Per Aizoon Consulting nuovi mercati su cui puntare
SACE SIMEST (Gruppo CDP) al fianco dei piani di internazionalizzazione dell’azienda piemontese specializzata in cybersecurity
SACE SIMEST, il Polo dell’export e dell’internazionalizzazione del Gruppo CDP, ha supportato i piani di sviluppo internazionali di Aizoon Consulting, Pmi torinese specializzata in information technology e cybersecurity. Nello specifico, SACE SIMEST ha garantito un finanziamento da 650mila euro erogato da UBI Banca destinato a rafforzare il posizionamento dell’azienda sui mercati esteri.
Nata nel 2005, Aizoon consulting ha intrapreso un importante percorso di crescita internazionale e conta oggi su circa 500 dipendenti, con sedi in Italia, Australia, USA e Gran Bretagna. Dal 2014 è entrata nel programma Elite di Borsa Italiana. Negli ultimi tre anni, ha sviluppato la piattaforma di cybersecurity Aramis, un sistema di network security monitoring per identificare e affrontare tempestivamente minacce di attacchi informatici, con rilevanti risultati di commercializzazione in Paesi come Svizzera, Marocco, Stati Uniti e Australia. Per supportare la crescita internazionale la società prevede inoltre di aprire una sede in Svizzera e di dotarsi di innovative piattaforme digitali.
Grazie al finanziamento garantito da SACE SIMEST, Aizoon potrà consolidare ulteriormente questo percorso, sostenendo l’acquisto di nuovi software e licenze d’uso, spese di marketing, acquisizione di brevetti e partecipazione a fiere internazionali.
“Siamo orgogliosi di portare Aramis sul mercato internazionale e fieri di poter contribuire alla difesa dei nostri clienti, imprese pubbliche e private, dagli attacchi informatici con un prodotto tutto italiano – ha dichiarato il Presidente di Aizoon, Franco Cornagliotto - Entrare nella competizione globale è l’importante sfida che abbiamo lanciato e che affronteremo con precisi piani di investimento indirizzati ad acquisire nuove competenze, in particolare quelle di vendita diretta e indiretta sui mercati esteri anche attraverso partnership e l’accesso ad un ecosistema di supporto. Ubi Banca, con alta professionalità, ci ha accompagnati sul piano finanziario e, grazie alla garanzia di SACE, abbiamo ottenuto un primo finanziamento utile e necessario per avviare il progetto di internazionalizzazione di Aramis”.
In Piemonte, dove è presente con un ufficio a Torino, SACE SIMEST ha mobilitato risorse per oltre 1 miliardo di euro a supporto dell’export e dell’internazionalizzazione di quasi 1300 aziende. L’export piemontese pesa per il 10,4% dell’export nazionale ed è la quarta regione per export in Italia con 48,2 mld di euro nel 2018, +0,4% rispetto al 2017. E le previsioni SACE SIMEST sono ancora più rosee: il 2019 dovrebbe registrare un +3,4% e nel 2020 un +4%. I tre settori che trainano l’export della regione sono mezzi di trasporto, meccanica strumentale e alimentari e bevande e insieme rappresentano più del 52% per un valore di oltre 25 miliardi di euro. Le tre destinazioni nelle quali le imprese piemontesi hanno più esportato sono: la Francia con 6,6 mld di euro, la Germania con 6,5 miliardi di euro e gli Stati Uniti con 4,4 miliardi di euro.
Esportazioni di servizi IT
In un mondo sempre più interconnesso e tecnologico, ogni Paese ha la necessità di proteggersi da eventuali cyberattacchi e capire come affrontare i nuovi rischi dell’era digitale attraverso sistemi e piattaforme prodotte da aziende specializzate. Quanto è “capace”, da questo punto di vista, l’Italia? Quanto produce e quanto riesce ad esportare?
Il tessuto imprenditoriale italiano ha un modello di specializzazione molto orientato verso l’industria manifatturiera, asse portante del Made in Italy nel mondo. In questo contesto, l’export italiano di servizi informatici, di telecomunicazione e informazione ha raggiunto il valore di 8,1 miliardi di euro nel 2018 (+1,1% rispetto all’anno precedente), pari a circa l’8% dell’export italiano di servizi, ma corrispondente a una quota di mercato pari solo al 2,9% a livello europeo e all’1,7% a livello globale. È dunque molto ampio il potenziale di sviluppo di questo comparto, tenuto conto che l’economia digitale sta crescendo a un ritmo sette volte più veloce di quello dell'economia reale.
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