SACE apre un ufficio a Napoli per accompagnare le imprese campane verso i mercati del futuro
SACE, il gruppo assicurativo-finanziario che sostiene la crescita e la competitività delle aziende italiane, inaugura oggi il suo nuovo ufficio di Napoli presso la sede dell’Unione Industriali, con un Convegno aperto a imprese, banche e operatori economici per presentare i trend dell’export italiano e regionale nei prossimi quattro anni.
“Sono molto lieto di presenziare a quest’importante evento, di incontro e confronto con le imprese, nel cuore di una delle Regioni simbolo del Made in Italy nel mondo, che trova proprio nell’export un motore importante della sua economia – ha annunciato il presidente di SACE, Giovanni Castellaneta, in apertura dei lavori -. Le imprese che hanno saputo puntare sui nuovi mercati hanno risposto alle difficoltà congiunturali trovando il giusto equilibrio tra tradizione e innovazione. È così che l’export campano ha raggiunto e superato i livelli pre-crisi: un percorso che intendiamo sostenere con il nostro nuovo Ufficio di Napoli”.
“Solo nell’ultimo anno abbiamo servito circa 800 imprese campane, in prevalenza Pmi, assicurando oltre 950 milioni di euro di operazioni – ha spiegato Simonetta Acri, Direttore Rete Italia di SACE –. La nostra apertura a Napoli è un traguardo significativo, che corona anni di grande collaborazione con l’Unione Industriale, ma è soprattutto un nuovo punto di partenza, per accompagnare le imprese sempre più lontano, verso i mercati del futuro, dove il ruolo di SACE può davvero fare la differenza”.
Export campano: quali i trend?
Non immune dalle difficoltà congiunturali degli ultimi anni, l’export campano ha recuperato nel 2013 i livelli pre-crisi. Un trend di ripresa che ha trovato conferma anche nel primo trimestre 2014 (+1%) e che vede emergere diversi protagonisti.
Spiccano innanzitutto i settori del Made in Italy tradizionale, forti dell’indiscutibile appeal che esercitano sui consumatori internazionali: l’agroalimentare, ormai maturo, ha realizzato 2,3 miliardi di euro di export, mettendo a segno una crescita del 5%; la moda, ha realizzato 1,1 miliardi di euro di export, in crescita del 7%, con risultati ancora più sorprendenti nell’alto di gamma.
Ma spiccano anche i comparti a medio-alta tecnologia, molto internazionalizzati e inseriti nelle catene globali del valore. Molto positiva ad esempio la performance estera del settore dei mezzi di trasporto, con 1,7 miliardi di export e una crescita del 3%. Vero traino di questo risultato è il polo aeronautico, che si è arricchito negli anni di una filiera di Pmi locali, e che rappresenta da solo oltre il 60% dell’export dei mezzi di trasporto: grazie al boom di vendite in Francia e Stati Uniti il Polo ha realizzato una crescita del 22,1%.
Rilevazioni che trovano conferma nel Rapporto di SACE, che inserisce quasi tutti questi comparti nella classifica Top Sector, ovvero la classifica dei settori di punta per l’export italiano nei prossimi quattro anni (2014-2017): l’agroalimentare, best performer a livello nazionale, con previsioni di crescita dell’export all’8,9%, seguito dalla meccanica strumentale (8,5%) e, qualche gradino più in basso, dal tessile e abbigliamento (7%).
I migliori margini di crescita per l’export di questi settori proverranno dai mercati emergenti: non solo i Brics, ma anche diverse destinazioni meno battute (come Arabia Saudita, Angola, Cile, Filippine e Tailandia) senza dimenticare i mercati avanzati già acquisiti (come Canada e Francia).
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