Update Espresso 30 marzo 2018

Update Espresso: 30 marzo 2018

Leggi il nuovo Update Espresso su Stati Uniti, Sudafrica, Corea del Sud, Perù e real estate in Arabia Saudita

 

Ogni settimana, insieme a una sintesi delle principali news su Paesi e settori, i nostri economisti a turno prenderanno un caffè insieme a voi commentando con un video la notizia più importante della settimana per indirizzarvi verso le migliori opportunità per il Made in Italy e darvi sempre il nostro punto di vista sul mondo che cambia.

 

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PAESI

 

 

STATI UNITI: I dazi e i loro impatto

Sono entrati in vigore i dazi introdotti dall’amministrazione americana sulle importazioni di acciaio e alluminio. Rispetto a quanto prospettato originariamente, diversi paesi sono stati esentati. Tra questi ci sono Canada e Messico, coinvolti con le rinegoziazioni del Nafta, l’Unione Europea e la Corea del Sud. Le importazioni di acciaio degli Stati Uniti (pari a 34 milioni di tonnellate) rappresentano soltanto il 2% della produzione mondiale. L’import di alluminio (7,2 milioni di tonnellate) rappresenta una percentuale maggiore (6% della produzione globale), ma la tariffa imposta sulle importazioni del bene è inferiore (pari al 10%).

Queste barriere tariffarie dovrebbero avere un impatto macroeconomico diretto minimo. Inoltre, i timori relativi a un’eventuale eccedenza di acciaio e alluminio (che senza tariffe sarebbero stati esportati negli Stati Uniti) che potrebbero “inondare” i mercati globali facendo scendere i prezzi in modo significativo, sembrano non essere fondati.

 

 

SUDAFRICA: Evitato downgrade

Moody’s ha deciso di mantenere il rating del Sudafrica a Baa3, un livello sopra lo status junk, migliorando l’outlook da negativo a stabile e andando contro-tendenza rispetto quanto fatto lo scorso anno sia da S&P e Fitch. Se Moody’s avesse seguito le altre due sorelle, il Paese sarebbe stato rimosso dal Citi World Government Bond Index, con conseguente fuoriuscita di capitale dai propri confini.

La decisione di Moody’s suona come un attestato di stima nei confronti del neo-presidente Cyril Ramaphosa e del suo tentativo di riformare le istituzioni e l’economia del Paese e può rivelarsi fondamentale per ristabilire un clima di fiducia tra gli investitori internazionali. Non sono passati infatti inosservate le recenti nomine ai dicasteri delle finanze, delle risorse minerarie e delle imprese pubbliche.  

 

 

COREA DEL SUD: Rinegoziato con successo accordo di libero scambio con gli Usa

Il ministro sudcoreano del commercio, dell’industria e dell’energia ha annunciato che Stati Uniti e Corea del Sud hanno raggiunto un accordo per la rinegoziazione del trattato di libero scambio entrato in vigore nel 2012 e aspramente criticato dall’amministrazione Trump, anche a seguito dell’ampliarsi del deficit commerciale americano nei confronti della controparte coreana.

La modifica dell’accordo interesserà i settori dell’automobile e dell’acciaio. La Corea del Sud raddoppierà il numero di auto americane che può importare da 25.000 a 50.000; al contempo, l’export di acciaio coreano verrà permanentemente esentato dai dazi del 25% imposti dagli Stati Uniti. L’accordo da un segnale positivo circa la possibilità che l’azione americana in Asia sia più morbida di quanto annunciato.

 

 

PERÙ: Dimissioni del Presidente

Il presidente del Perù Pedro Pablo Kuczynski ha annunciato le sue dimissioni a seguito dell’ennesimo scandalo che ha colpito la sua amministrazione. La mossa ha anticipato il voto di sfiducia che si sarebbe dovuto tenere il giorno seguente in Parlamento e che era stato deciso a seguito del coinvolgimento di Kuczynski nell’enorme scandalo Odebrecht, che ha avviato la più grande indagine per corruzione nella storia dell’America Latina.

La transizione verrà probabilmente gestita dal vice-presidente e ambasciatore del Perù in Canada Martìn Vizcarra. Nonostante la crisi politica, l’economia del Paese resta una delle più brillanti della regione, spinta soprattutto dal settore minerario. Il Pil è infatti cresciuto del 2,2% nel 2017 ed è attesa una accelerazione oltre il 3% nel 2018 grazie all’aumento dei prezzi delle commodities.

 

 

SETTORI

 

 

REAL ESTATE: Arabia Saudita, case cercasi

L’ammanco di case in Arabia Saudita è stimato a 1,5 milioni di unità, risultante da anni di investimenti pubblici insufficienti, ritardi burocratici e maggiore domanda proveniente dalla popolazione giovane, oggi metà del totale. I target del Governo per rinvigorire il real estate residenziale sono numerosi: 480.000 case previste in costruzione al 2020; mercato dei mutui a 134 miliardi di dollari dai 77 miliardi attuali; peso dell’housing finance sul Pil non-oil al 15% rispetto all’8% attuale (è del 75% a livello internazionale); supporto agli acquirenti, ad esempio con garanzie sui prestiti, e ai costruttori, inclusi prestiti a tasso zero.

La realizzazione degli obiettivi dipenderà in larga misura dalla risposta del settore privato. Con le principali imprese arabe del settore sotto pressione finanziaria, si aprono numerose opportunità per i costruttori internazionali, ancora poco rappresentati nel mercato saudita. La stessa Saudi Aramco sta valutando la creazione di una joint venture delle costruzioni con partner locali e internazionali.

 

I NUMERI DELLA SETTIMANA:

 

+2,3% Export italiano extra-Ue nei primi due mesi dell’anno, rispetto allo stesso periodo del 2017
+8,4% Export italiano extra-Ue di beni intermedi nei primi due mesi dell’anno, il raggruppamento di beni con la performance migliore
+21,6% Export italiano in India nei primi due mesi dell’anno, rispetto allo stesso periodo del 2017

 

 

MODIFICHE AL RATING:

 

CROAZIA: S&P da BB a BB+
SPAGNA: S&P da BBB+ ad A-

 

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