Update Espresso: 5 maggio 2017
Il Country Risk Update di SACE cambia nome e diventa Update Espresso.
Ogni settimana, insieme a una sintesi delle principali news su Paesi e settori, i nostri economisti a turno prenderanno un caffè insieme a voi commentando con un video la notizia più importante della settimana per indirizzarvi verso le migliori opportunità per il Made in Italy e darvi sempre il nostro punto di vista sul mondo che cambia.
Clicca qui per iscriverti e ricevere tutte le settimane l'Update Espresso di SACE>>
PAESI
BRASILE: vento di riforme
Prosegue l’iter della riforma del lavoro in Brasile, che ha visto il voto favorevole della Camera e adesso approda in Senato. Una riforma necessaria per ridurre le rigidità della normativa sull’occupazione e diminuire i costi operativi nel fare business nel Paese, che secondo la classifica del Doing Business della Banca Mondiale si classifica al 123esimo posto su 190 (il Messico è al 47esimo posto). Non sono mancati scioperi e proteste contro la nuova legge, che scardina alcuni pilastri dello Statuto dei lavoratori varato nel 1943.
Questo è un primo passo per l'approvazione dell'altro importante provvedimento, la riforma delle pensioni che, tra i punti principali, prevede l’innalzamento a 65 anni (62 per le donne) dell’età pensionabile rispetto agli attuali 52.
ALGERIA: tempo di transizione?
Il Paese va al voto per il rinnovo dell’Assemblea Nazionale Popolare. L’avvicinamento al voto ha registrato un aumento delle tensioni politiche e accresciuto le incertezze riguardo la successione al presidente Bouteflika. Le manifestazioni di protesta contro le misure di austerity, la corruzione, il clientelismo e la mancanza di democrazia sono aumentate in tutto il Paese. Il Front de libération nationale è diviso al suo interno e senza una chiara strategia di lungo termine. Le opposizioni, d’altro canto, non sembrano forti abbastanza da proporre una valida alternativa.
Mentre altrove la Primavera araba ha portato a repentini cambi di regime, seppure con esiti alterni, in Algeria la protesta è rimasta molto limitata. Anche le forze filo-islamiche non sono riuscite a consolidare una base di consenso significativa. Il rischio principale sembra essere quello di un’alta astensione al voto, già superiore al 60% nelle elezioni del 2012, specchio di un allontanamento crescente dalle istituzioni. Un dato ancor più elevato inciderebbe sulla stessa legittimazione politica delle forze al potere.
FRANCIA: Frexit e debito
Uno dei temi delle presidenziali francesi è l’appartenenza all’Unione europea e all’Area euro. La necessità di riformare l’UE è stata sollevata anche da Emmanuel Macron, in testa nei sondaggi nella corsa all’Eliseo contro Marine Le Pen. Quest’ultima, tuttavia, ha abbassato i toni negli ultimi giorni di campagna elettorale.
Il debito pubblico, prossimo al 98% del PIL, è per la maggior parte emesso sotto la legge francese e quindi in caso di Frexit può essere convertito nella nuova valuta senza che ci sia un aumento dei costi dovuti al probabile deprezzamento della valuta stessa, ma questo comporterebbe, secondo alcune agenzie di rating, il default per inadempienza degli obblighi originali. Quello privato invece, pari al 229% del PIL, è stato emesso seguendo una legislazione straniera per il 40-60%. Il nuovo debito emesso potrebbe registrare un aumento del rendimento richiesto dai mercati, come già si è osservato durante la campagna elettorale (con uno spread oltre i 75pb).
KENYA: seconda migliore destinazione per gli investimenti in Africa
Il Kenya è salito dal 4° al 2° posto nella classifica Africa Attractiveness Index 2017 pubblicata dalla società di consulenza Ernst & Young. Preceduto dal solo Marocco e scavalcando il terzo posto del Sudafrica, il Kenya registra score positivi in tutti e sei i pilastri dell’indice, in particolare governance e sviluppo umano, diversificazione economica, infrastruttura e logistica, business environment.
Nel 2016 il Kenya ha registrato un calo del 58% degli investimenti diretti esteri. Tale calo è tuttavia da imputare ai livelli record dell’anno precedente, registrati grazie all’impennata degli investimenti dal Regno Unito e rallentati nel corso del 2016 in concomitanza con le incertezze legate alla Brexit. Come evidenziato da EY, in una prospettiva di lungo periodo. il Kenya ha già registrato performance altalenanti, ma i suoi punti di forza strutturali confermano l’attrattività della prima economia in Africa Orientale e della quarta del continente africano.
SETTORI
AUTOMOTIVE: America Latina in fermento
Dopo una serie di negoziati in sede WTO, il Brasile si appresta a varare un nuovo programma per il settore automotive che dovrebbe prendere il via a fine anno, alla scadenza del piano Inovar-Auto. Il settore, che rappresenta il 22% della produzione industriale e il 4% del PIL, è crollato negli ultimi anni. Nel 2013, all’inizio del piano Inovar, i tassi di utilizzo degli impianti superavano l’80% impiegando direttamente 157 mila addetti; valori scesi rispettivamente al 62% con 103 mila addetti a inizi 2017. La recessione, il crollo della domanda locale e la maggiore competizione da Asia e Messico hanno seriamente danneggiato il settore, in un mercato che resta il più grande dell’America Latina.
Route 2030 vuole essere un programma di più ampio respiro (13 anni contro i 4 di Inovar) e sarà incentrato sulle spese in ricerca e sviluppo, su sicurezza ed efficienza dei veicoli (sono previste aliquote fiscali differenti per efficienza e non per cilindrata) e favorirà le vetture elettriche, che oggi pagano le tasse più alte, il 25%. L’ok definitivo a Route 2030 è atteso per fine agosto.
I NUMERI DELLA SETTIMANA
2° La Francia è il secondo Paese di destinazione per le nostre esportazioni di beni
+3% Crescita dell’export italiano verso la Francia nel 2016
€43,9 mld Esportazioni di beni destinate al mercato francese nello stesso periodo