L’export umbro alla prova dei nuovi rischi globali. SACE incontra le imprese umbre a Perugia e presenta la nuova Mappa dei Rischi 2016
Calo dei prezzi delle commodity, aumento del debito dei Paesi emergenti, espansione della violenza politica: crescono i rischi per chi opera sui mercati esteri, ma non si arresta l’export umbro. Quali i mercati su cui puntare per continuare a crescere? Quali gli strumenti per affrontarli?
Da queste domande ha preso le mosse oggi a Palazzo dei Priori il convegno dedicato alla Mappa dei Rischi 2016 di SACE, lo strumento sviluppato dalla società assicurativo-finanziaria italiana del Gruppo CDP per orientare gli imprenditori verso i mercati esteri più promettenti e riconoscere quelli più rischiosi.
Al centro dell’evento, organizzato in collaborazione con SIMEST (Gruppo CDP) e Confindustria Umbria, le esperienze dei protagonisti del panorama imprenditoriale locale – Carlo Pacifici (Meccanotecnica Umbra), Renato Calabrese (Pietro Coricelli) e Maurizio Petrozzi (Vernipoll) – che si sono confrontati con gli esperti del Gruppo CDP sulle sfide attuali e future per l’export e gli investimenti esteri dell’Umbria.
In base alle rilevazioni della Mappa, l’aumento dei rischi si è tradotto in oltre 5 miliardi di euro di minori esportazioni per l’Italia nel 2015, ma è possibile recuperarne 31 entro il 2019 attraverso un miglior presidio di un paniere diversificato di mercati a elevato potenziale.
Il convegno è stato anche l’occasione per rinnovare la collaborazione tra SACE e Confindustria Umbria che, oltre all’organizzazione di attività di promozione, formazione e assistenza tecnica dedicate alle PMI umbre, prevede la presenza di un SACE Point presso la sede di Confindustria a Perugia cui potranno rivolgersi le aziende associate interessate ad accedere all’offerta dei prodotti assicurativi e finanziari di SACE e SIMEST.
“Il protocollo che abbiamo firmato oggi – ha sottolineato Ernesto Cesaretti, presidente di Confindustria Umbria – prevede l’apertura di un SACE Point dentro la sede di Confindustria Umbria. Si tratta di un desk privilegiato in favore di tutte le aziende del territorio che potranno così avere momenti dedicati di consulenza, affiancamento, sostegno con strumenti altamente specializzati di: assicurazione del credito, internazionalizzazione e innovazione, cauzioni, rischi della costruzione, factoring e advisory finanziario. Questi servizi si integrano e completano ulteriormente quelli già offerti da Confindustria Umbria nell’ambito del Credito e, tramite anche la nostra agenzia specializzata Umbria Export, nell’ambito dell’internazionalizzazione”.
“Rivolgersi a nuovi mercati per esportare e crescere è una sfida complessa, e le aziende del Made in Umbria ne sono pienamente all’altezza, come dimostrano i risultati raggiunti anche quest’anno – ha dichiarato Simonetta Acri, Direttore della Rete domestica di SACE –. Grazie al lavoro dei nostri account dedicati, abbiamo seguito oltre 100 aziende umbre solo nell’ultimo anno, in prevalenza PMI. Un impegno che cresce nel lavoro di squadra con SIMEST e con il supporto di Confindustria Umbria, ci permetterà di raggiungere un numero sempre maggiore di imprese del territorio”.
Export umbro: rischi e opportunità
Nel 2015 l’export umbro è cresciuto del 6,4%, ben al di sopra della media nazionale, confermando la vocazione internazionale di un tessuto imprenditoriale diversificato composto prevalentemente da PMI, che mostra ampi margini di crescita al di fuori delle destinazioni attualmente più battute.
La crescita dell’export è spinta soprattutto da alcuni settori dell’industria di base e di prima trasformazione che, pur pesando poco sul totale, hanno messo a segno risultati sorprendenti nell’ultimo anno: gomma e plastica (+25%), prodotti raffinati (+24,2%) ed estrattivo (+16,5%). Buona la performance anche di quei settori che, nonostante i tassi inferiori, danno il maggior contributo e rappresentano oltre il 70% delle vendite estere umbre. Non solo comparti del Made in Umbria tradizionale (tessile & abbigliamento e alimentari & bevande, che pesano rispettivamente il 18% e 12%), ma anche prodotti in metallo (20% sul totale), meccanica strumentale (17,5%) e mezzi di trasporto (che pesano il 6% ma crescono oltre il 13%).
Sebbene le principali destinazioni di riferimento per l’export umbro siano i mercati avanzati (Europa e Stati Uniti in primis) e tendenzialmente continueranno ad esserlo anche per l’anno in corso, la Mappa dei Rischi di SACE segnala importanti margini di crescita verso un paniere diversificato di mercati emergenti, con profili di rischio certamente non trascurabili, che possono tuttavia essere affrontati con successo e profitto, puntando su coperture specifiche e un approccio strategico: in Medio Oriente (Arabia Saudita, Emirati Arabi), in Asia (Cina), in Europa emergente (Polonia e Repubblica Ceca), ma anche Turchia, Tunisia e Sudafrica. Tra le geografie più rischiose per il 2016 segnala invece Russia, Grecia e Libia.
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