Update Espresso: 21 aprile 2017
Il Country Risk Update di SACE cambia nome e diventa Update Espresso.
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PAESI
BRASILE: continua la politica monetaria espansiva
Il Comitato di politica monetaria (Copom) della Banca Centrale del Brasile ha tagliato il tasso di riferimento (Selic) di 100 punti base portandolo all’11,25% dal precedente 12,25%. Il trend dell'inflazione continua a migliorare, passando dal 10,7% di gennaio 2016 al 4,6% di marzo 2017, mentre rimangono le preoccupazioni per uno scenario globale ancora incerto, sia dal lato della crescita mondiale che dei prezzi delle materie prime. Secondo alcuni analisti, il ciclo monetario espansivo dovrebbe proseguire anche nel mese di maggio, con un ulteriore taglio dei tassi.
Dopo aver chiuso il 2016 in recessione per il secondo anno consecutivo, le recenti stime del Fondo Monetario Internazionale indicano per il 2017 una leggera ripresa dell’attività economica nel Paese, + 0,17%.
STATI UNITI: il JCPOA non basta più
Il Congresso USA ha certificato il rispetto delle clausole sul trattato nucleare da parte iraniana. L’accertamento è previsto regolarmente su base trimestrale e consente di confermare la sospensione delle sanzioni USA inerenti il programma nucleare. Questo era il primo a carico della nuova amministrazione.
L’esito non rappresenta un attenuamento degli USA nei confronti dell’Iran. Il Segretario di stato Tillerson ha infatti ribadito che gli USA continuano a ritenere l’Iran un Paese sponsor del terrorismo internazionale. Secondo l’amministrazione Trump, il trattato non è sufficiente a contenere il potenziale nucleare iraniano. Per questo motivo gli USA procederanno a una revisione complessiva della policy verso l’Iran, che potrebbe comprendere una modifica dell’accordo. Il trattato sul nucleare è però un accordo multilaterale. Eventuali cambiamenti dovrebbero essere quindi approvati da tutte le parti contraenti, oltre che dallo stesso Iran, ipotesi che rende poco probabile una modifica del JCPOA.
TURCHIA: una costituzione divisiva
Il referendum costituzionale si è concluso con la vittoria del Si con il 51,3% dei consensi. Seppur favorevole alla maggioranza di Governo, il dato è inferiore alle attese e indica un’erosione della base elettorale dei partiti al governo AKP-MHP di quasi 11 punti percentuali. Inoltre, vi è una netta contrapposizione tra l’indirizzo espresso dalle grandi aree urbane e industrializzate (tendenzialmente propense al No) e quelle interne (tendenzialmente favorevoli). L’OSCE ha dichiarato il voto non in linea rispetto agli standard internazionali.
L’approvazione della riforma stabilizza nel breve periodo il contesto politico turco, rafforzando la leadership attuale. Rimangono però incertezze di lungo periodo sugli effetti derivanti dal restringimento dei contrappesi istituzionali al potere esecutivo e dalle contrapposizioni maturate tra sostenitori dei fronti opposti, anche in virtù delle accuse di irregolarità emerse da osservatori internazionali e opposizione interna.
UZBEKISTAN: USD 2 miliardi per efficientare l’industria
Il Governo ha approvato una legge che stanzia circa USD 2 miliardi per l’ammodernamento del settore industriale del Paese. In particolare il decreto prevede che tali fondi vengano utilizzati tra il 2017 e il 2020 dalle aziende del Paese per l’acquisto anche dall’estero di meccanica strumentale destinata a modernizzare l’attività manifatturiera, sia in termini di produttività che di efficienza energetica.
I settori che beneficeranno maggiormente di tali investimenti sono quello dell’energia e quello dell’agricoltura. Tali fondi verranno veicolati dalle banche pubbliche del Paese tramite prestiti ad imprese locali erogati a tassi agevolati. Le aziende locali potranno beneficiare in alcuni casi di una riduzione dei dazi sui macchinari importati.
SETTORI
LNG: se (anche) il Qatar gonfia la bolla…
Il Qatar ha annunciato che riprenderà a potenziare i propri impianti di liquefazione. È il tanto temuto debottlenecking: il Paese si appresta ad allargare il collo della bottiglia a quello che oggi, secondo BP, è il terzo reservoir al mondo dopo Iran e Russia. Con più di 24 miliardi di metri cubi di riserve, infatti, la piccola penisola possiede più gas dell’intero continente americano.
Il Qatar è già il primo produttore ed esportatore di LNG al mondo con poco meno di un terzo del totale: la durata media attesa dei suoi giacimenti è di 115 anni (la media globale è di circa 52 anni). L’obiettivo è aumentare il proprio export di altri 20 miliardi di metri cubi l’anno, circa il 20% in più, in un arco di tempo di 5-7 anni.
Il costo, secondo le stime della compagnia nazionale, sarà inferiore ai 2 dollari per milione di unità termiche britanniche (MBtu), vale a dire meno di metà del prezzo attuale (5 USD/MBtu sul mercato spot) che sta già mettendo in grande difficoltà i nuovi impianti. Nuova domanda cercasi.
NUMERI DELLA SETTIMANA
+7,2% Crescita tendenziale delle esportazioni italiane nei primi due mesi del 2017
+33,7% Esportazioni verso la Cina nello stesso periodo
+19,4% Vendite di autoveicoli all’estero a gennaio-febbraio 2017