Update Espresso: 23 febbraio 2018
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PAESI
EUROPA: Più export verso il mondo
Le esportazioni italiane di beni verso il mondo nel 2017 sono cresciute del 7,4%, favorite dall’accelerazione del commercio mondiale. Più in generale, però, è aumentato l’export verso il mondo sia dell’Area euro, sia dell’Ue (rispettivamente +7,1% e +7,7%). I dati dei singoli Paesi mostrano che l’andamento dell’Italia è più o meno in linea con quello della Spagna e migliore di quello di Germania e Francia.
I segnali di conforto sulla salute dell’economia europea vengono anche dal lato delle importazioni, in aumento nella quasi totalità dei mercati dell’Ue (di circa il 9% solo in Italia), a testimonianza di una ripresa dei consumi più diffusa e meno timida. Ciò ha determinato una riduzione del surplus commerciale sia dell’Eurozona (dai 265 miliardi di euro del 2016 ai 238 del 2017) che dell’Unione europea (da 32 miliardi di euro a 32). Stati Uniti, Cina e Svizzera si confermano i primi tre partner principali dell’Ue. La Russia è tornata in quarta posizione scavalcando la Turchia.
MESSICO: Nuovo rialzo del tasso di interesse
La Banca Centrale messicana ha effettuato un ulteriore rialzo di un quarto di punto percentuale del policy rate, portandolo al 7,5%, ai massimi da nove anni. La decisione è soprattutto motivata dalle difficoltà nel contenimento dell’inflazione e rappresenta un chiaro segnale della Banca sulla propria credibilità, in un clima aggravato dall’incertezza sulle negoziazioni del Nafta e agli esiti delle elezioni presidenziali di luglio.
Il principale mandato di Banxico è il controllo dell’inflazione: nonostante il livello annuo dei prezzi al consumo abbia registrato nel mese di gennaio una buona flessione rispetto agli ultimi mesi del 2017, esso rimane al 5,5%, ben al di sopra del valore target del 3%. Anche gli ultimi dati sull’inflazione core, depurata quindi dalle componenti più volatili, hanno restituito un numero leggermente superiore a quello atteso.
ISREALE-EGITTO: Siglato accordo su gas
Israele ed Egitto hanno siglato – utilizzando le parole del premier israeliano Netanyahu – uno «storico accordo» dal valore di 15 miliardi di dollari, che prevede la vendita di 64 miliardi di metri cubi di gas naturale alla compagnia egiziana Dolphinus Holdings in un orizzonte di dieci anni.
L’accordo dovrebbe sfamare l’appetito egiziano per il gas, utilizzato per produrre il 70% dell’energia domestica, e privilegia di fatto il Paese come hub energetico regionale, a discapito della Turchia che aveva sperato di attrarre il gas israeliano. La fornitura, il cui inizio è per ora fissato al 2020, può beneficiare d’altra parte della presenza di adeguate infrastrutture: il trasporto potrebbe avvenire attraverso il ripristino del gasdotto della East Mediterranean Gas Company, utilizzato fino al 2012 per collegare i due Paesi a parti invertite, mentre l’Egitto dispone di due impianti per la liquefazione del gas (Idku e Damietta), che lasciano anche aperta l’ipotesi LNG.
SUDAFRICA: Ramaphosa è il nuovo Presidente
Cyril Ramaphosa è il nuovo Presidente del Sudafrica, avendo raccolto il voto favorevole del Parlamento lo scorso 15 febbraio. Ramaphosa, 65 anni, sostituisce Jacob Zuma (75) a seguito delle dimissioni presentate da quest’ultimo su ordine del suo partito, l’African National Congress (ANC), di cui fa parte lo stesso Ramaphosa.
Le dimissioni di Zuma, che hanno anticipato il voto di sfiducia altrimenti previsto in Parlamento, pongono fine a un governo durato nove anni e macchiato da numerosi scandali e accuse di corruzione. Ramaphosa eredita un Paese con un’economia stagnante, con il suo maggior partito, l’ANC, sempre più frazionato e con una popolazione afflitta da povertà e disoccupazione. Il futuro del Paese dipenderà dunque dalla capacità, oltre che dalla volontà già espressa, del nuovo Presidente di combattere la corruzione, riformare le aziende pubbliche e ripristinare l’indipendenza delle istituzione chiave sudafricane. In seguito al cambio di guida, sia il mercato azionario che la valuta di Johannesburg hanno mostrato segnali positivi.
SETTORI
RETAIL: Più fiducia tra i consumatori argentini
Le prospettive dell’industria retail in Argentina sono tra le più positive in America Latina. Le riforme del Presidente Macri hanno accelerato il percorso di crescita dell’economia e consolidato i livelli di fiducia dei consumatori. Nonostante un’inflazione a doppia cifra persistente almeno fino al 2019, il calo dei prezzi avviato negli scorsi mesi dovrebbe proseguire anche nel 2018, trasformandosi gradualmente in un aumento del reddito nominale e reale. Ciò, insieme a migliori condizioni del credito al consumo, sosterrà la spesa dei consumatori, sia per i beni essenziali che per i beni non essenziali. Nei primi dieci mesi del 2017, le vendite del settore retail nel Paese hanno registrato una crescita del 15,6% e rimarranno su livelli simili anche nell’anno in corso.
Molto di questo miglioramento sarà guidato dal raffreddamento dell’inflazione e dall’«effetto base» dopo anni di volatilità economica. L’outlook del consumo di beni importati e premium, ancora molto costosi, resta incerto.
I NUMERI DELLA SETTIMANA:
€1.879 mld Export dell’Unione europea verso il resto del mondo lo scorso anno
€249 mld Surplus commerciale della Germania nel 2017
+16,9% Tasso di crescita dell’export europeo verso la Cina nel 2017
MODIFICHE AL RATING:
GRECIA: Fitch da B- a B, Moody’s da Caa2 a B3
SURINAME: Moody’s da B1 a B2