Update Espresso: 20 ottobre 2017
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PAESI
REPUBBLICA CECA: Elezioni alle porte
Il partito euroscettico “Azione dei Cittadini Insoddisfatti” guidato dall'ex ministro delle finanze Andrej Babis, è in testa ai sondaggi per la vittoria alle prossime elezioni del 20-21 ottobre. Tra le promesse elettorali di Babis vi sono l'aumento delle pensioni, dei salari e del bilancio della difesa, nonché la riduzione delle tasse sui redditi personali e delle imprese. Si tratta di misure che potrebbero favorire la crescita del Paese, prevista al 3,5% per il 2017, anche nei prossimi anni.
Tuttavia, l’ostilità mostrata su alcuni temi, quali, l’ipotesi di una maggiore integrazione con l'Unione europea e l’accoglienza dei migranti, avvicinerebbe le posizioni della Repubblica Ceca a quelle degli altri membri del Gruppo di Visegrád, quali Polonia e Ungheria, ampliando la frattura tra il blocco dell’Est e l’Eurozona, che punta invece a una maggiore centralizzazione e alla ripartizione in quote dei migranti.
IRAQ: Avanzata irachena contro i curdi
A seguito del referendum sull’indipendenza del governo regionale del Kurdistan (KRG), le milizie irachene sono entrate a Kirkuk, la città contesa da Erbil e Bagdad per la ricchezza dei giacimenti petroliferi. È la prima risposta militare al referendum consultivo del 25 settembre. La fase offensiva iniziale non ha trovato la resistenza dei peshmerga curdi, ma ci sono stati comunque scontri. Gli iracheni hanno fermato la produzione petrolifera di circa 300 mila barili al giorno per motivi di sicurezza. Mentre in Siria l’alleanza curdo araba ha conquistato Raqqa, le truppe irachene hanno invaso Sinjar, luogo di una delle più gravi stragi nel 2014 commesse dallo stato islamico.
Il governo di Bagdad avrebbe adesso il controllo della maggior parte dei barili di petrolio estratti, togliendo al KRG le risorse per mantenere la propria autonomia. Barzani accusa il partito dell’unione patriottica curda (Puk) di tradimento per aver aperto le porte ai soldati iracheni. Tale mossa potrebbe essere un pretesto per portare avanti l’idea di un Iraq unificato.
NIGERIA: Deficit contenuto nasconde debolezza delle finanze pubbliche
La diffusione dei dati di bilancio ufficiali dell’economia nigeriana relativi ai primi sette mesi del 2017 ha rivelato un deficit pubblico sorprendentemente inferiore alle aspettative. Tale risultato nasconde però una debolezza complessiva dello stato di salute delle finanze del Paese. Le entrate pubbliche, sia quelle fiscali che petrolifere, relative al periodo Gennaio-Luglio del 2017 sono infatti state, per tutti i mesi, inferiori rispetto ai valori target.
A fronte dei minori ricavi, la spesa pubblica è stata particolarmente contenuta. Tale dato non sembra però riflettere un atteggiamento particolarmente virtuoso da parte del governo Buhari, bensì una situazione di stallo politico che limita la capacità di tener fede ai piani di spesa precedentemente concordati. Il settore maggiormente colpito da questo dietrofront è quello delle infrastrutture, con circa il 60% dei fondi inizialmente allocati alla spesa in conto capitale dirottati direttamente nelle casse statali o utilizzati per onorare i pagamenti del debito pubblico. Nei primi sette mesi dell’anno questi ultimi hanno assorbito il 38% della spesa federale, un aumento marcato rispetto al 27% del 2016.
IRAN: Iniziative Usa sull’accordo nucleare
Il presidente Trump ha “decertificato” l’accordo sul programma nucleare iraniano, accusando Teheran di aver più volte violato l’accordo. Secondo i rapporti dell’Aiea (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica) non vi sono state violazioni da parte dell’Iran del Joint Comprehensive Plan of Action (JCPOA), il patto firmato nel 2015 da Obama e da alleati tra cui Germania, Francia e Gran Bretagna. La non certificazione degli Usa, tuttavia, non comporta in automatico un ripristino delle precedenti sanzioni; il Congresso ha infatti un periodo di 60 giorni per valutare le azioni da adottare e se reimporre le sanzioni sospese.
Il presidente iraniano Hassan Rohani ha affermato l’infondatezza di tali accuse e considera il patto sul nucleare un accordo internazionale e multilaterale che non può essere rotto da un solo paese. La decisione di Trump ha visto il sostegno di Arabia Saudita ed Israele e la preoccupazione da parte dei capi di stato europei, che considerano l’accordo nucleare essere nell’interesse della comunità internazionale, confermando il loro impegno nel patto.
SETTORI
FARMACEUTICO: Destinazione Egitto
Nonostante le recenti difficoltà, il mercato farmaceutico egiziano resta uno degli hub più importanti dell’area Mena e una destinazione attrattiva per gli investimenti esteri, grazie anche all’impegno del governo nel migliorare il business environment e sviluppare ulteriormente il settore. Le principali multinazionali hanno annunciato che investiranno nella «città medica» del Canale di Suez, in seguito ad accordi con le autorità locali. Inoltre, la nuova legge sugli investimenti, approvata ad aprile scorso, prevede vantaggi fiscali, minore burocrazia, maggiore trasparenza e altri incentivi alla produzione per le aziende straniere che avviano nuovi progetti manifatturieri nelle aree sottosviluppate del paese.
Il mercato del pharma in Egitto vale USD 3,5 mld nel 2016, il secondo nella regione dopo l’Arabia Saudita (USD 7,4 mld), ed è previsto in crescita dell’8% medio all’anno fino al 2021 in valuta locale. Tuttavia, la situazione politica e macroeconomica resta un fattore di incertezza rilevante e potrebbe limitare le potenzialità del settore nel breve periodo.
I NUMERI DELLA SETTIMANA:
+3,7% Crescita globale prevista nel 2018 secondo l’ultimo World Economic Outlook del Fmi
+2,0% Crescita delle economie avanzate nel 2018, in aumento per Stati Uniti e Francia rispetto al 2017
+4,8% Crescita delle economie emergenti nel 2018, in miglioramento in America Latina, Mena e Africa Sub-Sahariana rispetto al 2017