Update Espresso: 27 ottobre 2017
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PAESI
SUDAFRICA: Crescita migliore delle attese
Secondo gli ultimi dati dell’economia del Sudafrica, il terzo trimestre del 2017 si è contraddistinto per una crescita piuttosto sostenuta, a conferma delle buone performance osservate nei tre mesi precedenti. Il Pil trimestrale è cresciuto a un tasso annualizzato del 2%, battendo le previsioni della maggior parte degli analisti. Seppur tale risultato possa sembrare insoddisfacente al cospetto dei tassi degli altri mercati emergenti, esso ha un valore particolare per un’economia da tempo in sofferenza come quella sudafricana.
A fare da traino sono stati il settore retail (+5,5% su base annua), il manifatturiero e l’estrattivo (+1,5% rispetto al trimestre precedente). Nel complesso, le stime relative alla crescita economica del Paese offrono uno scenario favorevole +1,5% per l’anno in corso e +2% per il prossimo.
ARABIA SAUDITA: la visione oltre la Vision
Si è aperta a Riyadh la prima edizione della Future Investment Initiative (FII), già ribattezzata la Davos del Medio Oriente. L’evento si inserisce nella strategia Vision 2030 e rappresenta un nuovo segno di apertura del Paese, dopo misure quali la rimozione dei limiti alla guida per le donne e l’annuncio della costituzione di un consiglio islamico per il contrasto all’integralismo religioso.
Annunciata durante la conferenza la nuova «città modello» NEOM, progetto da USD 500 mld sul Golfo di Aqaba, la prima free zone a estendersi su tre paesi (Arabia Saudita, Egitto e Giordania) che aspira a diventare il nuovo hub economico-finanziario della regione, in concorrenza con Dubai. L’ambizione del progetto solleva però dubbi sulla sua effettiva realizzabilità. Il Paese ha già dovuto riprogrammare alcune scadenze del NTP ed è in ritardo anche sulla quotazione in borsa del 5% di Aramco. Il rischio è che risorse essenziali siano sottratte alle riforme economiche già pianificate.
ARGENTINA: Vittoria della coalizione di Macri
Mauricio Macri, della fazione Cambiemos, è il vincitore delle elezioni parziali argentine tenutesi domenica, nelle quali si è votato per rinnovare un terzo del Senato (24 seggi) e metà dei deputati (127). I suoi candidati hanno ottenuto più del 40%, risultato positivo che non si aveva dal 1985, conseguendo la vittoria nei 5 più grandi distretti elettorali del Paese. Sfida chiave si è tenuta nella provincia di Buenos Aires, dove ha trionfato Esteban Bulllrich che ha distaccato di 4 punti la ex presidente peronista Cristina Fernandandez Kirchner. Secondo alcuni, la Kirchner, al potere dal 2003 al 2015 e poi accusata di corruzione, avrebbe partecipato alle elezioni per assicurarsi l’immunità parlamentare. Alla fine del suo mandato il Paese era sull’orlo della bancarotta. Solo con l’ascesa di Macri, l’Argentina sembra in ripresa dopo 6 anni di stagnazione.
Con questa vittoria sarà più semplice concludere le riforme economiche pro business promesse dal presidente. Il piano prevede tagli dei sussidi al settore pubblico e riforme del sistema pensionistico. Il corso di riforme ha ottenuto il sostegno da parte di Usa, Ue e delle istituzione economiche internazionali e anche gli argentini sembrano approvare.
IRAQ: Diminuiti i flussi di petrolio in Kurdistan
L’avversione dei popoli vicini nei confronti dell’indipendenza del Kurdistan è principalmente incentrata sul petrolio. Lo scorso giovedì, i flussi di petrolio della pipeline che va dal Kurdistan iracheno al porto turco di Ceyhan erano mediamente intorno ai 200mila barili al giorno (bpd). Rispetto al mercoledì, in cui la produzione dell’oleodotto aveva livelli intorno ai 600 mila bpd, i flussi si sono più che dimezzati. Creata nel 2014, la Kirkuk-Ceyhan, rappresenta il più grande oleodotto iracheno di export del petrolio. Precedentemente la Turchia aveva minacciato di bloccare tali flussi in caso di escalation dell’indipendenza curda.
Nella scorsa settimana il governo iracheno ha espugnato la città di Kirkuk, famosa e a lungo contesa per essere ricca di campi petroliferi, ai guerrieri curdi peshmerga, La produzione di Kirkuk si è ridotta da circa 350mila bpd a 240mila bpd. Senza gli introiti petroliferi e se Baghdad prendera il controllo definitivo della maggior parte o di tutti i volumi di esportazione, la regione non potrà andare avanti a lungo.
SETTORI
INFRASTRUTTURE: Il castello di sabbia saudita
La compagnia petrolifera Saudi Aramco ha annunciato che costituirà una società di costruzioni a maggioranza pubblica insieme al fondo sovrano saudita e altre imprese private già attive nel settore. La società sarà focalizzata su progetti infrastrutturali non-oil e potrà sviluppare partnership con altre società non-saudite: la turca Tefken e le coreane Posco, Daewoo e Samsung C&T hanno già dichiarato il loro interesse. Sarà, infatti, cruciale capire quanto il governo saudita favorirà questa iniziativa rispetto ai competitor internazionali, come già accaduto in passato nei confronti di Saudi Oger e del Bin Laden Group.
Il 44% del mercato saudita delle costruzioni nel 2016 era già in mano a imprese locali, seguite nell’ordine da contractor statunitensi (10,6%), britannici (5,7%), emiratini (4,9%), coreani, francesi, spagnoli, tedeschi e indiani. L’annuncio da un lato segnala l’impegno a portare avanti i progetti del piano Vision 2030, dall’altro rischia di riportare i tender su livelli di controllo pubblico e difficoltà d’aggiudicazione che sembravano superati.
I NUMERI DELLA SETTIMANA:
+1,5% Aumento del consumo di acciaio nell’Ue28 previsto per il 2018 rispetto al 2017
1/3 Domanda di acciaio proveniente dal settore delle costruzioni sul totale della domanda
x5 Aumento dei dazi dell’Ue sull’import di hot rolled coil da Russia, Brasile, Iran e Ucraina (da €18 a €97 a tonnellata)