Update Espresso 21 luglio 2017

Update Espresso: 21 luglio 2017

Leggi il nuovo Update Espresso su Iran, Sudafrica, Grecia, Brasile e petrolio

Ogni settimana, insieme a una sintesi delle principali news su Paesi e settori, i nostri economisti a turno prenderanno un caffè insieme a voi commentando con un video la notizia più importante della settimana per indirizzarvi verso le migliori opportunità per il Made in Italy e darvi sempre il nostro punto di vista sul mondo che cambia.

 

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PAESI

 

 

IRAN: ennesimo strappo di Trump

Nella verifica trimestrale sullo stato di attuazione del JCPOA, l’accordo sul nucleare, l’amministrazione Trump ha confermato il rispetto iraniano delle disposizioni. Tuttavia, il governo statunitense imputa all’Iran l’allontanamento dallo spirito del trattato, continuando a indicare Teheran come un elemento di destabilizzazione dell’area.

Washington ha confermato la volontà di mantenere una stretta sorveglianza sulle attività iraniane e contrastare il presunto supporto al terrorismo e i programmi di sviluppo militare. Sono state imposte nuove sanzioni su 26 soggetti iraniani nell’ambito del programma di non proliferazione militare. L’amministrazione USA sarebbe intenzionata a preparare una revisione della propria politica verso l’Iran prima della prossima verifica trimestrale sul programma nucleare, il prossimo ottobre.

 

 

SUDAFRICA: un Piano di rilancio dell’economia

Il Ministro delle Finanze Gigaba ha annunciato un nuovo "Inclusive Growth Action Plan" per rilanciare l’economia nazionale. Il Piano cerca di affrontare le principali preoccupazioni degli investitori internazionali: basso tasso di crescita, debito pubblico in aumento, posizione delle società pubbliche e scarsa fiducia da parte della comunità business e dei consumatori. Tra i 14 punti di azione figurano il piano di trasformazione della compagnia area South African Airways, la privatizzazione di asset pubblici non essenziali e un "soft support" per la società elettrica pubblica Eskom.

Dopo una crescita del PIL attorno allo 0,3% nel 2016, il Sudafrica è entrato in recessione nel primo trimestre del 2017, registrando una contrazione dello 0,7% rispetto al trimestre precedente. Gigaba ha affermato che la crescita target è ancora all’1,3% nel 2017 (il FMI stima una crescita dello 0,8% per l’anno in corso) e le nuove misure dovrebbero contribuire a incrementare al 6% la crescita di lungo periodo.

 

 

GRECIA: altri segnali positivi

Dopo i dati relativi all’andamento del Pil del primo trimestre (+0,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso), altre rilevazioni sembrano confermare il lento recupero dell’economica greca. Innanzitutto (i) la disoccupazione continua a diminuire registrando un tasso del 21,7% ad aprile, che seppur ancora elevato, è inferiore alle previsioni (22,8%), mentre (ii) la produzione industriale segna un nuovo massimo, con una crescita +9,4% tra gennaio e marzo rispetto agli stessi mesi del 2016, e (iii) il Paese registra un surplus di bilancio.

Bruxelles ora può chiudere la procedura di infrazione cominciata nel 2009, dopo aver erogato 8,5 miliardi di euro grazie alla conclusione della seconda revisione del programma di aiuti. In questo contesto Atene sta studiando un atteso ritorno sul mercato dei capitali con titoli con scadenze superiori ai 3 mesi, spinta da questi dati e dalla ricerca degli investitori di rendimenti positivi prima delle manovre restrittive della BCE. Tuttavia vanno sollevate numerose cautele, considerando che i rating sono ancora molto bassi (tra B- e CCC) mentre il debito è elevato (179% del Pil), il sistema bancario molto fragile e rimangono in vigore numerose limitazioni al flusso di capitali.

 

 

BRASILE: aumenta l’incertezza sul futuro politico

Il 12 luglio è arrivata la sentenza in primo grado nei confronti l’ex presidente del Brasile Lula da Silva, con una condanna a quasi 10 anni per corruzione e riciclaggio di denaro in uno dei processi dell’inchiesta "Lava Jato", in cui è coinvolta anche l’impresa di costruzioni Odebrecht. Accusato di aver celato nella ristrutturazione di un suo lussuoso appartamento una tangente legata alla scandalo di Petrobras di 3,7 milioni di reais (circa 1 milione di euro), l’ex presidente si continua a professare innocente, affermando di essere indagato perché vittima di una persecuzione politica che gli potrebbe impedire di partecipare alle elezioni presidenziali il prossimo anno.

Durante il suo periodo di governo (2003-2011), grazie ad alcuni programmi sociali, è riuscito a portar fuori dalla povertà milioni di persone. Inoltre, i due mandati di Lula sono stati caratterizzati da un boom delle materie prime, che ha permesso al Paese di crescere a tassi sostenuti. Alla notizia i mercati hanno comunque reagito positivamente, vedendosi allontanare il pericolo di nuove politiche populiste caratterizzate da misure di spesa espansive.

 

 

SETTORI

 

  

PETROLIO: quando la freccia punta in giù

La prossima riunione dell’Opec, prevista a San Pietroburgo lunedì prossimo per suggellare la strana (e finora poco incisiva) «alleanza» tra il cartello e Mosca, dovrebbe partire da un prezzo del barile del 9% inferiore rispetto allo scorso meeting di fine maggio. La media del Brent per il 2017 viaggia poco al di sopra dei 51 dollari al barile, con quotazioni giornaliere in diminuzione negli ultimi mesi. Per raggiungere una media annuale di 55 dollari, queste ultime dovrebbero balzare a 60 dollari e rimanerci fino a fine anno. La statunitense Energy Information Administration ha rivisto al ribasso la propria stima per il 2017 e il 2018 rispettivamente a 51 e 52 dollari.

Il mantenimento di un livello di prezzo «basso» sta comportando anche una revisione nelle medie a 2-3 anni: rispetto alla media 2012-2014 di 106 dollari al barile, la media luglio 2014 - luglio 2017 è stata di 54,5 dollari, con inevitabili ripercussioni sulle previsioni di medio termine e sulle finanze dei principali esportatori.

   

 

I NUMERI DELLA SETTIMANA:

 

12  paesi coinvolti da Odebrecht nello scandalo di corruzione in Brasile

79° posizione del Brasile nel ranking di corruzione su 176 paesi

USD 788 mln ammontare delle tangenti pagate da Odebrecht

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