro dispute internazionali.
Il vero obiettivo di Delhi potrebbe invece essere quello di svolgere entro i confini nazionali le procedure di arbitrato che riguardano i propri enti pubblici, tenendoli così al riparo dalle corti internazionali (a tal proposito, il Governo indiano dovrà affrontare circa 20 casi che potrebbero costargli più di 25 miliardi di dollari). Data l’assenza di protocolli fissi e la frequente interferenza dei giudici indiani, le stesse imprese domestiche sono infatti solite affidare le proprie controversie, sia nazionali che internazionali, all’estero. Sebbene la proposta miri a ristabilire la significatività del sistema giuridico indiano a livello globale, la reputazione del Governo potrebbe minare tali iniziative e alimentare le accuse di crescente parzialità nei confronti di Delhi.
SETTORI
GAS: Un grosso tubo sotto lo Stretto?
Riprendono i lavori per la costruzione di una pipeline sottomarina per portare gas iraniano in Oman, dove sono in corso investimenti per la trasformazione degli idrocarburi in prodotti a maggior valore aggiunto. I ministri del petrolio dei due Paesi avevano siglato tra il 2013 e il 2014 una serie di accordi per avviare il progetto, poi accantonato. La capacità attesa dell’opera è di 10 miliardi di metri cubi (mmc) all’anno, equivalente a quella del gasdotto TAP, espandibili a 15 mmc. L’Iran possiede, insieme alla Russia, le riserve di gas naturali provate più ingenti sul pianeta.
La porzione onshore iraniana dovrebbe estendersi per 200 km dalla Iranian Gas Trunkline 7 (Igat 7) a Kuhe Mubarak, per poi collegarsi a un secondo troncone sottomarino di altri 200 km circa a nord dello Stretto di Hormuz. Quest’ultimo è uno dei colli di bottiglia del commercio internazionale: il 30% circa del petrolio e dell’LNG venduti nel mondo passa per lo Stretto, che misura solo 21 miglia nautiche nel punto più sottile.
I NUMERI DELLA SETTIMANA:
+10,0% Export di beni dei Paesi G20 nel 2017 rispetto all’anno precedente
+25,4% Crescita dell’export russo nel 2017, il tasso più alto tra i Paesi G20
+7,1% Crescita dell’import statunitense nel 2017, il tasso più basso tra i Paesi G20
MODIFICHE AL RATING:
BRASILE: Fitch da BB a BB-
RUSSIA: S&P’s da da BB+ a BBB-
EL SALVADOR: Moody’s da Caa1 a B3