Update Espresso: 27 aprile 2017
Il Country Risk Update di SACE cambia nome e diventa Update Espresso.
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PAESI
ARABIA SAUDITA: rallenta l’austerità
Con decreto del Re Salman sono stati ripristinati i bonus e le indennità per i lavoratori del settore pubblico, sospesi a settembre 2016. Il pubblico impiego conta per circa i 2/3 dell’impiego totale. Il taglio dei benefit ha consentito un risparmio di spesa pubblica di quasi USD 11 miliardi, pari al 3% del PIL su base annua. La riduzione della spesa corrente si era resa necessaria per limitare gli effetti dei corsi petroliferi e arrestare l’aumento del deficit fiscale, arrivato ben oltre il 10% del PIL.
Sebbene la reintroduzione dei benefit sia un’inversione di tendenza, la decisione avviene in un contesto fiscale in rafforzamento. Nel primo trimestre 2017, infatti, il deficit pubblico è stato pari alla metà di quanto atteso grazie al contenimento della spesa e a introiti fiscali superiori alle stime. La misura intende ridare stimolo ai consumi e all’economia non-oil, colpita dai precedenti interventi di austerity.
BANCA AFRICANA DI SVILUPPO: si allarga l’Indice ABABI
La Banca Africa di Sviluppo ha annunciato l’espansione del suo African Bond Index (ABABI Index), con l’inclusione di Zambia e Ghana. L’indice composito è stato lanciato a febbraio 2015 nel quadro della African Financial Markets Initiative (AFMI). Con l’aggiunta di Zambia e Ghana ai Paesi già tracciati dall’indice (Sudafrica, Egitto, Nigeria, Kenya, Botswana e Namibia), l’indice ABABI rappresenta la copertura degli otto mercati di obbligazioni sovrane più liquidi in Africa.
L’iniziativa AFMI della Banca Africana di Sviluppo punta a sviluppare i mercati obbligazionari in valuta locale nei paesi africani, offrendo una alternativa ai mercati internazionali per finanziare il proprio sviluppo economico. L’indice ABABI garantisce inoltre agli investitori uno strumento utile per misurare e tracciare la performance dei mercati obbligazionari nel continente africano.
STATI UNITI: rinegoziare il Nafta
Il Presidente Trump ha deciso di non far uscire gli Stati Uniti dal Nafta e di procedere a una rinegoziazione. Il Canada e il Messico si sono detti pronti a rivedere alcuni aspetti dell’accordo entrato in vigore nel 1994 e che ha contribuito alla creazione di una vasta e complessa supply chain tre le geografie del Nord America.
I due Paesi sono di gran lunga i maggiori mercati di sbocco per le esportazioni statunitensi e accolgono più di un terzo delle esportazioni totali degli Stati Uniti. Il trattato potrebbe essere modernizzato tenendo conto dell’evoluzione del progresso tecnologico nei passati 25 anni, del potenziamento della tutela della proprietà intellettuale e dell’evoluzione degli scambi con l’e-commerce, oltre ai più stringenti vincoli ambientali e regole su sicurezza e lavoro.
TURKMENISTAN: contratti non pagati alla Cina
A metà aprile una grande azienda cinese, produttrice di treni per trasporto industriale, ha avviato formalmente una procedura di arbitrato conto la società pubblica del gas Turkmengas. L’azienda turkmena era accusata di non aver onorato il contratto con la CSR Zyang, che prevedeva il pagamento di circa USD 2,5 milioni relativi alla fornitura di locomotive per il trasporto del gas.
Il debito è stato successivamente sanato, ma la disputa ha fatto emergere le debolezze dell’azienda di stato, in forte difficoltà dopo che la società del gas russo Gazprom ha risolto il contratto di fornitura da Turkmengas che riceveva dalla Russia circa USD 2,5 miliardi l’anno. Il Presidente turkmeno ha sostituito i vertici dell’azienda, tuttavia le prospettive del colosso turkmeno restano incerte nel breve periodo.
SETTORI
AUTOMOTIVE: Centro-Europa a rischio schianto
I primi dati del 2017 mostrano il settore automobilistico dell'Europa Centro-Orientale in crescita, grazie a costi relativamente bassi dei salari, regimi fiscali favorevoli, lavoratori qualificati e vicinanza all'Europa Occidentale. L’output dell’area è aumentato a circa un quarto del totale europeo, con Repubblica Ceca e Slovacchia in prima linea per numero di automobili prodotte. Diverse case automobilistiche, come Toyota e PSA, hanno già stabilito le proprie fabbriche tra Praga e Budapest e altri produttori, ad oggi attivi nel Regno Unito, potrebbero spostarsi post-Brexit.
La produzione record, tuttavia, potrebbe restare invenduta se un nuovo crollo in Europa Occidentale ritardasse gli acquisti di auto nuove. Il mercato Centro-Europeo è infatti più piccolo e meno sviluppato, perciò fortemente dipendente dalla domanda dei consumatori nel resto d’Europa. Inoltre le infrastrutture di trasporto inadeguate e la logistica debole, soprattutto in Ungheria e Slovacchia, continueranno ad ostacolare la consegna just-in-time.
I NUMERI DELLA SETTIMANA
+3,5% Crescita del PIL mondiale attesa nel 2017 dal Fondo Monetario Internazionale
+3,8% Crescita del commercio mondiale di beni e servizi prevista nel 2017
USD 55,2 Prezzo medio al barile in USD del petrolio nel 2017, in aumento rispetto ai USD 42,8 del 2016