Update Espresso: 23 marzo 2018
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PAESI
CINA: Nominato nuovo governatore della Banca Centrale
Il Parlamento cinese ha nominato Yi Gang alla guida della Banca Centrale. Economista formatosi negli Stati Uniti ed esperto di politica monetaria, Yi Gang sostituirà Zhou Xiaochuan, prossimo al pensionamento dopo aver ricoperto il ruolo per la durata record di 15 anni.
Il nuovo governatore avrà il ruolo di supportare attivamente il cambio di policy recentemente annunciato dal Presidente Xi Jinping, che privilegia l’aspetto qualitativo piuttosto che quantitativo della crescita e punta a una riduzione del rischio, salito negli anni insieme al debito contratto dalle imprese cinesi. Si impegnerà, inoltre, a liberalizzare il tasso di cambio e ad attrarre maggiori investimenti esteri nel mercato dei capitali domestico. In Cina la Banca Centrale non gode di indipendenza dal Governo e dal Partito Comunista: Yi Gang opererà subordinatamente a Liu He, il vice Primo Ministro appena riconfermato e con compiti relativi alla politica economica e fiscale.
INDIA: Possibile presa di distanza da RCEP
Il summit appena conclusosi a Sydney tra l’Australia e i Paesi Asean ha prodotto una accelerazione dei negoziati per l’accordo di libero scambio (RCEP) tra questi Stati, con l’impegno a concludere gli stessi entro l’anno. Il RCEP, lanciato per la prima volta nel 2012, è un patto commerciale tra gli Asean e altre sei nazioni (Cina, Giappone, Corea del Sud, Nuova Zelanda, Australia e India), con le quali esistono già accordi di libero scambio bilaterali.
Nonostante il premier indiano Modi si sia dichiarato favorevole all’accordo, il RCEP preoccupa il Paese per il sollevamento delle barriere tariffarie e la mancanza di libero movimento per i propri professionisti del settore dei servizi. L’India potrebbe sottrarsi, dunque, a tale escalation delle trattative, riducendo notevolmente il peso economico dell’accordo.
RUSSIA: Putin rieletto con largo margine
Vladimir Putin ha vinto agevolmente le elezioni presidenziali russe con un risultato del 76,7% dei voti, al di sopra delle aspettative pre-elettorali. L’affluenza registrata è stata del 67,5%. In assenza di colpi di scena, Putin governerà la Russia fino al 2024.
La campagna elettorale è stata contraddistinta dalla mancanza di un programma a effetto per l’ultimo mandato del Presidente. I maggiori sforzi sembrano essere orientati alla riduzione della povertà attraverso aumenti salariali, un welfare più attento alla famiglia e una riduzione delle imposte per i meno abbienti. Al di là di tali promesse, l’economia del Paese avrebbe bisogno di riforme strutturali, che difficilmente saranno realizzate data l’esperienza di governo osservata finora, e di uscire dall’isolazionismo frutto dell’aggressiva politica estera messa in atto dallo stesso Putin. Le proiezioni del Pil prevedono una crescita annua compresa tra l’1,5% e il 2% nel medio termine, ma resta alta la dipendenza dalle oscillazioni del prezzo del petrolio.
EUROZONA: Crescita maggiore attesa, traino di Francia e Germania
L’Ocse ha rivisto al rialzo le previsioni per l’Area euro per l’anno in corso e per il prossimo. Il Pil nel 2018 dovrebbe crescere del 2,3%, in lieve rallentamento rispetto al 2017 (+2,5%), con un rialzo delle attese di 0,2 punti percentuali rispetto a novembre scorso. Lo stesso rialzo caratterizza la previsione per il 2019, quando tuttavia si registrerà una ulteriore decelerazione: il Pil è infatti atteso aumentare del 2,1%. Queste revisioni in positivo derivano dall’andamento di singoli Paesi, in particolare Francia e Germania. I primi due Paesi dell’Eurozona beneficeranno infatti, rispettivamente, delle importanti riforme fatte e della politica fiscale meno stringente adottata.
Le notizie positive non riguardano soltanto le economie avanzate. Numerosi emergenti, tra cui Turchia, Messico, Brasile e Sudafrica, vedono le loro prospettive migliorare rispetto ad alcuni mesi fa, aiutati da diversi fattori, tra cui le politiche monetarie e fiscali favorevoli e una robusta domanda esterna.
SETTORI
IDROELETTRICO: Più impianti, ma sottoutilizzati
La capacità idroelettrica mondiale è aumentata del 5% negli ultimi due anni. Il 63% della capacità è situata in 6 Paesi: Cina (28%), Brasile, USA, Canada (9% l’uno), Russia e India. Oltre a rappresentare due terzi della capacità complessiva, quella idroelettrica rimane la prima fonte energetica mondiale con circa 4 mila terawattore (TWh) annue, circa il 16% della produzione complessiva. La crescita è stata notevole dal 2005 in avanti, al traino di Pechino: negli ultimi 12 anni l’apporto di energia idroelettrica è aumentato di quasi 1.500 Twh, due terzi dei quali in Cina.
India, Turchia, Bhutan e Nepal sono alcuni dei mercati in cui si attende la crescita più significativa nei prossimi anni, oltre a diversi Paesi dell’Africa Subsahariana (Angola, Camerun, Rep. Dem. Congo, Etiopia). Sul settore incidono tuttavia pesantemente i cambiamenti climatici: l’utilizzo medio degli impianti, secondo l’associazione internazionale di categoria, non supera in molte geografie un terzo della capacità dichiarata.
I NUMERI DELLA SETTIMANA:
+3,9% Crescita stimata del Pil mondiale nel 2018, stesso tasso previsto anche per il 2019
+1,5% Crescita prevista del Pil italiano nel 2018, +1,3% nel 2019
+5,3% Crescita del commercio globale nel 2017, secondo le stime provvisorie
MODIFICHE AL RATING:
BIELORUSSIA: Moody’s da Caa1 a B3
OMAN: Moody’s da Baa2 a Baa3
TUNISIA: Moody’s da B1 a B2