Risultati economici e assetto aziendale SACE - 30 novembre 2010

Approvato piano industriale 2011-2013. Utile netto al 30 settembre 2010: € 255,3 milioni (-34%)

Roma, 30 novembre 2010 – Il Consiglio di Amministrazione di SACE SpA presieduto da Giovanni Castellaneta ha esaminato oggi la relazione trimestrale al 30 settembre 2010 e approvato il piano industriale per il triennio 2011-2013.
 
 
RISULTATI AL 30 SETTEMBRE 2010
 
Di seguito i principali risultati al 30 settembre 2010, che confermano la solidità finanziaria della società e il crescente contributo dell’attività caratteristica:
 

SACE SpA: PRINCIPALI DATI ECONOMICO-FINANZIARI

€ milioni

30/9/2010

30/9/2009

Var.

Impegni in essere

31.948

26.741

+19,5%

Premi lordi

386,7

197,5

+96%

Oneri per sinistri

92,0

37,2

>100%

Risultato del conto tecnico

360,4

175,2

>100%

Utile lordo

370,1

599,4

-38,3%

Utile netto

255,3

389,6

-34,5%

Patrimonio netto

5.719,6

5.824,1

-1,8%

Riserve tecniche

2.543,9

2.320,8

+9,6%

 
  • premi lordi a € 386,8 milioni, cresciuti rispetto ai € 197,5 registrati nello stesso periodo del 2009
  • oneri per sinistri a € 92 milioni, in aumento rispetto ai € 37,2 milioni del 30 settembre 2009
  • l’attività di ristrutturazione e recupero crediti ha generato € 195 milioni rispetto ai € 55,6 milioni registrati al 30 settembre 2009
  • il risultato del conto tecnico è cresciuto a € 360,4 milioni dai € 175,2 milioni del settembre 2009, per effetto del buon andamento dei premi e delle attività di recupero dei crediti, che hanno consentito di attenuare l’impatto della sinistrosità
  • utile netto a € 255,3 milioni, in calo del 34% per effetto del minore contributo della gestione finanziaria, in linea con l’andamento dei mercati.

L’amministratore delegato di SACE Alessandro Castellano ha evidenziato che i risultati dei nove mesi confermano il ruolo anticiclico di supporto di SACE al sistema, con un significativo aumento delle operazioni assicurate che ha portato gli impegni in essere a circa € 32 miliardi e un recupero della redditività rispetto al trimestre precedente. “Ci aspettiamo che con il 2010 si confermi la fase di crescita di SACE, che ha saputo adattare il proprio modello di business alla luce dei sostanziali cambiamenti nella struttura dell’export italiano, delle profonde mutazioni dell’economia internazionale e dei mercati finanziari e, non ultimo, delle incertezze derivanti dalla valutazione dei rischi controparte e dalle accentuate problematiche sulla liquidità – ha aggiunto Castellano –. In questo contesto, SACE ha potuto esprimere il suo ruolo di supporto alle aziende e sostenere in particolare l’internazionalizzazione delle PMI quale volano prioritario di crescita dell’economia italiana. Nonostante le visibili incertezze che permangono nel quadro economico generale, il piano industriale per il 2011-2013 punta al consolidamento della crescita realizzata nell’ultimo triennio, all’ulteriore ampliamento della base clienti e alla diversificazione dell’offerta”.

Lo stock di operazioni assicurate  al 30 settembre 2010 ammonta a € 31,9 miliardi, in aumento del 19,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Di particolare rilevanza l’aumento degli impegni assunti nei paesi asiatici (+54%), dell’Europa orientale e della Comunità degli Stati Indipendenti (+45%) e dell’Unione Europea (+24%), che segnalano una buona reattività del made in Italy. L’area UE rappresenta il 31,5% degli impegni complessivi, seguita dai paesi dell’Europa orientale e della Comunità degli Stati Indipendenti (26,7%), del Medio Oriente e Nord Africa (20,3%), delle Americhe (9,9%), dell’Asia orientale (9,5%) e dell’Africa sub-sahariana (2,1%).


IL PIANO INDUSTRIALE 2011-2013

Secondo le previsioni del Rapporto Export SACE, che verrà presentato nei prossimi giorni, l’export italiano ritornerà ai livelli pre-crisi nel 2012. Vi sarà tuttavia nei prossimi anni un graduale cambiamento nella struttura delle esportazioni sia in termini settoriali che di destinazione geografica. Il peso dei beni di investimento (principalmente meccanica strumentale, mezzi di trasporto e apparecchiature elettriche) sul totale delle nostre vendite all’estero continuerà ad aumentare rispetto ai beni di consumo (moda, arredamento, ecc.). Inoltre le imprese italiane tenderanno ad affermarsi e ad aumentare la loro diversificazione geografica verso mercati con tassi di crescita elevati, in particolare il continente asiatico.
 

La struttura del nostro export si baserà sempre più sulla domanda di mercati con rischi nuovi e con maggiori difficoltà di valutazione e su produzioni in cui le dilazioni di pagamento concesse agli acquirenti esteri – e più in generale la validità dei pacchetti finanziari uniti alle offerte commerciali – saranno più rilevanti. Gli strumenti forniti da SACE possono contribuire a dare valore aggiunto in questa direzione, ma anche a facilitare l’accesso al credito delle imprese, specie quelle di dimensioni minori, limitate da vincoli finanziari nei propri progetti di internazionalizzazione.
È in tale contesto che si inserisce il Piano Industriale 2011-2013, le cui linee guida  riflettono le attese di una ancora incerta ripresa dell’economia globale, del perdurare della crisi di liquidità e di livelli d’insolvenza ancora sostenuti e puntano ad un consolidamento dell’attività a fronte di un’espansione della base clienti che oggi conta circa 28.000 imprese assicurate, gran parte delle quali di piccola e media dimensione.
 

Il piano conferma il supporto dell’export di beni e servizi italiani e di progetti realizzati sul territorio nazionale in settori di rilievo strategico per il sistema economico italiano, quali infrastrutture ed energie rinnovabili, attraverso un più capillare presidio territoriale sia in Italia sia nei principali mercati esteri di destinazione. In particolare, si rafforzerà la presenza di SACE in Africa e in Asia, con l’apertura di nuovi uffici a Nairobi e a Mumbai.
Sul mercato domestico, gli strumenti finanziari messi a disposizione delle PMI per attività di internazionalizzazione tramite gli intermediari creditizi hanno raggiunto un plafond di € 1,8 miliardi e si sono rivelati particolarmente efficaci nel mitigare i problemi di liquidità delle imprese nel corso della crisi. Il piano industriale conferma quindi l’impegno a proseguire in questa direzione.

Rami credito e cauzioni

Nei primi nove mesi del 2010 la controllata SACE BT, società prodotto attiva nell’assicurazione del credito, nelle cauzioni e nei rischi della costruzione, ha mostrato un sensibile miglioramento dei risultati economico-finanziari rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, grazie alla tenuta della raccolta premi e alla diminuzione dei sinistri che avevano depresso l’andamento tecnico nel corso del precedente esercizio.
Grazie alle politiche di gestione attiva dei rischi adottate negli ultimi mesi, SACE BT si attende un ritorno all’equilibrio economico-finanziario già nel 2011 e un trend crescente della redditività nel biennio 2012-13. Ciò consentirà di consolidare il posizionamento competitivo della società, che nel 2009 è divenuto il quarto operatore nel ramo credito e cauzioni italiano per raccolta premi (era sesto nel 2008) con una quota di mercato del 9%.

Factoring

Il factoring rappresenta una linea di business ad alto potenziale, la cui operatività è stata avviata dallo scorso primo aprile tramite la società prodotto SACE Fct in attuazione di quanto previsto dai decreti anticrisi e a completamento della gamma prodotti offerti dal gruppo.
Nei primi sei mesi di attività la società ha deliberato oltre € 1,5 miliardi di smobilizzi di crediti vantati dalle imprese nei confronti della Pubblica Amministrazione, di cui € 350 milioni già erogati (turnover). Il risultato è stato ottenuto grazie ai numerosi accordi firmati da SACE Fct, molti dei quali con enti della Pubblica Amministrazione, i cui fornitori potranno garantirsi il pagamento dei crediti certificati entro le scadenze convenute.
Per il triennio 2011-2013 è previsto un graduale incremento dell’attività in termini di turnover, con l’obiettivo di raggiungere quota € 3,4 miliardi a fine piano. Lo sviluppo del business nel triennio riflette un ampliamento del focus verso le PMI e i debitori corporate.
 

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