Credito e liquidità per famiglie e imprese: 2,2 milioni di domande per la moratoria sui prestiti e più di 150.000 richieste al Fondo di Garanzia per le PMI. Sace concede garanzie per 40 milioni, 6 le richieste ricevute
Salgono a oltre 2,2 milioni le domande di adesione alle moratorie sui prestiti per complessivi 233 miliardi e superano quota 150.000 le richieste di garanzia per i nuovi finanziamenti bancari per le micro, piccole e medie imprese presentati al Fondo di Garanzia per le Pmi. Sono questi i principali risultati della rilevazione settimanale effettuata dalla task force costituita per promuovere l’attuazione delle misure a sostegno della liquidità adottate dal Governo per far fronte all’emergenza Covid-19, di cui fanno parte Ministero dell’Economia e delle Finanze, Ministero dello Sviluppo Economico, Banca d’Italia, Associazione Bancaria Italiana, Mediocredito Centrale e Sace[1].
La Banca d’Italia ha avviato una rilevazione statistica presso le banche, riguardante sia le misure governative di cui ai decreti legge ‘Cura Italia’ e ‘Liquidità’, sia le iniziative volontarie. Sulla base di dati preliminari, al 30 aprile sono pervenute oltre 2,2 milioni di domande o comunicazioni di moratoria su prestiti per quasi 233 miliardi[2]. Quasi il 44% delle domande provengono da società non finanziarie (a fronte di prestiti per 156 miliardi). Le domande delle famiglie, oltre 1,1 milioni, riguardano prestiti per 72 miliardi di euro. Poco più di 69.000 domande hanno riguardato la sospensione delle rate del mutuo sulla prima casa (accesso al cd. Fondo Gasparrini), per un importo medio di circa 89.000 euro. Si può stimare che, in termini di importi, circa il 78% delle domande o comunicazioni relative alle moratorie sia già stato accolto dalle banche; l’1% circa è stato sinora rigettato; la parte restante è in corso di esame.
Il Ministero dello Sviluppo Economico e Mediocredito Centrale (MCC) segnalano che sono complessivamente 155.087 le richieste di garanzie pervenute al Fondo di Garanzia nel periodo dal 17 marzo all’11 maggio 2020 per richiedere le garanzie ai finanziamenti in favore di imprese, artigiani, autonomi e professionisti, per un importo complessivo di oltre 7,8 miliardi di euro. In particolare, le domande arrivate e relative alle misure introdotte con i decreti ‘Cura Italia’ e ‘Liquidità’ sono 152.924, pari ad un importo di circa 7,7 miliardi di euro. Di queste, oltre 130.332 sono riferite a finanziamenti fino a 25.000 euro, con percentuale di copertura al 100%, per un importo finanziato di circa 2,8 miliardi di euro che, secondo quanto previsto dalla norma, possono essere erogati senza attendere l’esito definitivo dell’istruttoria da parte del Gestore.
Prosegue l’operatività di “Garanzia Italia”, lo strumento di SACE per sostenere le imprese italiane colpite dall’emergenza Covid-19. Le potenziali operazioni di finanziamento in fase di istruttoria da parte delle banche, risultano essere circa 250 per un valore complessivo di circa 18,5 miliardi di euro. Una volta terminata l’attività di istruttoria, costruzione dei pool e conseguente delibera, le banche accreditate sul portale dedicato, ad oggi oltre 190, presenteranno le richieste a SACE, che emetterà la garanzia entro 48 ore dalla ricezione come già accaduto per le 6 richieste di garanzie fino ad ora ricevute per un totale di circa 40 milioni di euro.
[1] Le informazioni riportate sono raccolte nel contesto dei lavori della Task Force per le misure a sostegno della liquidità. La task force opera per mettere i potenziali beneficiari e le banche a conoscenza delle nuove procedure di sostegno alla liquidità e agevolarne l’utilizzo; favorisce il coordinamento e lo scambio di informazioni tra le parti; individua e divulga le soluzioni più appropriate a eventuali problemi applicativi e coordina la raccolta e la diffusione dei dati sugli strumenti previsti dalla normativa.
[2] A partire da questo comunicato stampa le stime si basano su un campione di banche molto più ampio e su un diverso criterio di riproporzionamento rispetto ai prestiti totali a famiglie e imprese. Ciò comporta una maggiore precisione della stima e, per effetto del diverso criterio di riproporzionamento, un innalzamento degli importi complessivi stimati rispetto ai precedenti comunicati.
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