Paesi del Golfo: opportunità per infrastrutture e oil&gas ma criticità per accesso al credito e domanda privata
Il 2010 è stato un anno di ripresa per i paesi del GCC*. L’aumento del prezzo degli idrocarburi ha dato nuovo impulso alla domanda e creato risorse consentendo ai governi di stimolare il rilancio di grandi progetti sul fronte delle infrastrutture, dell’oil & gas e del settore energetico.
Permane tuttavia critico l’accesso al credito nell’area e lo sviluppo della domanda privata. Alcuni paesi come il Bahrein continueranno a evidenziare significativi problemi di bilancio pubblico che ne condizioneranno lo sviluppo. Riforme strutturali nella governance e nella trasparenza dei corporate locali potrebbero contribuire a creare maggiori opportunità per le aziende italiane anche in altri mercati del GCC dove la presenza italiana stenta a decollare come l’Oman e il Kuwait.
Le prospettive di crescita per il prossimo biennio sono comunque buone: ci si attende una crescita del PIL del 4,4% nel 2010 e del 4,9% nel 2011, sostenuta dagli investimenti nella spesa pubblica, vero volano dell’economia.
Per far fronte alla vulnerabilità delle loro economie agli shock petroliferi, gran parte dei paesi del GCC ha da tempo intrapreso un processo di diversificazione del proprio sistema produttivo verso i servizi (soprattutto finanziari e turistici) ed il settore manifatturiero con l’obiettivo di trovare nuovi “motori” di crescita più dinamici. Alcuni paesi si stanno invece orientando su una diversificazione di natura energy intensive (metallurgico e petrolchimico), al fine di creare una “propria industria”. In questo processo il know how italiano, all’avanguardia in questi settori, ha le potenzialità per assumere un ruolo significativo.
SACE nell’area GCC
Il portafoglio delle operazioni assicurate da SACE nell’area del GCC (principalmente in Arabia Saudita, Qatar e Emirati Arabi Uniti) ammonta a € 4,5 miliardi. Tali operazioni riguardano prevalentemente grandi progetti d’investimento nei settori oil & gas, metallurgico, chimico e petrolchimico realizzati su base project finance, che vedono impegnate - direttamente o in qualità di subfornitrici – numerose imprese italiane di ogni dimensione.
SACE opera nell’area anche tramite un accordo con Europe Arab Bank (EAB), che consente di emettere bond a condizioni competitive nei paesi dove la banca è attiva, tra cui Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Oman e Qatar.
Arabia Saudita
Un quadro politico solido e stabile, politiche economiche adeguate ed un sistema bancario profittevole e ben capitalizzato, sono elementi fondamentali che fanno dell’Arabia Saudita un paese molto promettente per gli operatori economici italiani.
I principali driver della crescita del paese nel 2011, stimata attorno al + 4,5%, saranno la spesa pubblica, il rafforzamento del settore privato e la ripresa della produzione del petrolio.
Un contesto di crescita sostenuto dai grandi progetti sul fronte delle infrastrutture e dell’oil & gas e dal rilancio del processo di diversificazione economica promosso dal governo. Sono positive infatti le prospettive di sviluppo dei settori non-oil, trainati dal minerario e dal metallurgico (in particolare alluminio), per i quali è prevista una crescita del 3,5% nel 2011.
Rischi politici, economici, finanziari e operativi
Rischio politico: il sistema politico saudita è stabile, sebbene l’instabilità a livello regionale possa costituire un rischio latente per il paese.
Rischio economico: l’economia è prevista in crescita del 3,4% nel 2010, spinta da stimoli fiscali e dal rafforzamento del settore privato dove è in atto un processo di diversificazione anche nel settore minerario; permangono tuttavia rischi di nuove spinte inflazionistiche.
Rischio finanziario e operativo: il sistema bancario ha buoni fondamentali e sembra in grado di sopportare gli effetti della crisi internazionale grazie all’adozione di policy conservative in termini di accantonamenti. Il fondamentalismo islamico rimane un’area di attenzione.
Export e investimenti italiani
L’Italia si colloca al nono posto tra i principali paesi esportatori in Arabia Saudita, con una quota di mercato del 3,9%. Al primo posto gli Stati Uniti, con una quota del 12,3%, seguiti da Cina (12,1%), Germania (7,7%), Giappone (6,2%) e Corea del Sud (5,3%).
Nel 2009 l’export italiano nel paese si è attestato a circa € 2 miliardi (in contrazione del 30% rispetto all’anno precedente), portando il saldo della bilancia commerciale in positivo per l’Italia di circa € 500 milioni. I prodotti maggiormente esportati sono quelli della meccanica strumentale, della metallurgia e della chimica.
I flussi di investimenti italiani in Arabia Saudita sono modesti e concentrati nei tradizionali settori del petrolchimico, dell’edilizio e dell’alimentare. L’esposizione di SACE in Arabia Saudita è pari a € 1,6 miliardi.
* I paesi aderenti al Gulf Cooperation Council (GCC) sono Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Oman, Bahrein, Kuwait e Qatar
Documenti
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