L’export abruzzese tiene la testa alta: su quali Paesi e settori le aziende del territorio possono puntare?
Le tensioni geopolitiche in diversi paesi emergenti e l’escalation protezionistica, i cui effetti si stanno rapidamente acuendo, oltrepassando il perimetro della contesa sino-americana, condizionano gli scenari del commercio internazionale. In un mondo più incerto, su quali Paesi e settori possono puntare le aziende abruzzesi per continuare a cogliere le opportunità offerte dai mercati internazionali?
“Export Karma”, l’ultimo Rapporto Export a cura del Polo SACE SIMEST, delinea un quadro positivo per le esportazioni italiane, nonostante la presenza di diverse complessità.
L’export abruzzese tiene la testa alta, rinsaldando il trend positivo cominciato nel 2014 grazie a un incremento del +3,9% nel 2018 e ai quasi 9 miliardi di euro di beni venduti all'estero. Questo risultato è il frutto di una crescita stabile nel corso degli ultimi cinque anni, segno che l'export regionale sta raggiungendo una buona maturità. Nel primo trimestre del 2019, nonostante le ottime performance nei settori dei mezzi di trasporto (1,1 miliardi di euro, +3,8% rispetto al primo trimestre 2018) e alimentari e bevande (135,2 milioni di euro, +3,9%), si è registrata una lieve flessione del totale beni esportati (-0,7%): hanno inciso particolarmente i cali nel settore della gomma e plastica (-8,9%) e meccanica strumentale (-13,2%).
Sono sempre più numerose le aziende abruzzesi presenti con continuità sui mercati esteri; di queste, nel solo 2018 quasi 500 sono state supportate da SACE SIMEST, che nella regione ha mobilitato più di 150 milioni di euro.
Di seguito un focus sull'export della regione e una sintesi dei principali risultati pubblicati nel Rapporto Export 2019 del Polo SACE SIMEST.
Rapporto Export SACE 2019 | Settori e mercati di opportunità per l’export abruzzese
L’export regionale è trainato dal settore dei mezzi di trasporto, che pesa circa per il 50% sul totale (4,4 miliardi di euro nel 2018, +8,1% rispetto al 2017). Risultati importanti anche per il settore alimentare e bevande (+3,2%).
Nel 2018, l’export abruzzese è cresciuto in quasi tutte le aree geografiche. Si sono ulteriormente consolidate le partnership commerciali con le principali geografie di destinazione, ovvero Germania (+5,1% rispetto al 2017), Francia (+4,2%), Stati Uniti (+1,1%), Spagna (+0,9%) e Polonia (+12,2%). Questi Paesi rappresentano le prime destinazioni per l’export dell’Abruzzo (escluso il Regno Unito, terza destinazione, in contrazione), coprendo più della metà dei beni esportati dalla regione.
Oltre agli ottimi risultati delle esportazioni verso i principali mercati europei, l’export regionale potrà trovare buoni margini di crescita anche al di fuori delle destinazioni tradizionali. SACE SIMEST ha individuato, per ciascuno dei settori cardine dell’export regionale, diversi mercati emergenti che offriranno nei prossimi anni ottime opportunità alle imprese abruzzesi: Tra le destinazioni europee a cui guardare con attenzione per il settore dei mezzi di trasporto c’è la Polonia. Il Paese è il principale mercato italiano nell'Europa centro-orientale con una crescita attesa rilevante del +3,7% nel 2019 e del +5,4% nel triennio successivo, trainata dagli investimenti pubblici in ambito europeo. Le imprese operanti nel settore dei prodotti chimici potranno guardare ai mercati del Messico e della Cina. Mentre, per tessile e abbigliamento, buone potenzialità sono offerte da mercati in fase di sviluppo come Albania e Tunisia, per i quali secondo le previsioni SACE SIMEST si attende nel 2019 una crescita rispettivamente dell’4,0% e del 6,0%. Ritornando al settore dei mezzi di trasporto, un altro mercato appetibile sarà l’Ungheria, dove l’export aumenterà a un ritmo del 3,4% nel 2019 e del 4,4% medio annuo nel periodo 2020-2022. Per il settore alimentari e bevande, invece, le imprese dovranno rivolgere lo sguardo verso la Russia e il Brasile.
“Export Karma” | Le previsioni dell’export italiano per il 2019-2022
Quello delineato nel Rapporto Export 2019 di SACE SIMEST è un quadro di opportunità per le imprese italiane. Nonostante le incertezze e il clima di tensione geopolitica, nei prossimi anni l’export italiano continuerà infatti ad avanzare (+3,4 % nel 2019 e +4,3 % nel 2020-2022) sfiorando i 500 miliardi di euro già nel 2020 e superando i 540 miliardi nel 2022.
Lo Studio, che include le previsioni 2019-2022 sull'andamento delle esportazioni italiane per Paesi e settori e fornisce approfondimenti sui fenomeni globali a maggiore impatto, prospetta un quadro di moderato ottimismo per le nostre imprese esportatrici. Da qui il titolo del Rapporto, un invito a puntare ancora sulla qualità del Made in Italy cercando di raccogliere tutti i frutti di quanto seminato.
Il rapporto contiene anche una mappatura delle geografie a più alto potenziale per esportazioni e investimenti italiani nel medio-lungo termine: 15 Paesi prioritari (Arabia Saudita, Brasile, Cina, Emirati Arabi Uniti, India, Indonesia, Kenya, Messico, Perù, Qatar, Repubblica Ceca, Russia, Stati Uniti, Sudafrica e Vietnam) e 5 nuove promesse (Turchia, Senegal, Colombia, Filippine e Marocco), mercati emergenti sui quali le imprese italiane potranno puntare per allargare il ventaglio di opportunità. Da sole queste 20 geografie hanno intercettato 108 miliardi di euro di vendite nel 2018, quasi un quarto del totale. Nel Rapporto Export 2019 SACE SIMEST ha dedicato un focus specifico a tre di queste geografie, Brasile, Emirati Arabi Uniti e India, nelle quali, a fronte di una penetrazione ancora limitata del Made in Italy, le previsioni del Polo evidenziano un forte potenziale di crescita.
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